Capitolo 24

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La settimana è passata velocemente, il lavoro mi ha tenuta occupata quasi tutto il tempo e per fortuna gli incidenti con Rider sembrano essere messi da parte .
Ci comportiamo professionalmente qui, anche se...
A volte ci scopriamo a guardarci .

L'altro giorno è entrato un cliente e ha iniziato a fare il cretino.  Rider è sbucato in picchiata per rimetterlo al suo posto, con un " Girale alla larga" . Poi è sparito senza una parola .
Quel piccolo gesto mi ha riempito di speranza .
Ho festeggiato mentalmente .

Ogni sera ho cercato il mio momento di evasione al lago, diventando una routine .
Quel posto è come se mi desse la carica per affrontare tutto .

Spike non ha mai smesso di fare domande su dove andassi, ma l'ho liquidato con "Nel mio paradiso" mi ha tenuto il muso per due giorni ma poi ha ripreso a essere lo stesso di sempre .
Oggi è stata una giornata caotica e nonostante piove, la clientela è arrivata a massa .
-Per oggi possiamo chiudere, possono tutti quanti andare a fare in culo - annuncia a fine giornata Cherry.
Felice ed esausta, ringrazio il cielo che possiamo tornare a casa .
Raccolgo la mia roba pronta ad andarmene da questo posto - Con te non ho finito - mi ferma la donna bizzarra .
La guardo chiedendomi il motivo per cui mi debba fermare .
-Sei ancora intenzionata per quella cosa?- chiede alzando il sopracciglio mentre Rider sta facendo l'inventario, di cosa serva al negozio .
Capisco subito a cosa si riferisca .
Pensavo lo avesse scordato e invece ...
-Certo -rispondo mordendomi il labbro, eccitata .

-Seguimi allora Candy- risponde .
Da quella prima volta, ormai questo è il nomignolo che mi ha affibiato.
La seguo tutta contenta ignorando lo sguardo curioso che ci lascia Rider .

Entro nel suo studio che è identico a quello di Rider e mi guardo intorno .
Armeggia con un cassetto estraendo guanti in lattice .
-Che aspetti, siediti - mi indica con la testa il lettino, mentre indossa le protezioni  .
Faccio come mi viene detto mentre adrenalina e paura mi sommergono.
Mi posiziona un tovagliolo sotto il mento .
-Estrai la lingua  - dice seria .
Titubante eseguo il suo ordine .
-Non così, di piu'- mi riprende mostrandomi la sua .
Faccio un bel respiro e lascio scivolare la lingua fuori .
Da un cassetto estrae uno spray che utilizza come disinfettante .
Poi prende una specie di pinza con un buco centrale .
La posiziona sul mio muscolo e preme forte .
Cappero non ero pronta alla sua forza .
Mi accorgo che la pinza  ha dentini che restano attaccati alla lingua in una morsa .
Questo passaggio non permette l'afflusso del sangue e di conseguenza l'intorpidimento  .
La lascia qualche secondo .
Poi prende una specie d'ago, di cinque centimetri e perfora la parte centrale del buco  .
Chiudo gli occhi aggrappandomi alla gonna del vestitino .
È solo un leggero pizzicore, ma comunque fastidioso .
Ma soprattutto spaventoso .
Pochi attimi dopo  sento che armeggia con il pallino che chiude il pearcing.
-Tutto fatto! Ben entrata nel mondo delle bad girl - dice passandomi uno specchio .
La sesazione del ferro in bocca è sconvolgente, una nuova intrusione, quasi unica .
Non sento male, ma un bruciore lieve che si espande su tutta la lingua.
-Grazie -boffocchio .
-Ora tocca a te, vai e aprigli le gambe- mi ricorda come se avessimo un piano, ma di cui non sono a conoscenza .-Chiudilo in una stanza se dovesse servire e scopatelo- aggiunge .
Oramai mi sono abituata ai suoi modi espliciti .
Fosse semplice da seguire il suo consiglio lo farei volentieri .
Ma stiamo parlando di Rider, con lui nulla è semplice.

Quando ripasso dalla reception Rider è sparito .
Così coprendomi con la giacca sulla testa raggiungo la macchina di corsa .
Rifletto se saltare un giorno "al mio attimo di paradiso" ma poi decido di andarci ugualmente .
L'idea di vedere Roxy dopo una sessione di sesso sfrenato non mi attira per niente .
Sono indecisa se scendere e raggiungere il lago, oppure restare in macchina .
Recupero dal sedile posteriore un sacchetto di plastica .
Apro la portiera decisa.
Se sono qui perché non approfittarne ?
Questo posto vale la pena di rischiare un raffreddore .
Una volta raggiunta la riva, appoggio il sacchetto a terra e mi ci siedo sopra .
Non è una serata illuminata da stelle, bensì una notte carica di nuvoloni minacciosi .
Non me ne curo .
Estraggo le cuffie del telefono e faccio partire le canzoni memorizzate .
Sento come se la pioggia stesse penetrando nelle ossa, anziché scorrere sulla pelle .
Sono serate come questa che mi deprimono .
Mi stringo sentendomi sola .

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