Undici

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I due erano faccia a faccia. L' aria si era fatta pesante.
"Dovresti lasciarti andare qualche volta, se no il tuo passato ti raggiungerà" consigliò Lauren
"Forse lo ha già fatto"
"O forse no! Forse, forse c'è ancora speranza!"
"Per chi?"
"Per tua madre"
"Tu sai dove sia??" Chiese Ebor, quasi supplicando
"Forse, ma è lontana da qui. Devi scegliere, Ebor, o le White o tua madre"
Disse Lauren montando a cavallo. "Devo pensarci. Rimaniamo qui per la notte"
"Va bene, io devo andare... ma tornerò"
"Dove vai?"
"Affari miei". Partì al galoppo e tornò qualche ora dopo, quando Ebor dormiva già.
Egli ci pensò su. E se fosse stata ferita? E se fosse morta? E se non avesse più potuto riabbracciarla? Così non andava. Avrebbe dovuto lasciare la sua missione? Forse sì. Ne sarebbe valsa la pena? E la morte? Forse sì. Aveva già salvato sua madre e lo avrebbe rifatto altre mille volte. Ciò che non era riuscito a fare e di cui si sarebbe pentito per l'eternità, era aver salvato Violet, quella che per quasi tutta la sua vita, gli aveva fatto da madre. Ormai era convinto: sarebbe andato a salvare sua madre, con la ragazza magica che gli faceva sempre perdere il controllo, o della situazione, o di sé stesso. Quella ragazza che incontrò in un momento si difficoltà e che era riuscita a salvargli la vita, quella ragazza di cui forse era terribilmente e follemente innamorato.
L'amore, quel sentimento che si rese conto di non conoscere, perché le sensazioni che Ebor provava quando  Lauren era accanto a lui, non le aveva mai provate con Agatha.
Quella notte si rese conto di molte cose e ritrovò la forza di vivere, di lasciarsi tutto alle spalle, magari per ricominciare con una ragazza magica che gli faceva venire i brividi ogni volta che parlava o che gli rivolgeva lo sguardo. Sì, sarebbe andato a salvare sua madre, e poi avrebbe vissuto il resto della sua vita con Lauren.
La mattina dopo si svegliò, ma lei non c'era. Tornò qualche istante dopo.
"Allora, hai deciso?" 
"Sì, voglio vedere mia madre" e voglio passare il resto della mia vita con te perché ti amo, Lauren, avrebbe aggiunto, ma preferì aspettare il momento giusto.
"Allora andiamo, ci aspettano 25 chilometri di cammino"
"Menomale che ho Lonto" disse Ebor, quasi scherzando e accennando un sorriso.
"Ed io ho Lila! Come mai siamo così allegri questa mattina?"
"Diciamo che ho dormito bene"
"Ah sì? Vediamo quanto hai dormito bene!" Lauren partì al galoppo, ricoprendo Ebor di terra e polvere. Egli accettò la sfida, scese da cavallo, lo fece partire al galoppo e lui si trasformò in grifone, squarciando l'aria nel cielo e dirigendosi verso la ragazza. Era passato del tempo dalla sua ultima trasformazione. Si sentiva bene, si sentiva libero. In pochissimo tempo raggiunse Lauren che ancora galoppava. Il mutaforma gridò, facendo imbizzarrire Lila, che si fermò di colpo, sbattendo la ragazza a terra. 
Ebor si avvicinò, di nuovo in forma umana, e tese la mano verso di lei per aiutarla ad alzarsi.
"Direi che ho vinto" disse lui

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