Capitolo 9

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Capitolo 9

-Non posso crederci.

Allyson continuava a tenere gli occhi chiusi non voleva vedere cosa stesse succedendo, aveva paura. Si fece più piccola contro il muro e si portò le ginocchia sotto il mento. Voleva rendersi piccola e magari invisibile.

Sentiva diversi gemiti divulgarsi per la stanza. Alzò di poco lo sguardo. Un ragazzo le dava le spalle mentre il suo gomito si alza e abbassava fecocemente. Lo riconobbe subito quando vide i suoi capelli. Non poteva essere lui.

''Tu?'' Chiese.

Il braccio del ragazzo si fermò e con movimenti lenti si girò a guardarla negli occhi. Eccoli quegli occhi. Non poteva essere vero, lui era un uomano e la stava salvando per portarla a casa.

Harry non disse niente le sorrise e uscì dalla stanza, portandosi il corpo mezzo morente di Edimir appresso. L'uomo continuava a contorcersi dal dolore. Harry chiuse la stanza della ragazza a chiave e si avviò verso la sua di stanza.

Allyson continuò a fissare la porta, non poteva essere lui, non poteva averlo rivisto. Lo aveva notato bene, aveva notato bene i suoi occhi rossi. 'Lui non era un vampiro... Lui non è un vampiro. Lui era un umano... Lui è un umano' Continuò a pensare, non poteva credere di aver baciato un vampiro e non poteva credere che lei lo trovava affascinante.

Si alzò, dolorante, da quel pavimento e si diresse al materasso del letto. Come sospettava era duro e puzzava. Contorse il naso. Accarezzò il cuscino malandato mentre alza lo sguardo e notava meglio la stanza.

''Questa ora è la mia vita...'' Sussurrò.

Nel frattempo Harry era nella sua stanza, mentre legava con le catene d'argento il falso Edimir, facendo attenzione a non toccarlo. Era ancora svenuto e purtroppo non poteva sentire il bruciore che l'argento gli stava procurando alla pelle.

Harry continuò a guardarlo, mentre aspettava che si risvegliasse. Doveva vendicarsi nessuno toccava le sue 'prede'. Non si era nemmeno preso la briga di guardarle il collo, se solo pensava a i canini all'interno del suo collo un brivido omicida gli percorreva la schiena.

Edimir lanciò un mugolio mentre si svegliava. Sentiva la testa girare e i polsi e le caviglie bruciare. Alzò di poco la testa incontrando gli occhi color sangue del principe.

''Era tua?'' Chiese con tono duro il riccio.

Edimir abbassò la testa, ma poi la rialzò. Sapeva che qualunque fosse la sua risposta avrebbe sofferto. ''No, ma era un pericolo che volevo affrontare. Quella ragazza è troppo eccitante.''

Harry chiuse le sue mani in due pugni. Sorrise melignamente poco dopo. Si girò dando le spalle al consigliere. Prese una tazza, con un po' d'acqua e ci versò della verdena. La verdena era una pianta che teneva alla larga i vampiri. Poteva far morire un vampiro ed evitava il soggiogamento della mente degli uomini, poteva anche proteggere gli umani dall'essere dissanguati.

Era illegale possederne anche un grammo all'interno del palazzo. Ma Harry non fa mai qualcosa di legale e la utilizzava sempre per vendicarsi contro chi gli faceva torto. Si rigirò tornando da Edimir. Poggiò la tazza sulle labbra del vampiro. Quando Harry notò che Edimir non voleva aprire la bocca la mano libera del vampiro strizzò le sue guance, facendo aprire la bocca e in modo da versarci il liquido all'interno.

Edimir cominciò a dimenarsi ma la sua forza era sempre meno. Sul volto di Harry comparì un sorriso maligno. Si stava vendicando. Quando tutto il liquido era all'interno del vampiro, Harry si allontanò.

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