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"Non so cosa mettere!" urlo in preda alla disperazione

Finalmente io e Lucas abbiamo un vero e proprio appuntamento e io non so cosa mettere.

"Gwen, non serve entrare nel panico. Hai già fatto colpo, ti potresti mettere un sacco della spazzatura e lui rimarrebbbe esterrefatto ugualmente"

Alla fine metto un vestito blu che lascia la schiena scoperta e lungo fino a metà coscia. Sono a casa di Vanessa, Lucas mi passa a prendere tra dieci minuti. Mi metto un po' di mascara e il lucidalabbra e poi sono pronta.

"Mi raccomando, usate le precauzioni e divertitevi" mi dice Vanessa quando Lucas mi manda un messaggio per avvisarmi di scendere.

Non appena lo vedo sorrido. E' bellissimo con quella camicia bianca e i jeans. Mi affretto a raggiungerlo

"Sei bellissima" mi dice lui guardandomi dalla testa ai piedi e io arrossisco

"Anche tu non sei male" ribatto. Non gli dirò mai che sta da Dio e che quella camicia per quanto gli possa stare bene, sarà da qualche parte per terra stasera

Mi fa salire in macchina e poi parte. Guardo fuori dal finestrino, le case scorrono veloci, gli alberi sembrano stare al passo della macchina e la luna è luminosa. Sorrido quando sento una sua mano posarsi sulla coscia e mi giro verso di lui.

"Dove stiamo andando?" gli chiedo

"Non te lo dico, è una sorpresa" risponde

Metto su un finto broncio che scompare non appena mi prende la mano. E' così diverso, in senso positivo ovviamente. Non è più quello strafottente stronzo, è una versione migliore e sono felice di tirare fuori la parte migliore di lui, d'altronde lui lo fa con me. L'ha sempre fatto.

Parcheggia la macchina e la prima cosa che vedo è un bosco

"Pensavo che avessimo superato la fase omicida" scherzo io

"Non voglio ucciderti e nascondere il tuo cadavere, non ancora almeno" ribatte lui

Lo seguo stando attenta a dove metto i piedi. Camminiamo per dieci minuti poi inizio a vedere delle luci. Alla fine del sentiero c'è una casa.

"Di chi è?" chiedo io mentre entriamo

"Di mia nonna. Ci venivo da piccolo, quando i miei facevano ancora i genitori" dice con amarezza.

Mi porta sul tetto. Al centro c'è una coperta con sopra un cestino da picnic, una bottiglia di vino e due calici. Sul cornicione ci sono delle luci. Guardo il panorama: alberi, la città in lontananza e tante luci. Sorrido quando sento le sue braccia circondarmi e il suo petto contro la mia schiena.

"E' bellissimo" gli dico girandomi verso di lui

"Ci ho messo quasi una giornata per prepararlo, ti deve piacere"

"Sta zitto e baciami"

* * *

La serata si svolge tranquilla, parliamo, ridiamo, scherziamo e mangiamo. Stare con lui è così bello, mi sento serena e non penso a niente.

"Il blu ti sta bene" mi dice a un certo punto

"Anche a te la camicia sta bene. Anche se alla fine tutti i ragazzi stanno bene con la camicia" ribatto. Non è vero che sta bene a tutti, l'ho detto solo per provocarlo. Ci sono riuscita benissimo dato che mi sta guardando male

Io ricambio, sfidandolo con lo sguardo. Alza il sopracciglio come per dirmi 'davvero?' e io alzo le spalle sorridendo

"Ammettilo che io sono il migliore in camicia e non ci saranno conseguenze" mi minaccia lui e io scuoto la testa. Sta per buttarsi addosso a me, ma sono veloce e mi alzo in tempo prima che mi prenda. Vado verso il tavolo e mi fermo ad un'estremità.

Without me  (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora