Take your time

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Sono i crisi: il mio corpo desidera ardentemente quel qualcosa che la mia mente sa di dover odiare e rifiutare. Tremo e sento che le mie forze stanno per crollare. L'unica cosa che posso fare è rimanere abbracciato per inalare il suo profumo. Faccio sprofondare il viso nell'incavo del suo collo caldo e stringo la presa attorno ai suoi fianchi. È in questi momenti che mi rendo conto di quanto ci tenga a me.
- Tranquillo, va tutto bene. -
Le sue parole sono dolci, dette con amore e premura. Ma non è così: le cose non vanno affatto bene perché...Perché sono io a non essere giusto, sono io che ho costruito un muro invalicabile attorno a me, che pian piano sta crollando sempre di più. Credevo di essere in grado di tenere nascosto il mio segreto, invece non sono capace di fare neanche quello. E di tutti questi miei sentimenti e paure, lei non sa niente. Lei non sa il motivo delle mie crisi, lei non mi conosce come crede. E sono io a non permetterglielo, sono stato io per primo a impedirle di entrare totalmente nella mia vita. Ad essere sinceri ho impedito a chiunque di avvicinarmisi troppo e credo di averlo fatto per un semplice e complicato motivo: io stesso. Ma poi arriva lui, che crede di essere il padrone del mondo e con molta sfacciataggine tenta di scovare ogni mio più piccolo segreto.
- Ennis, stai tremando...- la voce di Alma è un sussurro.
- Io...Scusami- riesco a dire a fatica. Mi separo velocemente quasi tema che la troppa vicinanza le faccia intuire qualcosa. Alma mi sorride e mi lascia andare, sebbene legga nei suoi occhi il dispiacere di quella minima distanza che ci separa. Vorrei amarla come lei ama me, ma non riesco. Senza pensare troppo, colto da un desiderio irrefrenabile di essere nuovamente abbracciato, mi getto fra le sue braccia e lei mi stringe forte a sé. Il calore di un corpo caldo che avvolge il mio cuore in preda a brividi di freddo mi fa sentire lievemente sollevato, le curve del suo corpo addolcisco sempre più la morsa che mi sento dentro e i suoi tocchi leggeri mi provocano piccoli brividi piacevoli. Mi sento sciogliere sotto questo tocco così delicato e...non resisto...ho bisogno di sentire una carezza diversa: senza esitare poso un bacio sulle piccole labbra di lei. Alma non si lascia pregare e ricambia con passione. La sento desiderosa di qualcosa di più e in questo momento anch'io ne ho bisogno.
- Ennis - sussurra al mio orecchio. Sentire pronunciare il mio nome con così tanto amore mi fa sentire meglio, ma non come vorrei. Manca qualcosa. Ammiro il suo corpo bianco che poco a poco si sta rivelando a me. Le sue guance rosee la fanno apparire una bambola di porcellana. È bella, non c'è dubbio su questo...la ammiro mentre si spoglia sotto i miei occhi. Una volta che i vestiti non ci sono più, Alma torna verso di me: questa volta però chiede silenziosamente di essere abbracciata. Rispondo alla sua muta richiesta avvolgendola e stringendola a me. Le dolcezze del suo corpo dovrebbero risvegliare il mio, ma non accade. Per evitare che se ne accorga stringo piano i denti sulla spalla e succhio la pelle: non oso chiudere gli occhi perché sò già cosa accadrebbe e non voglio. Alma mi afferra la mano e mi conduce in camera. Dentro di me non posso che maledire il fatto che la casa sia piccola: arriviamo troppo presto a letto e io non ho avuto il tempo di realizzare ciò che sta accadendo.
- Voglio stare con te - mi bisbiglia all'orecchio. Non ci vuole molto tempo prima che cominci a leccarmi il lobo e io rimango passivo, non faccio nulla. Alma conduce la mia mano verso il suo seno e mi implora di accarezzarlo. Non sono mai stato bravo in queste cose, mi sono sempre vergognato nonostante la persona con cui sto avendo queste carezze sia una donna. L'ho sempre trovata una forzatura del mio essere, ma non posso esitare. Così faccio aderire il mio corpo al suo, i nostri respiri entrano in sincronizzazione e le nostre dita si intrecciano. Le tocco il viso con le labbra, senza mettere troppa pressione per evitare che le sue richieste aumentino. Alma lascia andare le mie dita e passa il suo indice lungo la linea del mio naso, segue il profilo delle labbra e poi ci posa un bacio ricco di passione. Nonostante le sue attenzioni e lo sfiorarsi, il mio corpo non da segni di volersi svegliare. Io e lei siamo su differenti lunghezze d'onda e mi sento come un bambino che cerca di stare al passo col padre durante una camminata: se non voglio che si accorga di nulla, sono costretto a forzarmi e cercare di essere alla sua stessa lunghezza d'onda.
- Ennis, io...Ti amo. -
Mi sento sprofondare. Non posso evitate di spostarmi e chiudere gli occhi per riprendermi. Ogni volta che mi dichiara il suo amore io entro in confusione. Lei è stata la prima è unica persona che mi abbia detto che mi ama, ma non mi sono ancora abituato, nonostante me lo dica spesso. Alma sente il mio distacco e punta i suoi occhi nei miei.
- Va tutto bene amore. Non c'è nulla di male ad amare una persona e... -
Non l'ascolto più. Quelle sue parole mi hanno colpito: non c'è nulla di male ad amare una persona. La mia mente non sa come interpretarle, ma il mio corpo sì: si sveglia non appena il flash di Jack prende possesso dei miei pensieri. Non sono sicuro di amarlo, non sono sicuro di nulla nella mia vita...Posso solo sentire come reagisce il corpo a certe parole e pensieri. Sono succube dei miei stessi desideri, non ho il controllo di me...E forse è meglio così. Alma si sdraia sopra e riprende a baciarmi. Non riesco a non chiudere gli occhi: la tentazione è troppo forte, il desiderio di vederlo ha la meglio. Stringo la presa sui suoi fianchi mentre mi lascio rapire dai pensieri: le sue labbra, il suo corpo scolpito e la piccola peluria che accarezza la mia pelle. Riapro gli occhi, contento che finalmente il mio corpo si sia svegliato. Ma quel che vedo mi sconvolge. Jack. Jack è sdraiato sopra di me. Alma, dove sei? La cerco con lo sguardo, mentre lui si sporge e tenta di baciarmi. Mi scosto, ma sento che la passione avrà la meglio.
- Lasciami - riesco a dire con poca convinzione.
- Ennis, stai con me - mi sussurra mentre sento che inizia a svegliarsi anche lui.
- Jack...Ti prego... - balbetto a fatica. Smettila, lasciami andare vorrei urlargli, ma non ci riesco.
- Cosa vuoi? - domanda mentre col viso scende a baciarmi il petto. Cosa faccio? Chiudo nuovamente gli occhi e mi lascio andare completamente.
- Baciami - il tono sembra quasi un ordine, ma Jack non la prende male e torna su, facendo aderire le nostre labbra. Non voglio restare passivo, così lo capovolgo e mi sistemo sopra di lui. Jack sorride e mi accarezza dolcemente i capelli.
- Dimmi che sei mio - mi supplica.
- Dimmelo tu - ribatto pizzicandogli la pelle del fianco destro.
- Guarda che non ho problemi a dirtelo -
- Che cosa? -
- Sono tuo, tutto tuo - il suo respiro è caldo e inebriante - Ora tocca a te -
- Sono... -
- Dimmelo Ennis, ti prego - dice sollevandosi e posando a fior di pelle le sue labbra alle mie. - Dimmelo subito -
Cerco di prendere coraggio, inghiottisco la saliva e tento di far rallentare il battito del mio cuore.
- Sono tuo. -
- Cosa!-
Il suo urlo mi raggiunge come una doccia fredda. Rapidamente sposto lo sguardo verso quella voce e con stupore vedo Alma di fronte a noi, in piedi, che ci guarda disgustata.
- Alma -
- Che cosa hai detto? - sbraita nuovamente. Tutta l'eccitazione che ormai stava prendendo possesso dell'atmosfera scema via rapidamente. È così facile spegnere la passione in me, mentre è così difficile e dolorosa accenderla. Non è giusto. Poi lo sento ridere sotto di me. Con orrore mi scanso e mi siedo sul letto. Jack è sdraiato, che ride di gusto e mi osserva. Non capisco più nulla. Alma mi fissa ancora disgustata, Jack mi fissa divertito. Mi sento male. Faccio schifo e faccio ridere allo stesso tempo. Ma che razza di uomo sono? Sto andando in confusione e...Jack si alza dal letto: porta dei boxer aderenti e sono costretto a spostare lo sguardo. Poi fa qualcosa che non mi aspettavo: si avvicina molto lentamente ad Alma, l'afferra per i fianchi e prende a baciarla.
- Jack ma cosa? - balbetto impaurito. Mi alzo dal letto e cerco di afferrarlo per un braccio, ma lui si scansa e continua a baciare con foga la donna. Poi, finalmente, smette e mi guarda. Si avvicina e con la lingua passa i contorni delle mie labbra.
- Non l'hai capito? - domanda divertito.
- Cosa? -
- Sei stato un divertimento...Ennis, non me ne frega un cazzo di te -
Mi sento morire dentro. Mi faccio prendere dal panico. Passo le mie mani lungo le sue braccia, quasi tema che possa scapparmi via.
- Jack, ma che stai dicendo? - chiedo terrorizzato.
- Lasciami! -
- No, aspetta...Non lasciarmi... Non anche tu - sento che le lacrime premono forte sull'orlo degli occhi.
- Che cazzo vuoi Ennis...ma sul serio credevi che potessi perdermi dietro uno come te? - chiede con disprezzo.
- Tu mi sta facendo male... JACK! - urlo ormai preso dal panico. Sento Alma e lui che ridono assieme e poi riprendono a baciarsi.
- Tu fai ridere Ennis, tu fai schifo... E tuo padre perché credi che ti abbia disprezzato così tanto? Eh? -
- Non è giusto, non dire cose di cui ti protesti pentire. Non voglio sentire certe cose, non da te -
- Se fossi stato un vero uomo tuo padre non ti avrebbe trattato come ti ha trattato! -
- JACK! - urlo.
Mi sveglio di soprassalto. Sono sudato, il cuore mi batte all'impazzata e il respiro sembra quasi una locomotiva. Serro forte le mani a pugno, ma sento che tremano ancora. Mi siedo sull'orlo del letto, poso i gomiti sulle ginocchia e mi passo le dita tra i capelli. Ho paura. Poi mi torna in mente quella lettera. Ma no, era nell'incubo...O no? Colto da una paura tremenda mi alzo e cerco tra le carte posate sul tavolo. Le dita tremano, la luce della luna illumina la camera e una folata di vento freddo mi fa congelare. Sono andato a letto a petto nudo, nonostante le temperature. E poi eccola lì, illuminata: la lettera che tanto odio. Non è stato un incubo: quella maledetta lettera è stata scritta sul serio. La prendo e comincio a rileggerla:
"Ennis, perdonami per ciò che è successo l'ultima volta. Ho reagito male e, siamo sinceri, non è che tu mi abbia aiutato molto con i tuoi sbalzi d'umore, ma sono dispiaciuto davvero. Per questo ti scrivo questa lettera: voglio voltare pagina. Voglio ricominciare da capo, voglio avere una vita tranquilla con qualcuno al mio fianco e quel qualcuno non sei più tu. Mi dispiace Ennis, ci ho provato, ma tra di noi , mi sembra chiaro, non può funzionare. Spero tu stia bene, spero che riuscirai a capire ciò che desideri veramente e ad avere il coraggio di prenderlo senza vergognarti di nulla, perché non c'è nulla da vergognarsi. È la vergogna che ci separa per sempre. Addio. Jack"
Colto da un momento di ira getto la lettera per terra, rovescio il tavolo con un calcio e poi mi tuffo sul letto travolto da fitte di dolore.
- Ennis...Ennis stai bene? - domanda qualcuno fuori. Tra le lacrime apro la porta e mi getto tra le braccia di Josh, che prontamente mi stringe forte. Senza esitate il ragazzo mi conduce dentro e chiude a chiave.
- Cosa c'è? Ho sentito dei rumori e sono venuto a vedere come stavi - dice premusoroso.
- Josh, mi manca! Ho fatto un incubo - singhiozzo.
- Vuoi raccontarmelo? - chiede mentre mi afferra il viso tra le mani. - Ennis io ci sono, lo sai vero? -
- Non voglio parlarne...solo...mi manca -
- Ma ti ha lasciato! Devi voltare pagina... -
- Non ci riesco, non ce la posso fare - balbetto.
- Certo che puoi farcela. Io lo so! Devi solo prenderti il tuo tempo, ma ce la farai... E poi... -
- E poi cosa? -
- E poi io per te farei tutto. Non ti lascerò solo. -
Vorrei ringrazialo, vorrei dirgli quanto gli sia grato per la sua presenza e il suo aiuto...Ma non lo faccio. Quella stra maledetta luna illumina i suoi occhi verdi e non riesco a non vederci dentro il verde di Brokeback Mountain: il sorriso di Jack quando sono riuscito a centrare il cervo, il suo corpo illuminato dal sole di mezzogiorno, le risate fatte di gusto per le sue battute e quell'armonica che tanto ho maledetto, ma che adesso mi manca da morire. Poi le risate di disprezzo di Jack mi rimbombano nella testa, le sue parole scritte e dette di un freddo glaciale mi fanno mancare il respiro.
- Josh, grazie...Puoi andare - dico fingendo di essermi ripreso.
- Posso stare con te se vuoi, ti faccio compagnia -
- No, grazie...Vai -
Il mio amico lascia andare il viso e mi rivolge le spalle. Apre la porta e prima di uscire si volta: il suo sorriso è strano, quasi triste...Non riesco a decifrarlo. Mi sento mancare, quasi lui sapesse qualcosa che non vuole dirmi.

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