Capitolo 22

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Rider

Se ne va sbattendo la porta alle sue spalle .Mi ha appena dato una cazzo di lezione morale.
"Ieri non lo pensavo..." che cazzo ne sa lei di me .
Rick mi sta guardando sfoggiando un sorrisetto divertito -Che cazzo hai da ridere eh? Levati dai coglioni e vattene - lo investo faticando non poco dal prenderlo a pugni .
E il cazzone cosa fa sbotta a ridere di vero gusto - La santarellina ti ha sfondato - non gli do modo di continuare lo afferro per la maglia e lo sbatto contro il muro . Smette all'istante di ridere e inizia a capire la gravità della situazione -Che cazzo hai detto ? Ripetilo - lo sfido, vedendo solo rosso .
Meglio che chiuda il becco se è furbo .
-Niente .Niente .Scusa - ha capito che non è il momento di scherzare .
-Bene -  abbasso un braccio per aprire la porta mentre l'altra continua a stingere la sua maglia in una morsa . Con un colpo lo spintono fuori dalla stanza .
Fuori dal cazzo .
Mi volto trovando ancora i rimasugli del festino e con un colpo di gomito riverso tutto a terra .
Fanculo anche a questa merda.
Pensavo potesse aiutarmi e invece...
Il suo sguardo in attesa di qualcosa in più nella doccia, mi ha fatto fare la chiamata per questo schifo .
Volevo quacosa che mi aiutasse a resistere .
Nonostante la stessi rassicurando, sapevo che stavo mentendo, non solo a lei ma anche a me stesso .
Avevo deciso di non usare nulla perché durante i preparativi e il pranzo tutto andava a gonfie vele...
Poi però tutto è cambiato con quel fottutissimo piatto .
Mi ha guardato dentro e io ho visto lei .
I suoi occhi rivelavano il desiderio di quello che volesse che accadesse tra di noi .
Ho faticato molto a chinare il capo e ignorare quello sguardo .
La desideravo anche io .
Così mi sono convinto .
Provare non costava nulla .
Ho chiamato quel figlio di puttana di Rick e ho ceduto .
Quando siamo tornati in salotto, quel testa di cazzo si è messo a fare il coglione con lei .
Mi ha divertito vedere quanto poco fosse interessata .
Non ha risposto come fa' con me .
Se da una parte ha riempito il mio orgoglio dall'altra mi ha fatto capire quanto siamo fottuti.
Spike è entrato in gioco prima che lo facessi io .
Questione di tempi e di riflessi rallentati .
In camera mi sono buttato sul letto mentre Rick preparava altre strisce.
Ma a quel punto ho capito che neppure da strafatto, potevo evitare di volerla .
Rick mi ha offerto il soldo arrotolato, ma ho rifiutato .
Non sarebbe servito a nulla .
Ha alzato le spalle e si è messo a tiratre la sua porzione .
La porta si apre rivelandola, i suoi occhi sono delusi .
Ed è lì che capisco che forse è meglio farsi odiare anziché farsi desiderare .
Ogni sua singola parola mi ha spiazzato .
Ogni sguardo triste che mi dava mi hanno ferito .
Ma non ho altre aternative.
Se non voglio finire con il cedere devo farmi odiare e se per farlo devo essere un emerito testa di cazzo...
Lo  farò .
Passo una mano tra i capelli e mi aggrappo come a volerli strappare .
Mi ero sbagliato, gli occhi di Scarlett sono come i suoi, ma a differenza di Lei, lotta, è piena di vita .
Ho bisogno di ricordarmi perché mi tengo a debita distanza .
Afferro il telefono e chiamo chi è in grado di spegnere tutto .
Chi mi è stata vicina dopo Lei .
-Pronto -dice con voce esile .
-A casa mia ora - dico staccando senza aggiungere altro .
Sono un coglione lo so ...ma un coglione che per un po' fermerà tutto .

Scarlett

Non posso restare qui sapendo cosa succederà di lì a poco .
Ho bisogno di andarmene per un po'.
Mi alzo sotto lo sguardo attento di Spike .
-Vado a portare il piatto che ho promesso alla signora che vive a fianco - mento sperando mi creda .
Per mia fortuna non nota nulla di strano .
Dopo un cenno del capo che mi lascia, mi dirigo a prendendere quello che mi serve per la mia fuga .
Passo davanti camera di Rider e il mio passo rallenta .
Perché Rider ?
Stringo i pugni al fianco e sorpasso a passo spedito .
Devo imparare qual'è il mio posto .
In camera afferro le chiavi della macchina e un golfino da portare con me .
Il percorso fino alla cucina lo faccio spedita imponendomi di non lasciare neppure uno sguardo alla porta chiusa  .
In cucina vengo raggiunta da Spike che osserva i miei movimenti .
-Tutto ok non è vero?- chiede scrutandomi attentamente .
Mi stampo un sorriso in faccia e rispondo - Tutto bene, tornerò tra non molto, tempo di un caffè e sono a casa- cerco di sembrare serena .
Anche se non è facile con il fuoco che sento dentro .
Lui abbassa lo sguardo sulle mie mani che sorreggono il piatto ...le prove di come mi senta .
-Devo andare - dico sorpassandolo.
Esco di casa sicura che mi stia tenendo d'occhio dalla finestra .

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