Capitolo 12

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- Mi dispiace per come sia finita, scusami tanto.- sussurro una volta che siamo di nuovo sotto al mio appartamento.
-Non devi chiedere scusa, a volte il passato lascia delle cicatrici che fanno fatica a guarire.-
Il fatto che non si sia arrabbiato, calma subito il mio cuore che, poco prima, stava rischiando di esplodere nel petto.
-Vuoi salire a guardare un film?- gli propongo non avendo ancora voglia di lasciarlo andare via da me.
Annuisce spegnendo la macchina e raggiungendomi, poco dopo, al portone.
Le luci all'interno dell'appartamento sono tutte spente, segno che le ragazze devono essere uscire.
Vado in camera appoggiando la borsa e sfilandomi i tacchi mentre ripenso a ciò che è successo prima; devo cercare di andare avanti,non posso far si che il mio passato rovini il presente.
Devo godermi ciò che di bello adesso la vita mi sta dando ma è difficile, davvero difficile lasciarsi tutto alle spalle.
Attacco il telefono al carica batterie notando che ho un messaggio su whatapp.

'Ciao Mia, tutto bene? Come stanno andando le vacanze?'

E' il mio migliore amico Jonas, una delle uniche figure maschili che ho lasciato entrare nella mia vita, lo conosco ormai da anni e quando serviva ci siamo sempre parati il culo; come quella volta che eravamo andati ad un rave ed erano intervenuti i carabinieri, per far si che non ci prendessero ci siamo nascosti dentro ad un cespuglio e lui, per non farmi pungere dalle ortiche e quindi rovinarmi le gambe che sarebbe dovute essere perfette per il servizio fotografico del giorno dopo, mi ha tenuto in braccio per quasi tre ore; il giorno dopo aveva le gambe viola e la febbre.
Mi ricordo di avergli portato a casa quante più schifezze possibili per ringraziarlo, dato che poi il servizio era andato alla grande ed avevo avuto un altro importante ingaggio ed era tutto grazie a lui.
Gli rispondo velocemente informandolo delle ultime cose e la sua risposta non mi lascia molto impressionata, dato che so quanto lui odi a morte Matthew.
-Mia stai bene?- 
Emetto un urlo portandomi la mano all'altezza del cuore all'entrata a sorpresa di Cam, che ora cerca di trattenersi dal ridermi in faccia.
-Non..Non volevo spaventarti.- 
A quelle parole e guardando il suo sorriso ormai prossimo ad aprirsi, scoppio a ridere e lui di seguito.
-Dovevi vedere la tua faccia.- continua piegandosi in due e tenendosi la pancia con le braccia; i suoi occhi sono contornati da piccole lacrime di divertimento mentre la sua risata riempie la stanza.
-Adesso te la faccio pagare signorino.- rido avanzando verso di lui che incomincia a correre verso il corridoio e poi la sala; facciamo lo slalom tra i divani continuando a ridere quando, con una morsa furtiva, riesco a prenderlo e spingerlo sul divano.
Lo blocco sotto di me sedendosi a cavalcioni sul suo stomaco e bloccandogli le mani sopra la testa.
-Adesso non fai più lo spiritoso è?- domando sfilando una mano e portandola sulla sua pancia incominciando a fargli il solletico.
-Oh no.- urla dimenandosi come un'anguilla cercando di scappare dalla mia presa, passo al collo emettendo dei versetti derisori quando, con un colpo di reni, mi disarciona ribaltando la situazione.
Smetto di ridere avendo capito le sue intenzioni, quando afferrandomi le mani come avevo fatto io precedentemente con una mano, usa l'altra per vendicarsi.
-Ti prego Cam.- urlo ridendo come una pazza e cercando di sfuggire alla sua presa ma con risultati nulli.
Dopo quasi due minuti di solletico ininterrotto si ferma e nella sala si sente solo il rumore dei nostri respiri pesanti.
I suoi occhi stanno osservando attentamente le mie labbra mentre una sua mano mi accarezza la guancia e senza rendermene nemmeno conto, pochi istanti dopo le nostre labbra entrano di nuovo a contatto come poche ore prima.
Gira la testa in modo da non far scontrare i nostri nasi mentre mi afferra il labbro inferiore, succhiandolo dolcemente.
-Non sai l'effetto che mi provochi piccola.- sussurra ritornando ad assaltare le mie povere labbra che sono felici di rincontrare le sue.
Mi muovo sotto di lui presa da una nuova energia e sento il suo respiro bloccarsi seguito da un basso gemito.
Si sdraia meglio infilandosi fra le mie gambe e io lo avvolgo mentre le mie mani torturano il retro del suo collo e i capelli.
Abbasso la gamba quando mi blocco sentendo il suo membro duro contro la mia coscia e in quel momento capisco di essermi spinta troppo oltre.
Mi stacco dalle sue labbra guardandolo negli occhi mentre vedo tutta la frustrazione che lo assale.
-Non fa niente tranquilla.. Ho solo bisogno di andare un attimo in bagno a farmi una doccia ghiacciata.- sussurra al mio orecchio per poi scappare verso l'altra stanza.
Mi porto una mano al petto cercando di calmare il respiro e chiudo gli occhi maledicendomi.

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