Capitolo 41

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Elizabeth
Il pentagramma sulla scrivania, la matita tra i denti, gli occhi puntati sulle note. Non ce la faccio. Non è scattata quella scintilla in me, quella scintilla che aziona il meccanismo, il colpo di genio.
-Maledizione!-esco dal paradiso e vado nel giardino sul retro. Mi siedo sul bordo della vecchia piscina e chiudo gli occhi. Perché non riesco a comporre? Cos'è che manca? Ritorno in quella stanza e prendo il foglio tra le mani.
Forse se suono quello che mamma ha scritto un'altra volta, riuscirò ad andare avanti. Prendo il mio violoncello e suono. Una, due, tre, quattro, cinque, sei volte. Nulla.
Ma perché?! Non capisco. C'è qualcosa in questa canzone, qualcosa che mi sfugge. Un dettaglio, un microscopico dettaglio che mi impedisce di portare a termine la mia opera. Il punto è: cosa?
Osservo quel foglio, me lo rigiro tra le mani. Non c'è niente di strano, non ci sono strappi, non ci sono pieghe.
-Questa canzone ha un segreto. Ne sono certa.-continuo a ripetermi. Apro l'unico cassetto di quella scrivania e comincio a cercare. Alcune biro nere, dei post-it, un quaderno pentagrammato e un'agenda.
Prendo l'agenda rivestita in pelle, tolgo il cinturino e apro il libro.
È incredibile come le cose cambino da un giorno all'altro, come una persona cambi da un giorno all'altro.
Quel ragazzo tanto bello quanto stronzo, Gabriel Miller, quel ragazzo ora è il mio ragazzo. Wow è strano dirlo, anzi scriverlo. Io lo odiavo con tutta me stessa. Era sempre lì a prendermi in giro perché mi portavo sempre dietro il mio quaderno pentagrammato. Ma un giorno è cambiato tutto. Ha trovato il mio pentagramma sul banco, lo ha preso e ha cominciato a leggere i miei pezzi. Da allora qualcosa nel suo modo di fare nei miei confronti è cambiato. Quando delle ragazze mi prendevano in giro perché suonavo "quello strumento grande, brutto e con suoni orribili" lui mi difendeva. Un giorno mi ha chiesto se potevo suonargli qualcosa e allora sono rimasta di sasso. Il capitano della squadra di calcio della scuola, nonché ragazzo più figo della scuola, mi chiede di suonare il violoncello per lui e io accetto. Sono stata sveglia una notte intera per comporre un pezzo da far ascoltare a Gabriel ma è stato tutto inutile, niente era abbastanza perfetto per farlo sentire a lui. Alla fine decisi di prendere un pezzo classico che conoscevo a memoria: Suite No.1 in sol maggiore-preludio di J.S.Bach.
Da quel giorno abbiamo cominciato a frequentarci e siamo arrivati ad innamorarci e a metterci insieme. Non ci credo ancora.
Sfoglio altre pagine.
Santo cielo, non ci credo! Gabriel mi ha chiesto di sposarlo! Dio sono così felice che sto urlando per la mia stanza come una pazza. Ma, cavolo, il ragazzo che amo mi ha chiesto di sposarlo e io non voglio altro. Lui è il mio futuro.
Sorrido sfogliando altre pagine.
Sono incinta. Presto io e Gabriel diventeremo genitori. Qui, dentro alla mia pancia, sta crescendo un esserino che sarà nostro figlio. Sarà il frutto del nostro amore.
Gabri, quando gliel'ho detto, mi ha baciata con passione poi ha accarezzato il mio ventre e ha detto che non potevo fargli un regalo migliore di quello.
Sfoglio altre pagine.
La nostra piccola Ellie ha deciso di suonare il violoncello e noi non potevamo esserne più felici. Vuole seguire le mie orme, la mia bambina.
Sfoglio ancora il diario.
Sono incinta per la seconda volta. Ellie è felicissima perché avrà un fratellino o una sorellina e Gabriel è al settimo cielo. Alla notizia mi ha preso in braccio e ha cominciato a ridere.
Sfoglio un altro po.
Io e Gabriel abbiamo deciso di scrivere un pezzo, insieme. Non lo abbiamo mai fatto però ci proveremo. Ho imparato che non sempre si riesce ad attingere la perfezione da soli. Ad esempio io. Ora sono perfetta. Ho tutto: un marito fantastico che mi ama come il primo giorno, due figlie stupende che mi rendono orgogliosa e mi renderanno sempre orgogliosa, qualsiasi cosa faranno e una cariera musicale alle stelle.
Questa canzone la scriveremo lentamente, in anni magari o metteremo solo qualche battuta ora e poi, quando saremo vecchi, completeremo l'opera. Questa canzone sarà il segno del nostro amore infinito ed è per questo che la scriveremo più in là perché vogliamo descrivere il nostro amore, immutato da anni, che ha superato tutto.
Voglio che sia un brano per violoncello, perché è proprio questo strumento a farmi avvicinare all'amore della mia vita.
Queste pagine appena lette mi fanno sorridere. Ma...aspetta!
E se questo pentagramma portasse le prime battute della loro canzone? E se questo pezzo andasse scritto assieme a qualcun altro?
Mamma lo voleva scrivere assieme a papà, quando sarebbero diventati vecchi.
E se io facessi lo stesso?
Ma con chi? Con Alex? Forse un giorno, ma non credo che ora sia giusto. Forse devo aspettare ancora un po di tempo e troverò le risposte da sola. Forse.
Rimetto tutto al suo posto e accendo il telefono.
Da Alex
Ti aspetto a casa nostra. Ho già portato tutte le tue cose lì. Ti mando l'indirizzo. Ti aspetto.
Guardo l'ora e vedo che è mezzanotte passata. È il caso che torni a casa. Metto l'indirizzo sul GPS e in pochi minuti sono davanti alla porta di casa. Cerco di aprire la porta e vedo che non è chiusa a chiave.
Entro in salone e vedo Alex addormentato sul divano.
-Sogni d'oro.-lo bacio sulla fronte.
-Sei tornata...-sussurra aprendo gli occhi.
-Non volevo svegliarti.-dico mortificata.
-Come stai?-chiede sedendosi e facendomi cadere sulle sue ginocchia.
-Bene.-sorrido.
-Hai risolto con il tuo passato?-
-In parte. Ho capito che devo aspettare un altro po. Però voglio fare una cosa e la devo fare il prima possibile.-passo una mano nei suoi capelli.
-Che cosa?-chiede curioso.
-Presto lo scoprirai amore.-sorrido felice.
-Andiamo a dormire.-mi bacia sulle labbra e poi mi porta nella nostra stanza, dove ci addormentiamo.

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Oggi tre aggiornamenti! Avevo l'ispirazione perciò l'ho sfruttata. Cosa ne pensate di questo capitolo? Aspetto 🌟 e commenti se vi piace! Vi voglio bene ❤

Amami  (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora