The Masked Lady, di ChiaraRossi925

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Dopo questo lungo periodo di assenza mi trovo a raccontarvi di The Masked Lady.
Partiamo dal principio: Astrid Crowell, giovane ragazza di buona famiglia, è costretta a sposarsi con Byron Devemport, figlio di un duca, freddo, viziato, dipendente dal gioco e dalle donne, insofferente per via del suo imminente matrimonio con una ragazzina. Il tutto si può divedere in due atti: nel primo siamo concentrati sul rapporto che i due neo sposi instaurano con un tragico epilogo, nel secondo entra in scena Lady Marlena, che scombussolerà la vita di Byron e gli farà capire quanto, in realtà, tenga a sua moglie. La storia d'amore che non funziona è un classico, ma è interessante il modo in cui Astrid agisce per mettere le cose a posto. Ho trovato un po' banale il fatto che prenda spunto da uno spettacolo per ideare il suo "piano"; Astrid, dopo essere stata tradita per l'ennesima volta dal marito, va a teatro con la cugina, però pare strano che quest'ultima non avesse idea di cosa parlasse la rappresentazione; lei stessa l'aveva presentata come "strepitosa".

L'ambientazione è un mondo immaginario, che mischia settecento e ottocento con, però, parecchie variazioni sul tema e dettagli di altre epoche; ad esempio è l'Enchanting, il locale frequentato dal giovane Duca, assomiglia molto a un locale degli anni trenta più che vittoriano. Questi inserti sono interessanti da leggere, ma andrebbero amalgamati con il resto della storia.
All'Enchanting ad un certo punto si parla di microfoni, un elemento che stona davvero troppo con l'ambientazione. La religione cristiana è un scelta azzardata, però un elemento che avvicina la storia al lettore, di conseguenza andrebbe integrata meglio con gli altri contenuti.

Ci sono davvero tanti errori di battitura sparsi per tutti i capitoli e, cosa grave, i congiuntivi sono stati brutalmente trucidati.
Dal primo all'ultimo capitolo la costruzione del periodi ipotetici del secondo tipo è smontata e sostituita dall'imperfetto. L'autrice scrive spesso frasi come:"Non sapeva di quale piano stava parlando", invece che "stesse".
Alla fine di ogni discorso non c'è quasi mai il punto, e spesso essi sono introdotti dai due punti sebbene le frasi precedenti non c'entrano nulla. "Voleva distaccarsi il più possibile da essi: –Sei sempre il solito drammatico." è scorretta, e va scritta "voleva distaccarsi il più possibile da essi. —Sei sempre il solito drammatico, — disse [...]". Nel complesso serve una gran lavoro di revisione per sistemare la storia. Consiglio caldamente all'autrice di capire come usare la punteggiatura e estinguere i suoi dubbi sul periodo ipotetico, dato che sta scrivendo il sequel di questa storia.

Il metodo di narrazione è apprezzabile, chiaro e lineare, e lo stile scelto va a braccetto con l'epoca scelta. Le ripetizioni sono però un errore ripetuto e andrebbero cercati altri termini, come quelli specifici usati nelle descrizioni troppo rade. La dimora dei Devemport è descritta frammentariamente, mentre invece il lettore dovrebbe anzitutto avere un'idea chiara su cui basarsi per poi aggiungere particolari; situazione analoga per l'Enchanting, di cui abbiamo solo un'impressione vaga. Un elemento molto importante dell'epoca scelta sono i vestiti: chi non è ammaliati dalle gonne di stoffe preziose i panciotti decorati? L'autrice dedica troppo poco tempo a questi particolari che, invece, volgerebbero il suo lavoro in meglio, però questo è solo un parere.

Ora i personaggi. Complessivamente l'autrice ha fatto un buon lavoro: ha farcito la storia con molti personaggi ed è riuscita a tenere le redini della situazione. I personaggi secondari, come il bibliotecario, la principessa o Heth, nel loro piccolo - sebbene non siano molto approfondito - sono coerenti e caratterizzati. I principali invece, sono, come dire... contraddittori.
Analizziamoli:

Lady Penelope è senza dubbio una donna da temere; spietata, calcolatrice, fredda, però non sa recitare, non sa mentire. Quando Byron le dice che non vuole Astrid sulla coscienza, lei reagisce come se avesse il figlio in pugno, mentre sono passiti pochi giorni e certamente non ha avuto modo di mettere Astrid abbastanza in cattiva luce. Con la stessa Astrid si dimostra troppo cattiva per essere una manipolatrice, le fa capire subito che la odia.

Byron è troppo lunatico. Il giorno prima si sente intrappolato nel matrimonio, quello dopo parla amabilmente con sua moglie, quello dopo ancora sparisce per la notte ma poi pensa che dovrebbe trattare meglio Astrid. Il suo cambiamento interiore non è tangibile per via di questi continui sbalzi. Sinceramente nel corso della storia non ho percepito alcuna evoluzione: semplicemente all'inizio era odioso, per tutta la storia in bilico e la fine inseparabile da Astrid. L'amore non l'ho proprio visto.

Astrid è il personaggio più contraddittorio di tutti. Si sposa come bambina sognatrice, dopo la delusione di avere un marito menefreghista corre in camera a piangere (cosa assolutamente normale per una sedicenne). Una settimana dopo, sentendosi oltraggiata dalle scappattelle notturne da parte del marito fa la donna forte e lo affronta. Sembra diventata adulta, sa benissimo che Byron non la ama ed è uno st... stupidotto, ma quando la porta alla capitale si fa strane idee e ci rimane malissimo quando lo trova con un'altra donna.
Nei panni di Marlena è donna, quando torna Astrid è una ragazzina. Solo negli ultimi capitoli è presente una vera crescita, il resto è un continuo pendolo tra troppo matura e troppo bambina. Astrid è certamente in una fase di sviluppo, però è troppo mobile tra le due parti di sé.

TRAMA: 7
ORIGINALITÀ: 4
SINTASSI: 4
NARRAZIONE: 7
PERSONAGGI: 5
VOTO COMPLESSIVO: 27 su 50

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