Scusatemi

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È domenica,io e Mary siamo buttate sul divano di casa,con due birre in mano.

Il giorno prima ci siamo fatte di meta ed oggi,abbiamo tirato,come se non dovesse più esistere il mondo il giorno dopo.
Siamo due pezze,anzi,meglio definirsi due relitti.

Sentiamo la porta di casa aprirsi,e convinte che sia Stefan,nemmeno proviamo ad alzarci,io non riuscirei a reggermi in piedi.

Ma non vediamo entrare Stefan,
sono i miei genitori....

Li saluto come se fossero vecchi amici,e l'unico momento di lucidità
ce l'ho quando vedo la mia piccolina,ma lei non si avvicina a me,si nasconde dietro i miei genitori,come se avesse paura di me...
E non le do tutti i torti,io stessa se riuscissi ad alzarmi per guardarmi allo specchio, avrei paura...non sono più io...

Mio padre comincia ad urlare come un pazzo,
mia madre piange,perché sa cosa è diventata sua figlia.
Giuly scappa in camera,per non sentire le urla.

La prima a lasciare la casa,è Mary,sbattuta fuori da mio padre.
Provo a spiegare qualcosa,ma i miei discorsi sembrano,anzi sono,senza senso,ma non so come,convinco i miei a darmi la possibilità di rimediare...
Titubanti,sembrano acconsentire,ma in un attimo tutto cambia...

Arriva mia sorella, con i mano la nostra scorta di meta ed ecstasy.
<Clee,posso prendere queste caramelle?>
Mi lancio su di lei con un solo scatto,l'adrenalina si impossessa di me subito,levandole quello schifo dalle mani.
Le chiedo se ne ha presa qualcuna,ma lei fa cenno di no con la testa.
Mio padre non si trattiene più.
Mi molla un ceffone,ed la prima volta,che la testa rischia di fare un giro completo di 360°,e comincia ad urlare....

<Cosa sei diventata?
Ti voglio fuori da questa casa e dalle nostre vite. Ora.> tuona.
Non cerco più nemmeno di difendermi,sono indifendibile anche per me stessa.

Mia madre mi guarda e continua piangere,la piccola si avvicina mi abbraccia 
<Scusami> dice con il labbro inferiore che trema
<Tranquilla,non è stata colpa tua.>

Volevo darle un bacio,ma mio padre la tira via da me,come se la mia sola vicinanza potesse contaminarla.

Mentre cerco di infilare cose a caso nel mio zaino,mio padre continua
<Da oggi,tu per me sei morta.
Hai capito? Morta>

Cerco di fare il prima possibile e quando ritorno davanti a loro,non ho il coraggio di guardarli in faccia,con la testa bassa dico solo
<Scusatemi>
<Ci pensavi prima. Sparisci>

Corro,corro ma non so proprio dove andare,Stefan e Mary non rispondono al telefono,ed io comincio ad andare di matto.

Comincio a vagare senza una meta ,finché non mi ritrovo in un vicolo stretto e puzzolente.
Getto lo zaino a terra e mi accascio su me stessa piangendo come una disperata.Non tanto perché sono stata cacciata da casa,ma per mia sorella.
Vedere Giuly con la droga in mano,mi ha fatto mancate il respiro,ho avuto la lucidità di lanciarmi su di lei e toglierle quella merda dalle mani.
Se le fosse successo qualcosa,non me lo sarei mai perdonata,nonostante  tutto la colpa sarebbe stata solo mia.

Dopo essermi calmata ( che parolone,calmata,come cazzo fa una persona come me ,a calmarsi con tutto lo schifo che ci circola dentro)
decido di andare a casa di Ed,ma prima provo a chiamare Kat.

Mi risponde subito e ci diamo appuntamento al bar vicino la villa.
Quando la vedo le corro incontro e quando lei mi abbraccia,scoppio a piangere di nuovo.

Le racconto tutto e poi le dico
<Perché ci sei ancora per me,Kat?
Io sono solo un rifiuto....
< No Clear,non sei un rifiuto,hai soltanto bisogno di ritrovare te stessa,e nonostante tutto ti voglio davvero bene.
Sono sicura che ne uscirai ancora più forte,ma devi essere tu a volerlo.
Io credo in te. >

Dopo essermi sciacquata il viso,ci avviamo al bar,e squilla il mio telefono.
È Steve.
<Ehy,........arriviamo>
Kat mi guarda
<Ti spiego tutto strada facendo>

Saliamo in macchina e partiamo.

You and I  (Completa,da revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora