Capitolo 16

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Elizabeth
-Bene angelo, questa sembra una semplice spilla, ma in realtà è una video-spia. La usiamo nell'FBI quando siamo sotto copertura.-dice Momo.
-Perché me la stai dando?-chiedo perplessa.
-Per proteggerti. I genitori di questa Shantall non so fino a che punto possano arrivare, ma se per caso ti minacciano, saranno abbastanza intelligenti da dirti di non chiamare la polizia. Perciò con questa possiamo incastrarli. Capito?-
-Capito. Ma non mi hanno minacciato.-
-Perché non è giunto il momento, ma sono certa che lo faranno. Vogliono che Alex si sposi con la ragazza, ma sono sicura che lui rifiuterà, così attaccheranno te.-
-Ok. E come funziona sta roba?-
-"Sta roba" devi trattarla con cura perché costa un bordello, l'ho leggermente persa senza permesso e se il capo lo scopre ho di nuovo la fedina penale colma di reati. Perciò stacci attenta.-mi punta il dito contro.
-Ci sto attenta. Come funziona?-
-Il brillantino di dimensioni maggiori è la telecamera, poi ci sono questi quattro che sono i microfoni.- me li indica.-Questa spilla è collegata al mio computer.-lo estrae dalla borsa.-E io la attiverò ora così potrò vedere e sentire tutto.-traffica con il computer.-Aspetta che ti metto la spilla....ecco fatto! Guarda.-mi mostra lo schermo del PC.
-È incredibile. Ma se mi chiamano e voglio far sentire la telefonata?-
-Non ti chiameranno mai quando sei con altre persone, solo quando sei sola perché sennò non avrebbe senso. Perciò tu metterai il viva voce e farai vedere alla spilla il telefono.-
-Ok Momo. Grazie.-
-Non c'è di che angioletto.-mi abbraccia.

La mattina dopo.....
-Chiamami non appena arrivi piccola mia.- dice Alex abbracciandomi.
-Certo che ti chiamo. Ti chiamerò sempre.-lascio un bacio sul collo. Mi manca già come l'aria.
-Stai attenta.-mi accarezza le guance, asciugando le lacrime.
-Ti amo.-mi fiondo sulle sue labbra dando vita a un bacio quasi disperato.
-Ti amo.-mi sorride.
-Devo andare.-mi stacco a malincuore dal suo corpo, metto un cappellino e gli occhiali da sole.
-Buon viaggio.-sussurra.
-Grazie amore mio.-abbasso gli occhiali e sorrido. Prendo la valigia, salgo in ascensore, mando un ultimo bacio volante ad Alex, esco dal palazzo e salgo sul taxi che ho chiamato.
-All'aeroporto per favore.-dico.
-Certo signorina.-dice il conducente.
In una ventina di minuti arrivo in aeroporto dove trovo Chloe ad aspettarmi.
-Pensavo che Alex ti avrebbe accompagnato.-dice entrando nell'aeroporto.
-Avrebbe voluto, ma guarda lì. Ci sono i paparazzi. Era troppo rischioso.-comincio a sorridere mentre i flash delle Reflex mi colpiscono. Il mio manager ci raggiunge facendo finire quella tortura del sorriso.
-Seguitemi.-ci sorride cordialmente. Facciamo il check-in e poi saliamo sull'aereo.
-È sempre così?-chiede mia sorella.
-A volte anche peggio.-
-Qual'è la prima tappa?-
-Madrid, Barcellona, Lisbona, Oslo, Milano, Roma, Berlino, Londra, Parigi, Lyon,  Atene, Amsterdam, Praga, Helsinki, Bruxelles, Vienna, Stoccolma, Dublino, Manchester, Copenhagen, Budapest, Mosca, Bucarest, Liverpool.-dico le ventiquattro tappe del tour.
-Wow. Te le ricordi tutte in ordine.-dice meravigliata mia sorella.
-Sì. Ora rilassiamoci finché possiamo, perciò per circa sei ore.-le sorrido.
-Grazie per avermi portata con te. Spero di non essere un peso.-
-Non sarai mai un peso per me. Mai. Tu sei la persona più importante per me.-
-Dopo Alex.-dice lei.
-In contemporanea. Un po' di più tu.-
-Sono onorata della cosa!-ride. Rido anche io mentre mi rilasso sul sedile. Alex già mi manca e sono partita da meno di un'ora.
A Madrid....
-Bellissima Madrid!-dice Chloe.-Ero troppo piccola quando ci siamo state.-
-Avevi due anni. Eri tenerissima.-sorrido al ricordo.-Mi ricordo che hai preso il gelato di papà e glielo hai spiaccicato in faccia.-rido.
-L'ho fatto veramente?! Oh dio!-
-Lo hai fatto e ora dobbiamo andare.-la prendo per mano.
Le ore passano, arriva il momento di salire sul palco, bisogna scendere dal palco, andare in hotel, riposarsi e partire per Barcellona.
Così tutti i giorni. Tutti uguali fatta eccezione per quando chiamo Alex.
Lisbona.
Oslo.
Milano.
Roma.
Berlino.
Londra.
-Ciao zia!-saltiamo addosso alla donna.
-I tesori della zia!-ci abbraccia.
-Che succede mamma? Ellie! Chloe! Venite qui!-dice nostro cugino aprendo le braccia.
-Ciao scemo!-lo bacio sulla guancia.
-Ciao scemina mia!-
-Ciao cugino!-dice Chloe.
-Ciao cuginetta!-la prende in braccio.
-Come mai da queste parti?-chiede.
-Bryan, così mi offendi!-metto le mani sui fianchi.
-Lo so che hai il concerto del tour europeo. So tutto.-sorride.
-Ti sei salvato la pelle cugino! Io devo andare. Vuoi restare qui Chloe?-
-Sì, vorrei restare.-
-Ok. Ti vengo a riprendere a Liverpool, nell'ultima tappa del mio tour.-
-Va bene Ellie. Grazie.-mi abbraccia.
-Non c'è di che. Ora devo andare. Ciao!-saluto uscendo da quella casa. Salgo sul taxi nero e vado al luogo del concerto.
-Sei arrivata finalmente!-dice il mio manager sbuffando.
-Ho avuto un imprevisto.-dico andando a cambiarmi.-Al lavoro!-dico salendo sul palco e cominciando a provare.
Ad Amsterdam....
Mancano meno di due ore al concerto e io sono abbastanza nervosa. Come se questo non bastasse ricevo anche una telefonata.
Sconosciuto
Entro nel mio camerino, sistemo la spilla e rispondo con il viva voce.
-Pronto? Con chi parlo?-rispondo.
-Non importa con chi parli, l'importante è con chi non parlerai più.-dice una voce.
-Chi sei e cosa vuoi?-
-Voglio che tu la smetta di parlare con un ragazzo. Il tuo ragazzo.-sottolinea l'aggettivo con disprezzo e schifo.
-E se non voglio?-chiedo.
-Allora la persona più importante della tua vita ne soffrirà.-e chiude.
-Chloe....-sussurro.
-Elizabeth, vieni!-mi chiamano.
-Arrivo!-corro fuori. Più tardi chiamerò Momo e le dirò tutto anche se lei sa già tutto. Comincio ad avere paura. Ma ora non ci pensiamo; Amsterdam mi aspetta!

Alex
Sono a Vienna, mentre Ellie è ad Amsterdam. Il mio telefono squilla e lo prendo tra le mani.
Sconosciuto.
-Pronto? Con chi parlo?-
-Non importa con chi parli, l'importante è con chi non parlerai più.-dice una voce.
-Chi sei e cosa vuoi?-chiedo incazzato.
-Voglio che tu la smetta di parlare con una ragazza. La tua ragazza.-sottolinea l'aggettivo con disprezzo e schifo.
-E se non voglio?-sfido.
-Allora la persona più importante della tua vita ne soffrirà.-e chiude.
-Ellie....-sussurro.
-Alex, sbrigati!-mi chiamano.
-Arrivo subito!-mi precipito fuori dal camerino. Sono sicuramente quei pazzi dei genitori di Shantall. Poveri noi!
Ma ora non pensiamoci. Vienna mi aspetta!

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Ciao a tutti! Questo è il mio ultimo aggiornamento prima di partire in vacanza. Spero di riuscire ad aggiornare anche quando sarò in vacanza, ma se non fosse così, vi prometto che non appena torno vi riempio di aggiornamenti. Baci 💋

Amami  (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora