Monster, di nontiserveilmionome

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In questa storia ho intravisto il vago tentativo di ricalcare la morale di Cinquanta Sfumature, o di parlare della violenza sulle donne, che tuttavia è miseramente sfociato nella delusione. Non è presente la minima volontà di denunciare il maschilismo o giù di lì, è semplicemente una storia vuota scritta con una dose esagerata di leggerezza. Insomma, alla fine si parla di carcere dove delle ragazze vengono abusate, e tuttavia la protagonista non è minimamente toccata da tutto ciò, protetta da un velo di ignoranza steso dell'autrice, cieca difronte a ciò che succede.

La sintassi è molto semplice: non presenta un linguaggio ricercato o elaborato, e spesso presenta pure una costruzione errata delle proposizioni e degli elementi nelle frasi. Sono presenti davvero tante ripetizioni, e non solo nei paragrafi, ma all'interno di ogni capitoli la scelta di parole è molto limitata. Oltretutto i dialoghi sono scritti in modo scorretto, e sono anche molto superficiali. L'unico di questo che mi ha trasmesso del sentimento è stato lo sfogo della protagonista dopo aver appreso che il suo fidanzato era morto. Il resto era piatto come la carta velina.

La narrazione è spogliata di riflessioni concrete, e non riusciamo mai ad entrare nella mente del personaggio per colpa del l'onniscenza, un campo in cui l'autrice non si destreggia particolarmente. Oltretutto sono presenti davvero poche descrizioni, senza contare la decontestualizzazione in cui è immersa la storia. La città in cui è ambientata è un luogo sconosciuto, il penitenziario uno stereotipo delle sue immagine (o almeno, credo lo sia dato che ne è descritta solo la porta).

I personaggi sono poi molto banali, senza un minimo di profondità o coerenza (prima tra tutti Judith), e le relazioni che intessono sono altrettanto artificiose e fuori dal mondo. Vi faccio un pratico esempio: John, il direttore di questo carcere femmine, ha cominciato a provare odio verso il genere femminile dopo che la moglie l'ha tradito, quindi, per punizione, l'ha stuprata e ha ucciso l'uomo con cui l'ha tradita. E, per farci mancare nulla, ha preso il controllo di questo carcere e a cominciato a fare tutto quello che gli pareva.
Okay il discorso del mondo inventato, cioè che tutto quello che succede non è reale, ma così è solo una scusa per spiegare le surrealtà presente in ogni questa storia.

TRAMA: 3 (di cosa si vuole parlare? Che scopo ha questa storia?)
ORIGINALITÀ: 6
SINTASSI: 4
NARRAZIONE: 4
PERSONAGGI: 6
VOTO COMPLEASIVO: 23 su 50
COSIGLI: -dare uno scopo alla storia
-rendere i personaggi reali e profondi
-aggiungere le descrizioni e le riflessioni
-rivedere i dialoghi

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