Capitolo 26

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*Attenzione: i comportamenti dei personaggi descritti nella fan fiction non sono assolutamente da imitare: quello che fanno o pensano spesso è sbagliato.

Con questo mio scritto pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone,

né offenderle in alcun modo.*

Capitolo 26

-Non puoi andartene!

Il ragazzo non riusciva a credere a quello che era veramente successo: lei aveva accettato di ascoltarlo.

Sto sognando? Si chiese mentre si dirigevano verso la sua stanza.

Sinceramente non si era nemmeno preparato un discorso, aveva dato per ovvia una negazione da parte della ragazza.

Appena entrarono in stanza trovarono Louis, seduto sul divano.

Quest'ultimo alzò lo sguardo e sorrise.

“Io vado...” Disse uscendo velocemente dalla stanza e lasciandoli definitivamente soli.

Calò il silenzio più imbarazzante in assoluto. Lui non sapeva se muoversi o parlare, stessa cosa per lei.

Rimasero così; immobili per almeno una decina di minuti, dopo di ché Allyson decise di muoversi e andarsi a sedere sul letto, quel letto.

Lei si era mossa ma ora toccava a Harry parlare.

“Ally...” La chiamò e lei alzò la testa, che era chinata verso le sue ginocchia. “Mi dispiace, per tutto.”

Ok, si era scusato. Ma ora bisognava spiegare cosa intendesse per tutto.

Ne erano successe di cose, molte delle quali la bionda aveva già perdonato, visto l'amore che provava per lui.

L'amore è perdono, no? Si era chiesta.

Continuò a guardare Harry che continuava a tirarsi le punte dei capelli facendo su e giù.

“Mi dispiace da quando ci siamo incontrati fino ad oggi, davvero. Oltretutto io e quella mora che hai visto oggi non stiamo insieme.” Disse mentre si piegava tra le ginocchia della ragazza. “Non ho mantenuto la promessa perché non sono giusto per te, ti ho fatto troppo soffrire.”

La ragazza fissò il muro alla sua destra, pur di non incontrare gli smeraldi del ragazzo.

Quelle parole erano così maledettamente vere che se pensava a quello che ora lei provava si sarebbe picchiata da sola.

Però lo amava e non avrebbe potuto farci niente.

Le prese le mani e la bionda sobbalzò a quel contatto inaspettato. Non lo vedeva così vicino dal giorno che se ne era andata e che lo aveva baciato, o meglio, che lui aveva baciato lei.

A volte non riusciva a ricordarsi cosa si nascondeva dietro di lui: un vampiro.

“Harry...” Cercò di chiamarlo ma quando lo guardò meglio si accorse che lui aveva la testa bassa.

“No, Allyson. Ora però che sei tornata non voglio perderti.” Disse.

Sapeva che tutto ciò era un enorme controsenso. Si dava del pericoloso per lei, cosa che era, e poi le diceva che non l'avrebbe lasciata andare.

Sì, sì, bravo Harry bel discorso, si disse colpendosi mentalmente.

Continuò a guardare in basso e trattenne il fiato quando una mano calda e morbida si poggiò sotto il suo mento.

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