capitolo 25

32.4K 1.5K 119
                                    

<<Nanetta svegliati ,oggi è il grande giorno>>
I primi raggi di sole mi colarono sulle palpebre chiuse e il viso mi divenne più caldo.
Mugugnai qualcosa di cui nemmeno io ero molto certa , e mi girai nella parte opposta del letto.
<< nanetta ti devo prendere a forza?>> disse Cam troneggante sopra di me.
Mi sarebbe piaciuto essere ancora presa in braccio da Cam, il suo profumo e il suo tocco mi avrebbero potuto dare la spinta giusta per iniziare bene la giornata , ma ero un pochino convinta che se mi avesse di nuovo avvolto ,col cavolo che poi per l'ora di matematica sarei riuscita a concentrarmi per bene.
Quindi diedi inizio a quella giornata ,mi alzai e mi trascinai nel bagno mentre Cam scendeva a preparare la colazione.
Mi vestii con dei jeans neri strappati e un maglione largo bordeaux , per essere comoda , e una cipolla in stile 'disadattata ma fashion' (che su di me faceva piu disadattata che fashion ma dettagli ).
Scesi le scale con lo zaino in spalle e il profumo di pancakes mi riempì il petto.
<<wow>> dissi quando Cam mi porse il piatto stracolmo di delizia allo sciroppo
Cam fece un sorriso compiaciuto <<non soprò cucinare la pasta, ma con i pancakes non mi batte nessuno. Me li ha insegnati mia..>> qualcosa nei suoi occhi si fece più cupo, e iniziò a scuotere la testa distratto <<niente niente, sbrigati che ti accompagno con la macchina>> ed uscì dalla cucina.
Mentre trangugiavo la mia colazione mi chiesi cosa fosse appena successo. Perché si fosse rattristato così in fretta.
Anche durante il viaggio verso la scuola rimase parecchio pensieroso, gli occhi fissi sulla strada e le sopracciglia aggrottate, la preoccupazione aumentava.
Quando accostò la Lampala, lo salutai un pò contrariata , al momento l'idea di lasciarlo così giù di morale non mi attirava granché , avrei voluto aiutarlo, capire il perché delle nuvole sul suo volto,ma dovevo
fare il compito, e discutere non sarebbe servito a niente.

<<Ally? Ma mi stai ascoltando?>> Mi chiese la mia amica Sara dandomi un colpo sul braccio.
Quel giorno aveva i capelli legati in un elegante coda di cavallo, e l'angolo destro della bocca era sporco di cioccolato,cosa che mi suggeriva che era arrivata la ricreazione.
Le ore erano passate lente e distratte, persino il futuro quattro che avrei preso in matematica non mi assillava più di tanto.
Stavo ancora pensando all'espressione di Cam...
<<si scusa. Oggi sono un po...>>
<<distratta?>> concluse la frase la mia amica alzando gli angoli della bocca << l'ho notato. Ma che hai?>>
Feci un elenco mentale di tutte le cose che non andavano della mia vita, ma mi limitai al resoconto del giorno.
<< oggi Cam mi sembrava strano. Sono preoccupata>>
La mia amica addolcì la sua espressione e con le dita fece la forma del cuore <<ma che cariiiiina >> squittì tutta eccitata.
Sbuffai e lei rise.
<< dai stavo scherzando. Magari non è nulla.>> disse cercando di tranquillizzarmi.
Era la stessa cosa che mi ero ripetuta per il resto della mattinata,ma uno strano e familiare presentimento alla bocca dello stomaco non mi lasciava in pace.
<<dai dai non ci pensare. Piuttosto, come va con quel Shawn di cui mi parlavi l'altro giorno?>>
A si , di bene in meglio propio!
<< non so davvero Sara ,non so che fare!>> e mi accasciai sul tavolo della mensa con il volto nascosto dalle mani
<< Shawn è carinissimo, e soprattutto gli piaccio. Però non so se ricambio pienamente... sai come é...>>
<<c'è Cam...>> concluse Sara.
Già...
<<per il momento ci siamo accordati di vederci il prossimo venerdì>>
<<e poi cosa pensi di fare?>> Mi chiese prendendo un sorso di latte.
<<non so. Penso che vedrò da come sarà l'uscita. Ma ora non ci voglio pensare >>
Avevo già abbastanza tormenti per il momento.
Il tempo si trascinò faticosamente, e poco prima di uscire dal cortile al termine delle lezioni mi arrivò un messaggio di Cam : 'devi fare molti compiti oggi?' .
Quella domanda mi confuse un po', e senza pensarci due volte scrissi "no".
Quando infine iniziai a sentire le urla delle ragazzine nel cortile già sapevo che Cam era venuto a prendermi con la moto.
Mi avvicinai ,e come l'altra volta dovetti farmi largo tra la folla per raggiungere il mio baby sitter.
<<dai sali >> mi disse con il sorriso che mi era mancato da tutta la mattina, e che non potei non ricambiare
<<e dove andiamo?>> chiesi chinando di lato la testa.
Lui alzò le spalle , era evidentemente eccitato per ciò che stavamo per fare , e io non indulgiai più e mi sedetti dietro di lui.
Mi era mancata quella moto, la sensazione di libertà quando aumentava la velocità , sentire il vento accarezzarmi ogni fibra del corpo, i capelli vibranti nell'aria , e poi il corpo di Cam premuto al mio.
Per necessità ,ovviamente.
<<ecco.>> la voce di Cam mi raggiunse ovattata dal vento, e quando accostò la moto,ci misi un pò a trovare l'equilibrio per scendere.
Ci trovavamo nel giardino di un college , avevamo dovuto allontanarci molto da casa ,perché non ero mai stata in quella zona.
A quell'ora il prato era pieno di studenti, alcuni studiavano sotto l'albero , altri erano semplicemente sdraiati a guardare le nuvole ,ognuno stava per i fatti suoi.
Non capivo, perché ci trovavamo lì?
Mi voltai verso Cam, che aveva assunto un'espressione nostalgica.
<<Bello eh? Amavo trascorrere i pomeriggi in questo giardino>>
Come?
<<vuoi dire che tu hai studiato qui?>>
Lui mi rispose con un cenno del capo, e iniziò ad incamminarsi verso l'imponente struttura che si innalzava a qualche decina di metri da noi.
<<dopo il liceo ero riuscito ad entrare in questo college grazie a una borsa di studio. Studiavo medicina.>> Sì girò un attimo verso di me ,poi riprese a parlare, la sua voce danzava nell'aria, talmente roca e bassa che mi dovevo sforzare per sentirlo.
<<mia mamma era malata. E nella mia stupidità credevo che se fossi diventato un medico in qualche modo... >> Sì passò una mano tra i capelli, le spalle erano contratte e mi si strinse il cuore.
Sua madre era morta ? E di cosa ? Da quanto tempo ?
Continuò:
<<Ma ovviamente non era così. In breve tempo peggiorò , e per quanto mi impegnassi nello studio , i miei voti non erano più abbastanza per mantenere la borsa di studio. Ogni giorno dovevo badare a mia sorella e stare con mia madre, perché papà  lavorava , e la cosa non era facile... senza quei soldi non potei più proseguire con gli studi,le cure costavano troppo e io fui costretto a lasciare.>>
Sì fermò, e per un pò rimase in silenzio. Lo raggiunsi e gli posai una mano sulla spalla.
Volevo farlo stare meglio , lo volevo con tutta me stessa ,ma in vita mia non avevo mai dovuto affrontare un lutto, e perciò non potevo sapere come si sentiva davvero.
Doveva aver passato l'inferno. Perdere un genitore doveva essere la cosa più brutta al mondo, e mi sentivo così impotente a non poter fare nulla.
<<sai...un pò ti invidio. >>
<<Cosa? >>
Finalmente si voltò nella mia direzione , aveva gli occhi lucidi e le labbra strette in una fessura.
<<tuo padre non l'hai mai conosciuto. In un certo senso non hai dovuto soffrire la sua perdita.>>
Le sue parole mi colpirono come un coltello. Come poteva dire una cosa del genere ?
Feci un passo indietro , sentivo che mi pizzicavano gli occhi.
<<Cameron mio padre mi ha abbandonata. Tua madre ti amava, mio padre no. Pensi che questa sia una bella consolazione ?>>
Cam indurì la mascella,  penso avesse capito l'errore delle sue parole , chiuse gli occhi.
<<mi dispiace , sono stato insensibile>> fece un passo verso di me, ma mi ritrassi e abbassai lo sguardo sui miei piedi.
<<fa nulla.>> dissi. Perché nonostante mi avesse ferito sapevo che stava male , e il bene che gli volevo superava anche la rabbia che mi aveva provocato la sua ultima affermazione.

Caminammo per un po' nel suo vecchio campus. Era molto verde , e le strutture in mattone erano sparse a distanza di molti metri le une dalle altre. Mi immaginai un Cameron appena diciassettenne percorrere queste strade , magari chiacchierando con alcuni ragazzi che frequentavano i suoi stessi corsi. Chissà se era diverso , se fosse stato meno lunatico , forse più allegro. Mi montò in gola una strana nostalgia per quel ragazzo che non avrei mai conosciuto. Alzai gli occhi verso il mio Cameron, quello che urlava due volte su tre , che faceva battute sconcie e che mi faceva sempre sentire la ragazza più a disagio del mondo.
Alzò un sopracciglio quando si accorse che lo stavo fissando
<<che c'è ?>>
Alzai le spalle con nonchalance <<Nulla,  stavo cercando di immaginare te da più piccolo>>
Cameron sorrise <<e come sarei stato nella tua mente ?>>
Feci per riflettere <<forse più magro>>
Cameron scoppiò a ridere , e mi fece piacere sentire che non era più triste come prima.
<<Beh effettivamente ero più magro>>
<<allora ci ho preso!>> risposi troppo euforica e Cameron alzò gli occhi al cielo divertito.
<<pensi...pensi che ricomincerai a studiare ?>>
Il cambio repentino di discorso colse Cameron alla sprovvista. Rimase in silenzio per qualche secondo, e io ebbi di nuovo la paura di essermi spinta trpppo in là.
<<mi piacerebbe >> disse infine.
<<allora prova a chiedere un'altra borsa di studio ! In fondo non sei troppo vecchio>>
<<io non sono affatto vecchio! >> Mi diede una piccola gomitata sul braccio
<<hai capito cosa intendo. Dai sono seria >>
Cameron  si fermò,  e quando mi girai per chiedergli cosa fosse successo aveva una strana espressione.
I suoi occhi , di un caldo marrone misto a verde , erano così intensi da mettermi i brividi. Mi fissò per ciò che mi parve un'eternità.
<<ci proverò >> disse soltanto, poi mi raggiunse , ma questa volta mi prese la mano nella sua.
Tornammo alla moto, qualche motoscavo stava facendo a gara nel mio stomaco e speravo con tutta me stessa che il mio palmo non fosse sudato.
Perché mi aveva guardato in quel modo ? Cosa avevo detto ? E perché bastava così poco perché mi mandasse completamente in tilt? 
A questa ultima domanda sapevo rispondere , perché mi piaceva.
E tanto.

Il Mio Baby-sitterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora