capitolo 5

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Nei giorni che seguirono avevamo deciso che non avremmo parlato di quanto successo con mia madre. Ansiosa come era si sarebbe precipitata a casa e avrebbe lasciato il lavoro. E noi avevamo bisogno di quei soldi.
Quindi feci finta che non fosse successo nulla , o almeno ci provai.
La sera facevo incubi terrificanti, sognavo di come sarebbero andate le cose se Cameron non fosse arrivato in tempo. Mi svegliavo tremante e sudata, con il cuore a mille nel bel mezzo della notte. Spesso non riuscivo più a riaddormentarmi, e giorno dopo giorno mi trascinavo sempre più stanca.
Quando finalmente arrivò sabato erano passati 5 giorni , e sentivo che una bella corsa non avrebbe fatto altro che aiutare.
<<già sveglia?>> Mi chiese Cameron controllandosi l'ora al polso <<non sono nemmeno le sette. Dove stai andando?>>
Mi stiracchiai le gambe fasciate dai pantacollant da corsa e presi le cuffie dalla tasca della giacca antivento
<<vado a farmi un giro al parco qui dietro.>>
Cam mi scrutò lentamente ,lasciando scivolare i suoi caldi occhi nocciola su tutto il mio copro e provocandomi brividi senza senso lungo la schiena.
<<ok.>> disse infine secco.
Ero sorpresa. Pensavo avrebbe fatto storie o altro.
Da quel giorno il controllo di Cam era diventato molto più severo, e non mi faceva fare due passi a meno che non fossero in sua presenza o di quella di Sara (ma anche per quello avevo dovuto lottare).
<<ok. Ma ad una condizione>>
E ti pareva
<<vengo con te. >>
Spalancai gli occhi , non preparata ad una proposta del genere.
<<No no no no! Io corro da sola!>>
<<va bene...quindi correrai da sola ma con me>>
Lo guardai male <<mi stai prendendo in giro?>>
Cam sorrise divertito mentre mi superava <<solo un pochino. Dai andiamo che poi il sole si fa troppo caldo>>
Non avevo la minima voglia di correre con Cameron, e le motivazioni erano innumerevoli. In primo luogo, lui era palesemente più allenato di me, e non mi andava molto di farmi vedere da lui stramazzare al suolo e boccheggiante. In secondo luogo non volevo conoscesse la Ally sudata e paonazza.
Stava per varcare la porta di casa quando lo fermai. << aspetta ma tu vieni a correre così ? >>
Era vestito normalmente , una t-shirt bordò e un pantalone della tuta grigio.
Non del tutto adatto per correre.
Il mio piano era geniale. Nel tempo impiegato da lui per cambiarsi me la sarei svignata. Sarebbe andato tutto liscio come l'olio.
Lui abbassò gli occhi sui suoi abiti, alzò veloce gli occhi su di me , e un secondo dopo la maglietta che fino a poco prima era sul suo corpo scomparve , lanciata chissà dove dall'altra parte del salone.
Ma che cazz-
Ogni mio pensiero venne ammutito di fronte a quel ben di Dio : le spalle larghe e muscolose che mostravano le clavicole sporgenti , due pettorali perfetti che seguivano le curve di una tartaruga altrettanto perfetta con tanto di fossette verso la parte bassa del suo corpo.
Sentii le guance aumentare di temperatura , e non furono l'unica parte del mio corpo a reagire a cosa avevo di fronte.
Iniziò a stirarsi i muscoli sopra la testa , e rimasi incantata dalle linee armoniose del suo corpo che si stendevano e si allungavano.
Dovevo avere proprio un'espressione da ebete , perché Cam mi sorrise tutto compiaciuto , e mi prese per mano trascinandomi in strada.
Iniziamo male...
In realtà quel giorno non ero del tutto carica , e di certo non avevo in programma una maratona da chissà quanti chilometri, ma in un certo senso mi spronava averlo accanto , non mi sarei mai fermata prima di lui.
In più mi facevano morire dal ridere le espressioni delle ragazze mentre passavamo. Non potevo dare loro torto, anche perché molto probabilmente le loro facce incredule assomigliavano molto a quella che avevo avuto io pochi minuti prima a casa.
Lui era davvero allenato, dopo circa mezz'ora che correvamo non era nemmeno sudato , e poi c'ero io , che annaspavo in un mare di sudore. Quando vide che iniziavo ad arrancare rallentò per non lasciarmi indietro.
Ci fermammo a un chiosco all'interno del parco e prendemmo una bottiglietta d'acqua ciascuno.
Stavo bevendo peggio di uno sperduto nel deserto quando il mio sguardo si scontrò con la figura di Cam e a momenti mi strozzavo.
Anziché usare la bottiglietta come un qualsiasi essere umano, lui se la portò all'altezza della testa e lasciò che l'acqua gli colasse in una maniera pericolosamente sexy lungo tutto il copro , bagnandogli i capelli e accarezzandogli ogni curva.
La luce del sole faceva risaltare ancora di più le linee degli addominali , e le gocce che calavano fino alla linea dei pantaloni bassi brillavano lasciando dietro strisce luccicanti.
L'acqua addosso a lui sembrava ancora più dissetante.
Ma perché doveva sempre mettersi COSÌ in mostra?!
Nonostante una parte di me gliene fosse infinitivamente grata, un'altra parte ne era furente , poiché adesso per colpa sua avevamo addosso gli occhi di tutta la popolazione femminile per la distanza di 20 chilometri. E inoltre vederlo così accendeva quel calore dentro di me al quale proprio non volevo dare retta.
Il modo in cui riusciva ad accendere certi stimoli che non avevo mai provato prima per nessuno non mi piaceva per niente .
Mi spaventava , ma mi eccitava allo stesso tempo.
Quindi mi sforzai di guardarlo negli occhi e non far scendere il mio sguardo là dove l'acqua era arrivata , e dissi cercando di trovare il tono più normale e disinvolto possibile
<<guarda che hai mancato la bocca scemo>>
Cameron rise <<io penso che tu ne sia felice invece.>>
Ovviamente si, ma lo avrei mai ammesso? Certo che no.
<<nei tuoi sogni. Ora andiamo prima che qualche madre arrapata ti rapisca>>
<<ti mancherei troppo lo so>> disse compiaciuto.
Alzai gli occhi al cielo e gli diedi un piccolo pugno sul braccio <<ma finiscila>>.
<<guarda cerchi anche contatto fisico>>
Alzai un sopracciglio e finsi un'espressione ripugnata <<io il contatto fisico da te non lo cercherei nemmeno se fossi l'ultimo uomo sulla faccia dell terra>>
Falsissimo.
<<sei brava a mentire come io a scop->>
<<OK ORA BASTA>> Non lo feci concludere e mi tappai le orecchie con gli auricolari.
Nonostante non lo sentissi nè lo vedessi sapevo che stava ridendo.

Correre mi aveva sempre fatto bene. Erano quelle decine di minuti che mi concedevo per pensare e scaricare la tensione. Quella settimana mi aveva stancata davvero tanto, e la macanza di sonno per gli incubi che facevo ogni notte mi rendeva sempre più nervosa. Non ne avevo parlato con Sara perché avevo paura non avrebbe capito. Invece ero sicura che Cameron lo sapesse , perche due o tre volte mi ero risvegliata urlante , ma non mi aveva chiesto nulla.
Spesso ripensavo a quella mattina , e anche adesso mi tornava in mente quel Cameron affettuoso e protettivo che mi aveva cullato tra le sue braccia. Non lo avevo più rivisto ,quel Cameron ,e infatti sin dalla sera era tornato il ragazzo di sempre , pieno di se e acido. Però ormai avevo visto quella parte di lui , mi chiedevo perché ci tenesse tanto a nasconderla così bene.

Quando tornammo mi bruciavano i muscoli per la fatica , sentivo la gola secchissima e la faccia bollente.
I vestiti erano appiccicaticci e sudati, e l'unica cosa che avevo in mente era una bella doccia ghiacciata.
La testa mi tamburellava ancora di tutte quelle fastidiose immagini che faticavano a lasciarmi. A quanto pare nemmeno la corsa aveva funzionato.
Mi diressi verso il bagno , ma qualcosa da dietro mi strinse il polso costringendomi a fermarmi.
Mi girai confusa, osservavo la mano di Cam <<eih cosa c'è? >>.
La prima cosa che notai era una serietà quasi spaventosa , che gli avevo visto solo una volta , la mattina quando mi aveva vista piangere.
<< c'è qualcosa che non va?>>
Beccata.
Ingoiai stressata e mantenni gli occhi fissi nei suoi << Emh... no. Perché ?>>
Lui piegò la testa e d'un tratto le sue labbra si erano fatte maledettamente troppo vicine alle mie.
Il cuore mi batteva più veloce che mai, e sentivo le vene scorrermi nelle orecchie.
<< sei strana. Non strana come al solito. Più strana>>
Strinsi lievemente gli occhi <<Cosa è? Un insulto?>>
Le sue labbra si incurvarono verso l'alto ,ma il sorriso non raggiunse gli occhi. <<dai sono serio.>>
Le sue preoccupazioni mi facevano piacere , e nonostante quello che stessi provando in quel momento non poteva essere spiegato , non volevo farlo stare in pensiero.
<<No perché se stai male o qualcosa del genere devi assolutamente dirmelo, sennò tua madre mi frigge vivo. Letteralmente.>>
Quella frase mi colpì come un coltello. Chinai il capo, e, stavolta con ancora meno convinzione , gli ripetei che andava tutto alla grande.
Cameron era visibilmente dubbioso, ma mi lasciò andare e io corsi con la velocità di un razzo su per le scale.
Qualche munito dopo il getto d'acqua fredda mi investì il volto, e potei sfogare la frustrazione che mi portavo dentro.
Un altro peso mi si stava accumulando sul petto e non riuscivo a capire a cosa fosse dovuto. Non potevo nascondere che ciò che aveva appena detto Cam mi aveva fatto un certo effetto , ma non capivo il motivo. Che ci fossi rimasta male perché non era veramente preoccupato per me ? O almeno non per i motivi giusto?
Ma perché la cosa mi dava tanto fastidio? Di ciò che pensasse e provasse non me ne doveva fregare proprio un fico secco, a malapena lo conoscevo!
Chiusi il rubinetto e spalancai la tendina per immergermi nel vapore che aleggiava nel bagno.
Mi sciacquai il volto facendo ben attenzione a non incrociare la mia immagine riflessa nello specchio. Non serviva vedermi per sapere quanto schifo facessi in quel momento.
Finii di lavarmi e uscii con ancora i capelli grondanti d'acqua.
Stavo andando in camera con l'asciugamano stretto sul petto quando delle mani calde mi cinsero la vita e mi costrinsero a voltarmi.
Un secondo dopo mi ritrovai di fronte Cam, e prima che potessi metabolizzare la sua vicinanza le sue labbra si unirono alle mie , e io non ci capii più nulla.

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