Capitolo 47

5.1K 296 99
                                    


Rider

Cerco di concentrarmi in quello che ho davanti agli occhi ma non è semplice. Sono passati tre giorni da quando Scarlett se ne andata e ancora il pensiero constante mi martella in testa.
Con la mano cerco a tastoni il cacciavite che mi servirà per riavvitare un pezzo. Il primo giorno mi sono organizzato per far passare la voce sulla vendita della mia bambina, chi lo avrebbe mai detto che un giorno mi sarei liberato di lei senza rimpianti. Forse a non farmi provare il distacco è stato il fatto che ne ho vissuto uno peggiore.
Ieri finalmente un tizio si è fatto avanti con un offerta.
Sono riuscito a fargliela avere al prezzo che ho considerato fin da subito giocando d'astuzia nel rialzarlo, e due ore dopo ero a valutare un nuovo affare.
La sera prima a cena John mi ha dato la parte mancante per un nuovo acquisto. Mi ha detto di aver ipotecato la casa per poterlo avere, ha insistito che prendessi i soldi dicendo che a lui e alla moglie non servivano e non avendo nessun prossimo parente gradivano offrirli a chi per loro lo è, e necessita aiuto.
Inutile dire che quel vecchio e sua moglie mi hanno colpito dritto al cuore, non solo per la generosità ma per la dimostranza d'affetto che provano nei miei riguardi.
Non sono più stato un figlio da molti anni, e le loro parole seguiti da una pacca sulla spalla sono riusciti a farmi sentire tale.
Ricordo lo sguardo di John non appena sono arrivato a casa loro, si aspettava di vedere Scarlett con me. Non ha detto nulla, come se avesse capito il motivo della sua assenza e non volesse toccare un tasto dolente in grado di farmi scappare a gambe levate.
Si limitava a guardare la moglie che irradiava gioia per la mia visita. Solo allora ho capito lo sbaglio enorme commesso nell'isolarmi con quella che per me è famiglia. Mi sono sentito in colpa, per non aver capito che anche per loro la morte di Abby è stato un duro colpo e invece di restare ad accettare il loro aiuto mi sono chiuso in un mondo fatto di rabbia e dolore. Non lo meritavano! Non loro che comprendono il dolore per la perdita di qualcuno caro. Il loro unico figlio è morto all'età di sette anni per una malattia incurabile, portando via un sogno e un pezzo del loro cuore.

-Passami un po' di grasso.- mi distoglie la voce di John . E da ieri sera che lavoriamo per riportare modifiche al motore e alla carrozzeria del mio nuovo gioiello.
Una Maserati Gt Mc Stradale del 2013, incidentata. Un vero colpo di culo! L'ex e unico proprietario ha causato un incidente a causa della sua guida in stato di ebrezza con conseguenza, il ritiro della patente per un anno intero. Coglione.
Persino  i ragazzi si sono offerti d'aiutare, dopo i loro turni a lavoro.Sono arrivati addirittura a regalarmi parti per poter poter potenziare il motore facendo colletta tra di loro. Mi stanno aiutando parecchio a riportare all'antico splendore questo bolide.

Non potrò pagare l'uomo al mio fianco per i suoi servigi, visto che mi restano i soldi giusti per l'iscrizione alla gara e qualcosa per che recuperero' con il prossimo stipendio, ma comunque più di una volta ha affermato di non dovermi preoccupare, per lui sarà come tornare a quando era giovane ed era il meccanico del circuito dove conobbe mio padre, senza retribuzione.
Per lui è come viaggiare a ritroso nel tempo. È stato ore a raccontare le scorribande avvenute con il pilota di una certa fama, non ché l'uomo che ha sparato sperma per farmi nascere.

Mi chiedo come sia potuto cadere così in basso, capisco che l'incidente abbia segnato la fine della sua carriera, ma il grande Peter O'Connor è caduto in basso, rovinando tutto al suo passaggio. Ha distrutto la sua vita, tutto per il suo vizzietto di alzare il gomito. Sono solo tristi ricordi dimenticati  quelli in cui mi insegnava tutto ciò che c'era da sapere sulle auto. Quel uomo non esiste più, al suo posto c'è solo un fottuto rifiuto umano, grandissimo figlio di puttana.

Il cellulare riposto nella tasca dei miei jean inizia a suonare.
Lo estraggo consapevole di chi possa essere.
E dopo un'occhiata allo schermo che conferma i miei sospetti rifiuto la chiamata e lo ripongo sopra un carrellino, al mio fianco.
Roxy non mi da tregua.
Non ha ancora capito che non voglio sentirla.
Cazzo, eppure non mi sembra tanto difficile!
Non ho risposto a nessuna delle sue chiamate e l'ho fatta cacciare quando si è presentata a casa.
Pensando fosse una buona idea, ha provato pure a venire in negozio, dove non ho avuto bisogno d'intervenire, Cherry le ha mostrato la strada strattonandola all'uscita insultandola a manetta.

Ride OutDove le storie prendono vita. Scoprilo ora