Capitolo XLI●We aren't a couple yet●

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NON SIAMO ANCORA UNA COPPIA

Harry era stato dimesso dall'ospedale sei giorni dopo. Secondo i medici era ancora troppo debole per uscire, dunque lo avevano trattenuto per altri sei giorni.
«Ah...Dottor Watson?» disse Harry prima di varcare la soglia della porta d'ingresso dell'ospedale. «Dica signor Styles...» «L'ho sentita quando mi ha chiamato "bell'addormentato del bosco"...non lo faccia mai più!» disse il ragazzo assumendo un tono di superiorità. Il dottore si lasciò scappare una piccola risata. «In realtà ho detto solo "bell'addormentato"...» gli rispose burlandosi di lui. «Fa lo stesso!» sbottò il riccio e uscì da quel posto godendosi l'aria fresca che soffiava sul suo viso. 
Chiuse gli occhi e assaporò la dolce sensazione di essere di nuovo all'aria aperta. «Libertà...» sussurrò.
«Oh andiamo, Harry. Non farne una tragedia! I medici sono stati così disponibili...» aggiunse Louis circondandogli la schiena con il braccio. «Prova tu ad essere in pericolo di vita e rimanere in coma per una settimana!» sputò arrabbiato. «Ragazzi, volete iniziare a litigare?» s'intromise Elsa dividendoli.
«Scusaci!» risposero all'unisono i due ragazzi.
«Un momento...» iniziò Jessica. Si guardò intorno. «Margaret dov'è?» continuò. «Non lo so, non ci ha detto niente...» rispose Harry. «Non mi ha detto niente...» si corresse.
Tutti si girarono verso Alan, credendo che avesse notizie su sua sorella. Ma Alan decise di ignorare i loro sguardi. «Harry, vedo che tieni molto sotto controllo la tua ragazza!» disse il ragazzo in modo sarcastico.
«Non sono affari tuoi!» sbottò Harry allontanandosi dai suoi amici. Si guardarono straniti. «Devi scusarlo, Alan, ma purtroppo non gli sei mai piaciuto...» Liam cercò di giustificare Harry, desolato per il suo comportamento. «Lo so!» rispose Alan, anch'egli arrabbiato. Elsa gli mise una mano sulla spalla per cercare di farlo calmare, ma il ragazzo se la scrollò violentemente di dosso.
La bionda lo guardò prima interrogativa e poi:«Ma che ti prende?» gli chiese facendolo voltare verso di lei.
«A me? Proprio niente! Perché non raggiungi il tuo Harry, e gli dici che in realtà il parcheggio è da quella parte?» le disse ancora arrabbiato per poi dirigersi verso il parcheggio dell'ospedale. Elsa sbuffò e spostò una ciocca di capelli dietro ad un orecchio. Alan si era già allontanato.
Un colpo di tosse attirò l'attenzione della bionda: Louis.
«Tutto bene?» le chiese premuroso. «Non lo so...non capisco perché è così arrabbiato...» spiegò lei.
«Sai? È un po' strano dal giorno in cui Harry si è ripreso» disse Louis, un dito premuto sul mento per riflettere. «Sai, quando avevi deciso di rimanere nella stanza con lui...aveva uno sguardo strano. Ma anche io sarei geloso se la mia ragazza stesse nella stessa stanza con il suo migliore amico.» continuò guardandola con uno sguardo di rimprovero.

Dal momento in cui era rimasta sola con Harry.
Oh no...E se l'avesse vista baciare Harry?
Questo avrebbe spiegato tutto!
Avrebbe dovuto decidere cosa fare. Ma prima avrebbe chiarito con Harry e cercato di capire una volta per tutte chi e che cosa volesse. Lei voleva lui, ma lui voleva lei?
Così le aveva detto, ma aveva bisogno di sentirselo dire ancora. Se voleva lei perché continuava ancora a cercare Margaret? Voleva rompere con lei? Lo sperava!
La ragazza corse per raggiungere Harry che si era allontanato. «Harry! Dobbiamo andare da quella parte!» lo avvertì. Harry aveva lo sguardo assente, sembrava strano. «Oh, hai ragione, scusami.» disse andando questa volta nella direzione giusta, ignorando la ragazza. Elsa lo osservò attentamente allontanarsi di nuovo da solo, come se lei non esistesse. La ragazza decise quindi di affiancarlo e lo prese a braccetto. Il ragazzo la guardò prima confuso e poi sorrise. Elsa voleva sapere cosa lo turbava, se era successo qualcosa, ma probabilmente era soltanto ancora scosso per ciò che gli era successo. Quindi lasciò perdere e insieme si incamminarono verso le loro auto.
Elsa si trovava nella stessa auto di Alan, insieme a Jessica e Melissa. I familiari di Harry erano già andati via, mentre gli altri erano nell'auto di Liam.
Il viaggio in entrambe le auto era silenzioso. Nessuno osava proferir parola e si poteva percepire la tensione.
Alan stringeva saldamente il volante dell'auto. Jessica e Melissa passavano lo sguardo da Alan ad Elsa e viceversa. C'era sicuramente qualcosa che non andava...
Arrivati a destinazione scesero dalle auto e aprirono la porta di ingresso. Elsa si avvicinò titubante ad Alan che la guardava in cagnesco. Spinta da chissà quale forza, Elsa gli si avvicinò e fece combaciare le loro labbra. Il ragazzo sorrise, ma era un sorriso falso ed Elsa non sembrò accorgersene.
Harry aveva osservato tutta la scena e salì di corsa verso la sua camera senza degnare più di uno sguardo ai suoi coinquilini.
Gli altri ragazzi decisero che fosse meglio lasciarlo solo, avrebbe sicuramente spiegato lui cosa gli stesse succedendo.

Verso l'ora di cena, Alan tornò a casa sua e promise di far sapere qualcosa su Margaret che non si era fatta viva per tutto il giorno.
Aspettando che la cena fosse pronta, Elsa si sedette sul comodo divano del soggiorno e pensò a molte cose, fra cui Adam Mitchell. Si chiese che collegamento avesse con Harry, perché gli avesse fatto questo. Era una di quelle persone che erano solo  gelose del suo successo? O c'era qualcos'altro sotto?
Ma non pensò solo a lui, ma anche ad Alan e al suo comportamento strano.
Avrebbe dovuto chiudere con lui per sempre. Non meritava il suo comportamento, come lo stava trattando. Lei non era leale nei suoi confronti ed Alan non lo meritava, era un ragazzo d'oro.
Anche durante la cena ci fu un completo silenzio. Harry sembrava ancora più strano, più pensieroso. Qualcosa lo turbava.
Tornò di nuovo in camera sua senza dire niente, come quella mattina e sbatté la porta alle sue spalle.
Più tardi Elsa decise di andare nella camera di Harry per chiarire alcune cose.
La porta era socchiusa e non si preoccupò minimamente di bussare. Harry si girò di scatto.
«Possiamo parlare?» gli chiese Elsa rimanendo sulla soglia. Harry annuì e la invitò a sedersi sul letto dove poco dopo la raggiunse. «Dopo tutto ciò che mi hai detto quando ci siamo baciati...» iniziò sorprendendosi di non essere per niente nervosa di quella conversazione. «...cosa siamo? Cosa c'è tra noi?» continuò avendo la forza di guardarlo nei suoi occhi verdi. Harry rimase in silenzio, girò la testa per eliminare il loro contatto visivo. Poi si girò di nuovo verso di lei e sospirò.
«Dimmelo tu, Elsa! Perché detto sinceramente, non l'ho capito neanche io!» le rispose guardandola arrabbiato.

Heilaaa. Finalmente un aggiornamento yeii.
Ed ecco anche il capitolo quarantunesimo. Ho già scritto anche il numero 42 e il numero 43 che pubblicherò più in là.
Spero vi piaccia e mi scuso per eventuali errori.
Ci vediamo alla prossima.

I'll be always here for you//H.S [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora