Diciotto

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"Lei era umana"
"Come? Sul serio? E perché mai avrebbe voluto trasformarsi?" Chiese Queen.
"Non fu una sua decisione..." Alpha si interruppe e si fermò di colpo, alzò la testa verso il cielo, annusando l' aria che odorava di pino. Quel tratto di foresta ne era pieno, e proprio con quell' odore iniziò a raccontare, perché quel profumo, era lo sfondo della loro storia.
"Tutto iniziò una sera d'estate. Io e Aya ci eravamo accampate da queste parti per stare un po' da sole. All' epoca lei era ancora umana e io ero ancora una mutaforma, solo che lei non lo sapeva, ci conoscemmo due mesi prima, sempre in questa foresta, perché lei era solita rubare cibo dalle fattorie del castello e io ero molto amica della regina di allora. Quella volta la beccai iniziai ad inseguirla. Era veloce come il vento, sembrava volasse sull' erba verde e il caldo sole mattutino cadeva perfettamente sulle sue forme. Riuscii a fermarla e da lì iniziammo a vederci in un modo più 'normale', diciamo. Ci incontravamo tutti i giorni, sempre allo stesso posto e alla stessa ora, un' ora prima del tramonto, davanti ad un grande pino, dove incidemmo le nostre iniziali. Andava tutto liscio come l' olio, fino a che un giorno, la regina venne uccisa ed al suo posto salì sua sorella, la regina prima di quella attuale, che desiderava nuove guardie, più efficienti dei semplici troll: dei lupi" Alpha fece una pausa, la ferita faceva fatica a rimarginarsi, ma riprese comunque, quell' odore inconfondibile era come una droga per lei, le dava la carica adatta per affrontare qualsiasi situazione. "Le arrivò una lettera. Doveva presentarsi al castello il giorno seguente per essere trasformata e se fosse fuggita, sarebbe stata uccisa. Quel giorno ci incontrammo e mi riferì l' accaduto. Io avevo avuto un piano, le feci vedere i miei poteri, prendendo le sue sembianze, avrei potuto prendere il suo posto e lei avrebbe potuto fuggire, ma si rifiutò, diceva che piuttosto che vedermi confinata in un corpo che non mi apparteneva, si sarebbe uccisa. Era decisa ad andare. Litigammo, io non ero d' accordo, ero abituata a cambiare forma, ma ero in grado di restare nello stesso corpo per molto tempo. Non cambiai idea, nonostante lo scontro, mi sarei offerta al suo posto, ma a lei avevo detto il contrario per proteggerla. La amavo più di me stessa. Il giorno seguente partii all' alba. Accettarono il mio scambio, ma lei mi aveva seguito e quando il vecchio mago, incaricato dalla regina di convertire le creature, lanciò l' incantesimo con la sua bacchetta in legno di pino, lei era lì che mi stringeva la mano. "Ti amo" furono le sue ultime parole da umana.
Portiamo ancora i segni di quel giorno, la mia voglia bianca è la stretta della sua mano e lei ha una macchia nera, non molto visibile all' interno della zampa posteriore sinistra. La nostra relazione era ovviamente segreta. L' omosessualità era un reato. Le altre guardie già trasformate ci divisero. Ci fu una lotta. Rischiai la vita quel giorno e la rischiò anche Aya. Ci pestarono a sangue e ci rinchiusero in prigione.

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