Capitolo LIII●Truth●

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VERITÀ


Elsa's Point Of View

Arrivai a casa e chiusi la porta di ingresso alle mie spalle. Tutto ciò che speravo di trovare era un po' di tranquillità per la mia mente in subbuglio, ma purtroppo non potevo sperare di averla in quel momento: Niall e Louis urlavano delle frasi per prendersi in giro reciprocamente, mentre si sfidavano in uno dei loro videogiochi che io avevo sempre trovato stupidi; Liam era in cucina con Cheryl e ringraziai Dio di essermi fermata in tempo sulla soglia della porta senza farmi notare dai due, impegnati a scambiarsi baci poco casti. "Posto adatto, la cucina", pensai. Così mi avviai silenziosamente al piano di sopra, verso la mia camera.
Fu proprio nel corridoio che vidi Harry uscire dalla sua camera e avvicinarmisi con un sorriso che gli illuminava il volto.

Come posso meritare un tale raggio di sole!,

pensai mentre lo guardavo con un sorriso da ebete. Harry mi raggiunse e mi circondò i fianchi con entrambe le sua braccia per portarmi più vicina a lui e baciarmi. Come sempre, il mondo attorno a noi era scomparso, c'era solo il nostro, di mondo. Le pareti e le porte delle varie camere si erano dissolte nell'esatto momento in cui lo avevo visto uscire dalla sua stanza.
Ma, come detto già prima, quel giorno non sarei mai riuscita a trovare un po' di tranquillità perché il volto della donna e i dubbi riguardanti il ragazzo che stavo baciando proprio in quel momento, tornarono a tormentarmi.
Harry notò che qualcosa non andava. Forse senza rendermene conto, ero diventata più fredda e distaccata nel bacio. Il ragazzo separò le nostre labbra e corrugò la fronte dando vita ad uno sguardo interrogativo che esprimeva la confusione che provava e causata dal cambiamento che avevo portato a quel nostro momento romantico.
"Cosa c'è?" Harry inclinò la testa di lato allentando la presa sui miei fianchi.
"Tu mi stai nascondendo qualcosa!" affermai con uno sguardo di ghiaccio.
Harry sospirò:"Tipo?"

Fai pure il finto tonto...

"Dimmi chi è quella donna!"
Harry rimase di stucco. Sicuramente non si aspettava un ordine così di punto in bianco.
Restò per alcuni secondi con lo sguardo fisso nel mio, le mani di nuovo saldamente aggrappate ai miei fianchi, un sorriso strano che esprimeva tutta la sua agitazione, come se fosse in uno stato di puro panico.
Lentamente lasciò la presa sui miei fianchi, portò lo sguardo verso il pavimento e con la stessa lentezza prese ad allontanarsi da me per fuggire verso il piano inferiore.
"Harry!" lo richiamai, esausta.
Gli afferrai il polso costringendolo a voltarsi di nuovo verso di me.
Lo guardavo con un misto di rabbia e supplica. Il mio labbro inferiore iniziò a tremare e speravo solamente di non scoppiare a piangere in quel momento.
Tuttavia, la mia sensibilità ebbe la meglio, perché mentre Harry era tornato a fissarmi intensamente negli occhi, la necessità di piangere aumentò sempre di più e mi ritrovai con delle lacrime che scorrevano sulle mie guance.
Presi ad asciugarmele in fretta. Lo sguardo di Harry si addolcì.
"Vieni..." mi disse conducendomi nella sua stanza. Mi fece sedere sul letto e mi raggiunse.
Cercava di trovare le parole giuste per iniziare, ma in quel momento avrei solamente voluto pregarlo di arrivare dritto al punto.
Tuttavia, decisi che forse sarebbe stato molto meglio dargli tutto il tempo che gli serviva. Neanche per lui era facile, e ciò era da comprendere.
Il mio sguardo passò da supplichevole a sconvolto quando vidi che le sue labbra iniziarono a contrarsi e i suoi occhi divennero rossi e lucidi.
Imbarazzato, voltò il viso dalla parte opposta alla mia.
"Mi dispiace così tanto..." la sua voce che si incrinava fu la conferma a ciò che sospettavo. Harry stava piangendo.
"Non voglio che a causa di ciò che ho fatto cambi qualcosa tra noi..." in quel momento cercava di trattenersi per non singhiozzare.
"Quella donna...", si interruppe, indeciso sulle prossime parole da usare.
"Elsa, quella donna è tua madre!" Harry mi urlò quelle ultime parole, quasi come se con le ultime forze che gli erano rimaste, avesse voluto scacciare dal proprio corpo, il peso di  un grosso e pesante macigno che fino a quel momento lo stava schiacciando.

Allora era vero...

Per un bel po' di tempo, ero stata sul punto di incontrare la mia vera madre...

Per un bel po' di tempo ero stata sul punto di conoscere tutta la verità...

Per un bel po' di tempo, avevo avuto la possibilità di capire finalmente chi ero veramente...

E Harry mi aveva tenuto nascosto tutto.

"Come hai potuto?" sussurrai sull'orlo del pianto.
"Elsa, ti prego..." Harry mi supplicò afferrando saldamente il mio braccio con la sua mano. La scansai violentemente e corsi via da quella stanza mentre il ragazzo che mi aveva tenuto all'oscuro di una persona importante per la mia vita cercava di fermarmi.
Quando arrivai al piano di sotto i ragazzi mi guardavano preoccupati e cercavano di fermarmi dato che ero in procinto di fuggire da quella casa.
"Elsa, si può sapere cosa ti succede?" mi chiese Louis bloccandomi per le braccia e scuotendomi leggermente per incoraggiarmi a rispondergli.
Anche gli altri mi si avvicinarono preoccupati e proprio in quel momento vidi Harry comparire sul primo scalino più in alto.
"ELSA!" mi chiamò ancora, iniziando a scendere di corsa.

Doveva lasciarmi in pace, non voleva capirlo?

"Elsa, lasciami spiegare!" mi supplicò ancora, portandosi una mano sul cuore.
Prontamente Liam mi coprì col suo corpo che poteva fungermi tranquillamente da scudo, e mentre Louis teneva bloccata me, Liam cercò di bloccare Harry.
"Harry, ma che cosa le hai fatto?" gli chiese Niall, tra il preoccupato e l'infuriato.
Il riccio si dimenò liberandosi con successo dalla presa di Liam e ignorando completamente le parole pronunciate poco prima dall'amico.
"Ora mi devi ascoltare!" pronunciò quelle parole con molta serietà.
Non volevo ascoltarlo, non ora che ero pervasa dalla delusione nei suoi confronti.
Una serie di sensazioni attraversavano la mia mente e il mio corpo: delusione e rabbia nei confronti di Harry, consapevolezza della verità, consapevolezza del fatto che avevo perso tanti anni della mia vita senza sapere nulla riguardo mia madre, confusione perché non  sapevo se fosse stato meglio non conoscerla affatto piuttosto che farlo per la prima volta dopo tantissimo tempo, con la consapevolezza di non aver mai condiviso i tempi della mia infanzia e adolescenza con lei.
Eppure, non potevo nascondere a me stessa che anche la felicità stava nascendo pian piano dentro di me.
Avrei dovuto ringraziare Harry per questo? O avrei dovuto essere arrabbiata e delusa da lui? Decisamente la seconda.

I miei pensieri furono interrotti dal suono del campanello.
"Ora non è il momento!" Urlai senza neanche sapere chi ci fosse dietro quella porta.
Ma non fui ascoltata perché il campanello riprese a suonare più volte e con insistenza.
Niall andò ad aprire la porta e con uno sguardo confuso si rivolse alla persona che aveva davanti.
"Mi dica" le disse con gentilezza.
"Mi dispiace recarvi disturbo, ma sono qui per parlare con Elsa...vive qui, vero?" Chiese una voce femminile.
Niall non sapeva che rispondere dato che era insicuro sulla decisione di lasciar entrare una sconosciuta in casa e permetterle di parlare con una sua amica.
Fui io stessa ad affacciarmi e quando vidi quella donna, le mie labbra si curvarono in un sorriso amaro.
"Bene..." dissi facendo entrare la donna in casa.
"Volevi darmi delle spiegazioni, Harry? Perché non me le date insieme?"

Buonasera.
È un'eternità che non aggiorno, ma sono felice di aver trovato finalmente il tempo e l'ispirazione per farlo.
La storia sta per volgere al termine.
Elsa ha fatto bene a reagire in questo modo?
E voi come avreste reagito?

I'll be always here for you//H.S [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora