Ebor si trasformò in Yellow e volò più veloce che poté, facendo fuggire Lonto, in modo tale che trovasse un riparo. Sapeva esattamente dove andare, ma non capiva con altrettanta paura perché Lauren avrebbe dovuto fare una cosa del genere. Perché avrebbe dovuto proteggerlo? Da che cosa? Che cosa stava succedendo alla sua ragazza magica? Stava bene? Poteva essere stata uccisa e lui stava scappando come un coniglio impaurito. Benché non gli piacesse, doveva farlo, doveva superare il suo passato per poter avere un futuro con la ragazza che amava. In poche ore sorvolò tutti i paesaggi più pericolosi che aveva visto, che aveva dovuto attraversare. Stava tornando indietro. Stava tornando a casa. Non sapeva bene il perché. Lauren glielo aveva quasi ordinato. Non aveva mai comunicato con lei attraverso il pensiero. Chissà che cosa le aveva detto a parole. Non aveva capito perché era molto più concentrato a capire cosa lei gli stava trasmettendo con il pensiero."Corri a casa". Casa. Chissà com'era cambiata la sua casa. L' avrebbe riconosciuta? Avrebbe ritrovato Fenn lì?
Mentre tutti questi pensieri gli attraversavano la mente, lui ripercorreva il suo viaggio a ritroso.
Il deserto, le ingannevoli pianure che inghiottirono Violet, la Foresta Putrefatta, il piccolo paesino di gnomi e finalmente, Gorgaw. Non avrebbe mai pensato di rivedere tanto volentieri quella foresta. Tornò all'alba. Posò le zampe a terra e poi vide tutto buio.
Si svegliò in forma umana in un letto. Gli ci vollero un paio di minuti per realizzare dove fosse.
"Ehi finalmente sei sveglio!" No, non ci poteva credere. Era in un infermeria con...
"Agatha? Che ci fai qui?"
"Domanda interessante, ma ho l'impressione che la tua storia sia più interessante"
Ebor, raccontò l'accaduto, ovvero cosa successe dopo che Agatha se ne andò. Poi ripensò a Lauren, a come l' aveva lasciata e pensò che dovette sistemare la faccenda al più presto. Tentò di alzarsi, ma sentì delle forti fitte alle gambe. "Dove pensi di andare? Sei ancora debole!"
"Devo tornare dove tutto è iniziato" disse barcollando verso la porta di uscita.
"Ah sì? E dove è iniziato tutto, sentiamo?"
"Non puoi capire". Aprì la porta.
"Ebor!" Egli si voltò. "Io ti amo" Il volto di Ebor rimase immutato, ma il suo cuore gridava parole poco garbate verso quella ragazza.
Non disse niente, si voltò e zoppicando uscì dall' edificio. Attraversò la piccola piazza, sulla quale si affacciavano tutti gli alberi intagliati con sopra i nidi delle comuni fenici che vivevano le loro comuni vite.
Si addentrò nel bosco, in quel bosco che conosceva bene e che lo aveva sempre accompagnato nelle sue avventure. Raggiunse un vecchio albero, quasi morto, per le tante cose che ha visto. Esso aveva una cavità nel centro. Vicino a lui, ce n'erano altri due. Anch'essi erano cavi e molto vecchi.
Ebor si inginocchiò davanti al primo, si mise le mani sugli occhi e crollò come una carcassa di cervo al suolo. Pianse. Pianse come non aveva mai fatto neanche da bambino.
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Fenn
FantasyPrima trilogia di Imaphoenix Fenn è una ragazza di quattordici anni che una notte sente sua nonna fare uno strano rito al piano di sotto. Da quella notte non sarà più la stessa. Uno spirito convivrà nel suo corpo e lei diverrà una Phoenix, ovvero un...