Capitolo 24

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Elizabeth
Sono dentro il garage della "famiglia" a migliorare la mia Honda Rx7.
-Ti va di bere qualcosa angelo?-chiede Ray.
-Mi andrebbe una Corona.-mi pulisco le mani con uno straccio.
-Tieni.-mi passa la bottiglia di birra. Ne bevo quattro sorsi e poi torno a guardare la mia macchina.
-Sono tutti fuori a correre. Non ti va di venire?-
-No Ray, voglio stare qui.-mi porto il vetro alle labbra.
-Se vuoi parlare noi ci siamo.-
-Non voglio parlare. Odio parlare.-lo guardo.
-Non fare cazzate, ti chiedo solo questo.-
-Non farò nulla, promesso.-
-Ok...-dice poco convinto andando fuori. Lascio la Corona sul tavolo e torno a lavorare.
È rilassante mettere le mani su una macchina e farla diventare unica. Preferirei stare tra le braccia di Alex, che modificare un motore ma questo è meglio di niente, giusto?
Non devo pensare ad Alex sennò rischio di piangere ancora.
Comincio a canticchiare mentre sono sotto la macchina. Poi delle parole si introducono nella mia testa. Una canzone. Ho una nuova canzone.

Chloe
-È scioccante!-dico sconvolta.
-Lo so, ma la vita di Ellie è più importante della mia felicità.-Alex sospira amareggiato.
Cosa posso fare per aiutarli? Tengo enormemente ad entrambi e voglio la loro felicità.
-Non dire nulla ad Elizabeth. Lei non deve sapere. -
-Non le dirò nulla se tu mi prometti di lottare per voi.-dico sicura.
-Non esiste più Chloe.-
-Sì che esiste. Io credo in voi, ma se tu e lei non ci credete allora perderete. Vi perderete.-
-Elizabeth mi ha dimenticato.-
-Si è ubriacata per dimenticarti, ma più beveva e più si ricordava di te.-
-Ha baciato Matthew.-
-E ora sta peggio di prima.-
-L'ha fatto comunque.-
-Ci rinuncio! Siete impossibili!-sbuffo innervosita.
-Forse lo siamo...-Alex alza le mani in segno di resa.-Però io rivoglio indietro la mia piccolina.-
Sorrido guardando il mio fratellastro.
-Ci conto Alex. Ci conto.-mi alzo dalla sedia.
-Contaci Chloe.-mi riaccompagna a casa.
Ora devo scoprire la versione di mia sorella. Voglio che quei due si mettano di nuovo insieme, la voglio prendere come una missione. Questa sarà la mia missione.

Alex
-Ciao Alex. Dove sei stato?-dice la signora Harrow.
-Affari miei.-dico annoiato.
-Che irrispettoso! Dovremo rimediare...-dice con tono malefico.
-Al Starbucks con mia sorella Chloe.-
-Solo con lei o anche con qualcun altro?-
-Solo con lei e la prossima volta mi mandi direttamente in centrale per l'interrogatorio.-sputo acido.
-E di cosa avete parlato?-insiste.
-Abbiamo chiarito un'incomprensione. E ora avrei da fare.-esco da quella stupida casa che sta diventando la mia prigione. L'unica cosa che mi permette di restare a New York è la musica, sennò sarei già a Los Angeles.
Devo assolutamente trovare un modo per non fidanzarmi con Shantall però non ho ancora nessuna idea. Chi potrebbe aiutarmi in una situazione simile?
La "famiglia". Loro possono aiutarmi.

Elizabeth
Oggi ho mentito ancora dicendo che stavo male però ho promesso che domani sarei tornata attiva a ogni costo. Sono piegata sulla mia Rx7 per sistemare le ultime cose quando il portone del garage si apre con un rumore stridulo. Dovrebbero mettere un po' d'olio.
-Hey famiglia...-la voce mi muore in gola non appena vedo Alex.
-Non sapevamo fossi qui angelo.-dice French nervoso.
-Sono qui e ora non più.-dico raccogliendo le mie cose.-Non toccate la mia bambina, chiaro?!-punto la schiave inglese contro i miei amici.
-Chiaro.-rispondono in coro ma io non sono presente. Sono stata risucchiata dal vortice grigio di Alex. Quanto mi manca...
No, non devo cedere. Sono forte, vivo anche senza di lui.
Mi giro ed esco da quel garage mentre una lacrima sfugge al mio controllo.
Sono forte e ce la faccio. Devo farcela.

Alex
Arrivo a casa di French e busso alla porta.
-Alex entra.-mi invita.
-Devo parlarvi. Ho bisogno di aiuto.-dico.
-Vieni.-dice Alan. Apriamo la porta del garage che produce un cigolio sinistro.
-Hey famiglia...-dice Elizabeth ma si ferma non appena mi vede. È bellissima. Le punte tinte di azzurro, una camicia di jeans legata sopra l'ombelico leggermente sbottonata, uno short di jeans strappato ed un paio di stivaletti neri con le borchie.
-Non sapevamo fossi qui angelo.-dice French nervoso.
-Sono qui e ora non più.-dice raccogliendo le sue cose.-Non toccate la mia bambina, chiaro?!-punta la schiave inglese contro di noi .
-Chiaro.-rispondiamo in coro mentre io mi perdo nei suoi occhi verde smeraldo. Quanto mi mancano i suoi occhi, il suo sorriso e la sua risata. Mi manca lei.
Smette di guardarmi e se ne va da quel garage.
-Ti manca?-chiede Betty.
-Un bordello.-rimango a fissare la polvere lasciata dalla macchina di Ellie.
-Come possiamo aiutarti?-chiede Travis.
-Ho bisogno di un piano.-e comincio a spiegare la situazione attuale.
-Dobbiamo includere anche l'angelo per riuscirci però è troppo testarda.-dice Sissi.
-Zio Alex!-dice una vocina.
-Joe!-prendo il bambino in braccio.-Come sta il mio campione?-
-Perché la zia è sempre triste e non vuole giocare con me?-chiede il bambino triste.
-È colpa mia, ma sistemerò tutto Joe.-
-Me lo prometti?-mi guarda speranzoso.
-Te lo prometto.-
-Vieni da zio Dj!-il nero apre le braccia e il bambino corre da lui.-Ora andiamo a giocare a pallone.-lo porta via.
-Che avete in mente?-chiedo.
-Elizabeth ha già un piano suo.-dice Momo.
-Quale sarebbe?-chiedo.
-Tu non c'entri.-dice Alan.
-Devo sapere!-
-Tu starai al gioco dei genitori di Shantall...-dice Holly.
-Ma non voglio!-
-Non sarai solo. Alan sarà il tuo "migliore amico", sarà la tua ombra.-dice French.
-E poi?-
-Poi vedremo Alex. Per ora non fare nulla. Ci pensiamo noi.-dice Ray.
-Va bene. Vi ringrazio per tutto ciò che fate.-
-Tutto per il nostro angioletto.-
Speriamo vada tutto bene.

Amami  (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora