OSPEDALE
Niall, Louis, Liam, Jessica, Melissa ed Elsa correvano più velocemente che potevano lungo i corridoi bianchi che sembravano infiniti. Si guardavano attorno ad ogni passo che facevano alla ricerca di qualcuno che potesse dire loro dove si trovasse Harry. I loro cuori martellavano nel loro petto alla ricerca di sempre più ossigeno per i loro corpi ormai stanchi.
«Scusate, state cercando qualcuno? State creando non poco disordine qui dentro. Non si corre nei corridoi! I pazienti potrebbero farsi male!» una donna sulla trentina li fermò e chiese loro di dirle chi stessero cercando. «Harry Edward Styles. È stato portato qui poco fa. Ci avevano fatto entrare nell'ambulanza con lui, ma una volta arrivati lo hanno fatto distendere su una barella e ci hanno detto di stare lontani.» spiegò Elsa con il fiatone e premendo una mano sul petto per i battiti veloci del suo cuore.
«Styles...Styles...» ripeteva la donna riflettendo e osservando lo schermo del computer che stava consultando. «Oh, eccolo qui! Stanza centoventi» annunciò poi la donna. «È al terzo piano, potete usare l'ascensore o le scale» informò gentilmente con forse un po' troppa allegria quasi come se non le importasse di ogni tipo di sofferenze che erano racchiuse in ogni stanza dell'ospedale. In realtà in quella situazione c'era poco da essere allegri!
Fecero di corsa le scale dato che l'ascensore era stato occupato da dei medici che trasportavano su una sedia a rotelle una donna che stava per partorire.
Stanza centocinque...centododici...centoventi!
Arrivati davanti alla porta della stanza centoventi, Elsa sentì un tuffo al cuore sapendo che Harry si trovava lì dentro, chissà in che condizioni.
Ce l'avrebbe fatta? La pallottola aveva danneggiato qualche organo importante? Il cuore era illeso? Chi aveva potuto fare una cosa del genere? Chi avrebbe avuto così tanto coraggio da farlo in un luogo pubblico come un aeroporto? Possibile che nessuno avesse visto niente? E poi perché fare questo?
Queste erano le domande che attraversavano la sua mente.
I ragazzi avevano ancora di più il fiatone a causa della corsa per le scale e Melissa si appoggiò allo stipite della parte esterna della porta che li divideva da Harry respirando con difficoltà: non era molto allenata per correre così velocemente e a lungo. «Tutto ok, Mel?» chiese Jessica, preoccupata. Melissa annuì scuotendo la mano per far capire loro di non preoccuparsi. «Ragazzi...qualcuno dovrebbe chiamare la sua famiglia...» disse Liam con gli occhi spenti e con il fiatone per la corsa appena conclusa. «Lasciate fare a me...» disse Louis prendendo il cellulare dalla tasca dei jeans larghi che indossava. «E anche Margaret...chissà come prenderà la notizia!» aggiunse Niall. «Ne sarà devastata, sapere che il suo ragazzo si trova qui in ospedale...» «Ora non ha importanza! Non potrà mai esserne devastata tanto quanto la sua famiglia! La precedenza va a loro, poi penseremo a lei!» lo interruppe Elsa.
Jessica sospirò frustata e cercò più volte di abbassare la maniglia della porta, ma non si muoveva. «Cavolo! È chiusa dall'interno!» aggiunse passandosi le mani tra i capelli lisci e scompigliandoli. «Non ce la faccio ad aspettare!» disse Liam dando un calcio molto forte alla porta chiusa. Dopo pochi secondi sentirono la serratura scattare e la porta aprirsi piano mentre la testa del medico che si sarebbe occupato di Harry faceva capolino. La porta fu spalancata completamente, ma il medico faceva da muro per impedire di agli altri di guardare all'interno. Assunse un'espressione confusa e aggrottò le sopracciglia. «Ragazzi, si può sapere chi vi autorizza a...» fu interrotto da Elsa che gli chiese: «Cos'ha? Come sta?»
Il Dottor Watson chiuse gli occhi, sospirò e si avvicinò ai ragazzi chiudendo la porta alle sue spalle.
«Attraverso delle radiografie abbiamo scoperto che la pallottola per fortuna non ha raggiunto la zona del cuore, ma è andata un po' più in basso fermandosi, però, all'interno del torace...Gli abbiamo fatto alcune analisi per controllare la sua respirazione e i battiti cardiaci. La respirazione avviene grazie ad un macchinario e i battiti del cuore per il momento sono un po' deboli perché ha perso un bel po' di sangue. Ciò che dobbiamo fare è estrarre la pallottola dal suo torace e assicurarci che non ci siano infezioni. Purtroppo ha perso i sensi per lo shock, lo spavento che ha provato e per la perdita di sangue. Per il momento non possiamo ancora dirvi se si sveglierà...oppure no...Dobbiamo anche vedere se si formeranno infezioni.» spiegò loro il medico. Tutti tirarono un sospiro di frustrazione, anche se era ancora presto per saltare a delle conclusioni. Harry era forte, doveva farcela.
«Ora ragazzi, meglio che torni al lavoro» disse il medico chiudendosi di nuovo nella stanza.
Videro Louis tornare nella loro direzione. «Come hanno reagito?» chiese Elsa. «Eh...come dovevano reagire? Sono devastati. Anne per poco non scoppiava in un pianto isterico e Robin è stato costretto a toglierle la cornetta del telefono di mano per continuare lui stesso la conversazione...»
«Prenderanno il primo aereo e ci raggiungeranno» aggiunse. «Avete avuto notizie?» chiese poi. «Sì, pare che abbia perso molto sangue. La pallottola non ha danneggiato il cuore, ma è rimasta all'interno del torace, devono operarlo per estrarla...» spiegò Niall.
«Meglio avvertire Margaret...» aggiunse Elsa prendendo il suo cellulare e componendo il suo numero. Dopo otto squilli rispose.
«Elsa? Guarda un po'! Hai ancora il mio numero!» rispose Margaret.
«Margaret...non è il momento ora, c'è una cosa che devi sapere...» «Dimmi...» disse Margaret diventando seria sentendo il tono di voce preoccupato di Elsa. «Harry è in ospedale. Ti spiegherò tutto poi, devi venire qui!» «Cosa? Come in ospedale? Tu non mi spieghi un bel niente dopo perché lo voglio sapere adesso!» sbottò Margaret dall'altro capo del telefono. Elsa fu costretta ad allontanare il cellulare dell'orecchio per il volume troppo forte. «Margaret...» continuò Elsa mettendo una mano sulla fronte in segno di stanchezza.
«Sono la sua ragazza cazzo!!» «Margaret, non è il momento ora, vieni qui e ti spiegherò tutto ho detto!» Dopo averle riferito il nome dell'ospedale Margaret attaccò dopo un: «Ci vediamo tra poco!»I ragazzi videro Margaret correre come una forsennata per i corridoi bianchi e spogli dell'ospedale urtando molte persone mentre Alan dietro di lei cercava di fermarla. Quando arrivò accanto ai ragazzi si fiondò sulla porta della stanza dove si trovava Harry e diede alcuni colpi molto forti su di essa. La porta si aprì di nuovo. «Signorina, la smetta prima che io chiami la sicurezza!» urlò il dottore puntandole un dito contro. «Ditemi come sta? Voglio saperlo, ora!» continuò accasciandosi a terra dato che la porta della stanza era stata chiusa di nuovo. Jessica ed Alan l'aiutarono ad alzarsi mentre Margaret si asciugava le (finte) lacrime.
Elsa le spiegò tutto mentre Margaret aveva la testa abbassata e le mani tra i capelli tirandoseli alle radici. Alan la teneva stretta a sé rassicurandola guardando di sottecchi Elsa che lo stava fissando. Con ancora sua sorella tra le braccia, girò il capo verso la sua ragazza e le sorrise dolcemente tornando poi serio. Alan poi si allontanò dolcemente da Margaret e si avvicinò ad Elsa lasciandole un bacio sulle labbra. «Come va?» Elsa sospirò «Come dovrebbe andare?» disse con lo sguardo triste. Alan le asciugò alcune lacrime che le cadevano sulle guance e la strinse a sé mentre Elsa cominciò a singhiozzare. Il ragazzo cominciò ad essere geloso: avrebbe, lei, sofferto allo stesso modo se tutto ciò fosse accaduto a lui?
Elsa sciolse l'abbraccio e il suo ragazzo la baciò di nuovo sussurrandole poi parole di conforto.
«Chi può essere stato?» chiese Louis sedendosi su una delle sedie di ferro nel corridoio.
Elsa appoggiò la schiena al muro bianco e incrociò le braccia al petto scuotendo più volte la testa e sollevando un angolo della bocca mentre un cipiglio si formava sulla sua fronte tra le sue sopracciglia bionde.
«Non lo so...non ne ho la più pallida idea...»Buongiornoo!
Trentottesimo capitolo: pubblicato!
Cosa ne pensate?
E della storia in generale?
||Fatemi sapere||
Mi scuso per eventuali errori.
Votate e commentate!
Ci vediamo alla prossima!
-V. X
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I'll be always here for you//H.S [IN REVISIONE]
FanfictionFino ai suoi primi diciassette anni, Elsa poteva contare solamente sul sostegno dei suoi amici che come lei vivevano in un orfanotrofio di Londra. Compiuti i diciotto anni, decide insieme alla sua migliore amica Jessica, di costruirsi una nuova vita...