I'd love to hold you close, tonight and always.

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Dakota's pov.

Finalmente gli impegni di Jamie legati ad 'Anthropoid' sono finiti. Infatti quando torna a casa, dopo le interviste di oggi, apre la porta e spalanca le braccia, dicendo:

« Sono libero! » esclama esultante. Io alzo gli occhi al cielo e affondo la faccia nelle mani. Lui ride e poi chiude la porta, venendo verso di me. Mi abbraccia da dietro e io gli stringo le mani.

« Libero di fare cosa? » chiedo, facendo finta di niente.

« Di fare tante cose. » mi bacia il collo in modo sonoro « Di averti me ventiquattr'ore su ventiquattro. Di portarti a vedere la nuova casa.. » mormora. Io sorrido e mi giro tra le due braccia.

« Stai dicendo che adesso si comincia seriamente? » rido.

« Seriamente. » concorda lui.

È incredibile.. Ancora non ci credo che siamo arrivati fin qui. È troppo bello per essere vero. Eravamo due ragazzini quando ci siamo conosciuti, chi l'avrebbe detto che saremmo finiti qui?

✨✨

9 anni prima.

Dire che stasera sono tornata qui per sfizio e non per rivederlo sarebbe una bugia. La verità è che sono passati due giorni, ma Jamie non mi ha richiamata, come speravo. Così ho deciso di venire qui e.. Fare non so cosa. Insomma, spero di incontrarlo casualmente. Quando rivolgo lo sguardo al palco, però, lui non c'è, così mi siedo al bar e aspetto.

« Ordini qualcosa? » mi chiede il barista. Io scuoto la testa. Non ho l'età.

Dopo circa mezz'ora, non vedo ancora Jamie in giro, così mi alzo e vado a cercarlo nel retro, dove ci siamo parlati la prima volta. Lo trovo nella stessa stanza della scorsa volta. La porta è socchiusa, lui è seduto su un tavolo con i piedi sulla sedia. Ha la chitarra sulle gambe e sta producendo qualche suono a caso.. Ha la testa bassa e china sulla chitarra. Le dita si muovono dolcemente. Segue il ritmo di quei suoni muovendo il piede. Senza accorgermene, faccio un rumore muovendo la porta e lui raddrizza la schiena.

« Scusa, non volevo interromperti. » dico, stringendo la maniglia.

« Non ti preoccupare. » sorride « Ehm, entra.. Se ti va. » aggiunge, imbarazzato. Faccio come mi dice e chiudo la porta dietro di me, stringendo la borsa come sostegno.

« Hai già suonato? » chiedo, per rompere il ghiaccio.

« Si, si.. » torna a guardare la chitarra « È solo che non mi andava di tornare a casa. » accenna un sorriso.

« La prossima volta allora arriverò in anticipo. » dico, cercando di toglierlo dall'imbarazzo.

« Prometti? » alza lo sguardo verso di me, sorridendo, in attesa di una risposta.

« Si, si.. Certo. » sorrido. Voglio chiedergli perché mi sembra così triste, perché non mi ha richiamata.. Ma non voglio sembrare invadente. Magari quello che è sembrato importante per me, per lui non è stato niente. Magari è stato solo un mio pensiero.. Forse proprio per questo non mi ha richiamata.

« Qualcosa non va? » chiedo. Lui alza lo sguardo « Insomma, speravo che mi chiamassi.. Eravamo rimasti d'accordo così. » mi avvicino e incrocio le braccia.

« Volevo chiamarti.. Solo che.. » scuote la testa « Lascia perdere. » ride.

« No dimmi.. » mi avvicino « Non preoccuparti. Non ti sto dicendo che dovevi farlo, solo che me lo aspettavo.. Insomma, pensavo che ci fosse stato.. » balbetto.

Damie • My burning sun.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora