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In quel momento arrivò Jack. "Oh ciao Ebor"
"Ma..."
"Sono stato da tua madre, è lei che mi ha detto il tuo vero nome"
"Papà!"
"Ciao Queen"
"Stasera vado al cinema con Troy"
"Proprio con lui ci devi andare?"
"Sì... ma che domanda è??"
"No così..."
"Viene a prenderti lui?"
"Sì"

Cenammo e alle nove Queen scese le scale. Era bellissima. Indossava un vestito nero e delle scarpe con i tacchi. Poco dopo suonarono alla porta. Io aprii e quasi mi spaventai. Era un ragazzo con una cresta verde e blu enorme, in cima alla testa, due occhi che non avevano niente di speciale. Aveva TROPPI tatuaggi e TROPPI piercing. "Troy!!" Queen si precipitò da lui "Ciaoo" disse. Non mi piaceva quel tipo.

Poco dopo entrò mia madre. Io andai ad abbracciarla. "Ciao mamma"
Dissi. "Ciao Ebor... stavo pensando... perché non organizzare una cena qui,io, tuo padre, tu, la tua ragazza, il ragazzo di Queen e quello di So?"
"Emm... non lo so... dai si... va bene"
"Perfetto!" Chiamai Aga. Avevo una voglia matta di vederla. Fissammo un appuntamento nella foresta per mezzanotte. 

Io scesi dalla finestra della mia camera e andai verso la grotta dei batuffoli lunari. Lei arrivò poco dopo. Ci baciammo. "Copriti gli occhi" 
"Perché?"
"Fallo e basta" lei scosse le orecchie. Era emozionata. La scortai dentro la grotta. C'erano molti batuffoli. Essi erano delle piccole palle di luce dorata. "Ora puoi aprire" lei fece come ho detto e rimase a bocca aperta. Io riuscii a prendere uno dei velocissimi batuffoli e glielo diedi.

Subito dopo la baciai. Lei si morse il labbro inferiore e non ci vidi più. La presi per i polsi e la spinsi versi il muro di pietra. Da li iniziai a baciarla con foga. "Ti amo" le dissi. "Ti amo" mi rispose. Eravamo soli. Solo i batuffoli ci vedevano. Le sue orecchie vibravano molto velocemente e ciò mi spingeva a baciare con più foga.

Amavo come reagiva al mio tocco. Io gli tolsi la maglietta e le sbottonai gli shorts e lei iniziò a sbottonarmi la camicia. Io mi sdraiai sopra di lei e giocavo con l'elasticità dei suoi slip. "Roo..."
"Roo fermo" mi impose e io mi fermai. "Mi dispiace... ma non sono pronta" fece per andarsene, ma io la presi per il polso e la feci girare. La baciai ancora. "Non mi abbandonerai di nuovo".
"Roo... dobbiamo parlare...". Si rivestì e si sedette. Io feci come lei. "Roo... io... io non ti amo"

È uno scherzo vero?
"Agatha tu stai scherzando vero?"
"No, io... io non mi chiamo Agatha"
"... chi sei?"
"Io sono... sono... come faccio a dirtelo... io sono Violet, tua madre". Sì è uno scherzo, decisamente. Lei prese le sembianze di mia madre. Io da ex mutaforma nero, sapevo riconoscere una falsa forma da una vera. La guardai negli occhi. Non era mia madre. "Chi cazzo sei tu??"
"Sono..."
"No, tu non sei Violet. Dimmi: chi cazzo sei e cosa stracazzo vuoi da me??"

Fenn Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora