Capitolo 46

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Siamo in macchina da almeno cinque minuti. Nessuno ha più detto nulla da quando siamo partiti.
-Allora dove posso portarti di bello? - chiede scoccandomi un'occhiata mentre immette la freccia per girare a destra. Ci stiamo allontanando dai sobborghi, la citta inizia a intravvedersi. Maestosa colorata e frizzante come solo Las Vegas sa essere.
-In qualsiasi posto in cui possiamo dimenticarci per un po' tutto- rispondo senza voltarmi, sono troppo presa da quello che i miei occhi catturano fuori dal finestrino per poter curarmi di lui.
-Non avevo dubbi! Conosco un posto, il "Lion" . Sono sicuro che ti piacerà!-dal tono che usa capisco che sia divertito dell'idea di portarmi.
Mi costringo a guardarlo -Spero che il nome non indichi che avremo a che fare con quelle bestie feroci- ci scherzo facendolo ridere.
-Nessuna bestia feroce... Ma non posso  garantire che al nostro arrivo non cambino le cose.- si riferisce a noi.
E come dargli torto! Quello che ci serve è una serata di pura baldoria.
Senza pensieri e ricordi.
Solo io e lui. Proprio come ai vecchi tempi.
- Beh se il locale si chiama Lions non potranno lamentarsi e se lo faranno potremmo sempre suggerire che cambino il nome in "Gattini mansueti". Giusto così si mettono l'anima in pace - mi presto allo scherzo.
-Sai hanno anche un tavolo da biliardo!- mi guarda di soppiatto .
-Bene vorrà dire che consumeremo gratis - rido. Il biliardo è stato sempre uno dei suoi maggiori passatempi e tutto ciò che so, lo devo ai suoi insegnamenti. È bravo e bisogna dargliene atto.
Si limita a scuotere la testa ridendo divertito.
Quando la macchina si ferma di fronte ad un parcheggio noto con disappunto che non siamo in pieno centro. Il Lions si trova all'entrata della città e non è contornato da locali pomposi, bensì da numerosi fast food.
Il mio disappunto è solo per via di non poter ammirare le bellezze che questa città possiede.
Appena metto piede fuori dalla macchina sono investita da innumerevoli aromi che rendono l'aria una vera tentazione.
Il locale di per sé non è male, l'entrata è contornata da una cornice in oro da cui escono teste di leone a bocca spalancata.
Un fattorino è situato all'entrata e dopo averci salutato e augurato un  buon divertimento entriamo, accolti da un'enorme tappeto rossi posto all'entrata.
Non male.
Alla destra una cinquantina di slot machine accolgono gente giocatori incalliti mentre nella parte centrale abbiamo il bar del locale contornato da numerosi tavoli da gioco.
Vari personaggi seduti dietro i tavoli sono intenti a giocare a poker, ventuno e roulette.
Sulla parte sinistra invece resta una stanza enorme da cui si intravedono parecchi tavoli da biliardi.
-Direi che per scaldarci, un drink sia d'obbligo.- rispondo con un cenno del capo, immersa a contemplare i dintorni.
Molti croupier sono intenti a mescolare carte e a far girare la pallina che cadrà sul numero fortunato di qualche personaggio.
Mi piace questo mondo!
Si sente l'adrenalina che pervade l'aria.
Si sentono esulti felici per le vincite o sospiri rassegnati di chi ha appena perso la mano.
Ci avviciniamo al bancone dove Will ordina due Gin.
Tiro fuori il portafoglio per pagare visto che ha pagato per i burger di prima, ma con uno scatto veloce mi mette la mano a fermare il movimento.
Sto per discutere con lui, quando mi batte sul tempo - Ci rifacciamo tra poco- strizzandomi l'occhio.


Mi guardo intorno valutando se sia il caso di accontentarlo. Non voglio peccare di arroganza. Il bello di questo posto è il fatto che la clientela per la maggior parte è vestita da persone comuni. Niente abiti di grandi nomi, anzi, jeans e magliette sembrano spopolare qui.
Per questo non avverto l'imbarazzo per ciò che indosso.
-Ok ma al prossimo pago io- gli concedo un drink e solo uno.
-Affare fatto!- accoglie la mia richiesta.
Una volta recuperata la nostra ordinazione, ci spostiamo alla sala del biliardo. Ci sono cinque tavoli ricoperti dal classico tappeto verde.
Restiamo un attimo a guardare i vari giocatori, soppesando quale tavolo sia meglio sfidare.
Due di questi hanno un gruppo di amici che a turno si sfidano, quindi sono da escludere.
I tre successivi invece mostrano due gruppi da quattro persone mentre l'ultimo da due. Ed è su quello che ci buttiamo.
Sembrano avere una mediocre capacità, cosa che frutta a nostro favore.
Una cameriera passa a raccogliere i bicchieri ormai vuoti e noi porgiamo i nostri.
Will fa un nuovo ordine con degli shotz di whisky e io mi affretto a pagare .
Nel mentre che aspettiamo le nostre nuove consumazioni, la partita dei due termina.
Vedo Will afficinarsi svelto chiedendo se gli va di fare una partita con noi, principianti alle prime armi.
Accettano di buon grado osservandomi con attenzione, cerco di apparire il più ingenuamente possibile con un sorriso timido, per non dare nell'occhio.
Le nostre consumazioni arrivano mentre stiamo passando il gesso sulla stecca.
Ringraziamo con un sorriso e mandiamo giù dopo aver fatto tintinnare i bicchierini.
Cavolo se è forte!
Mi sembra che tutto stia prendendo fuoco. Osservo Will che invece non sembra patire. Cosa molto strana per chi ha sempre bevuto un bicchiere di vino o al limite due birre.
Mi preoccupa un pochino, il suo lasciarsi andare all'alcool.
-Parto io- lo avverto dopo aver deciso che si giocherà a colore.
Will acconsente con il capo e da brava, ipotetica truffatrice fingo di non sapere come si tiene la stecca.
I due giovani ridono divertiti, dalla mia imbranataggine.
Li fulmino con uno sguardo, e loro recepiscono il messaggio.
Non mi piace essere presa in giro, neppure per finta.
Il ragazzo sulla destra, uno spilongone di media corporatura, si trattiene a stento dal non ridere quando fingo di mancare la palla. I suoi occhi di un blu intenso portano la traccia di chi pensa di avere la vittoria in mano.
Mentre l'amico leggmente più corpulento, resta in silenzio a guardare attentamente il gioco passandosi la mano sul pizzetto. Starà sicuramente pensando alla mossa che dovrà fare.
Colpisco la pallina bianca al terzo tentativo, mancando apposta la mia traiettoria.
La partita entra nel pieno e dopo tre tiri andati in porto per il piccoletto con la barba, finalmente sbaglia il tiro, dando la mano a Will.

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