Two men, two horses

840 50 2
                                    

A svegliarmi è la mano di Ennis posata sul mio fianco nudo. Se non sentissi ancora il corpo indolenzito ma soddisfatto non crederei neppure io a ciò che abbiamo fatto qualche ora fa. Posso ancora sentire il cuore sussultare ogni volta che ripenso a certi momenti e a certe sue carezze. Mi muovo leggermente sul letto per non svegliarlo, ma il sonno di Ennis è a dir poco leggero e adesso i suoi occhi assonnati puntano nei miei. Le labbra che mi aveva concesso di accarezzare e baciare sono tornate sottili, non più gonfie a causa dell'eccitazione; le sue pupille sono tornate normali di larghezza e i capelli mostrano alcuni ciuffi ormai asciutti. Non resisto e percorro il profilo del naso con il polpastrello del pollice, mente il resto della mano si posa sicura ma delicata sulla sua guancia.
- Buongiorno - mi saluta.
- Vorrai dire buona sera! Guarda fuori: il sole sta tramontando - lo informo alzandomi sulle ginocchia e tirando le tende della finestra sopra il letto. Una luce poco potente illumina la piccola camera; mi prendo il tempo di osservare il luogo in cui mi trovo: un armadio di fronte a noi, una sedia sulla parete di sinistra accanto ad una porta che conduce al bagno. La porta del lato di destra, invece, conduce alla stanza che costituisce sia il salotto che la cucina. Ennis mi afferra per i fianchi e con gentilezza mi spinge verso di sé, costringendomi ad abbassarmi e posare la schiena sul torace perfetto e ben scolpito.
- Vuoi fare una cosa con me? -
- Se cominci una proposta con questo tono, io penso male biondino - scherzo. Gli faccio l'occhiolino. Giro esclusivamente il volto per imprimergli un bacio a stampo sulla bocca e per nulla al mondo allontanerei i nostri corpi così uniti.
- Idiota! Vestiti che ti porto fuori - pronuncia il suo invito pizzicandomi i fianchi.
Il tempo di vestirsi tra un'occhiata languida e qualche carezza e siamo pronti entrambi. Ennis lascia le chiavi a Josh che ci domanda cos'abbiamo fatto in tutto questo tempo.
- Parlato - risponde lui. Josh pare dubbioso e perplesso nel vedere la sua espressione quasi di vergogna e arrossata; non mi resta che intervenire:
- Gli ho portato cattive notizie, ma il mio fratellino si riprenderà! -
- Mmm...ho capito. Alma si è più rifatta viva? - domanda ancora. Non posso fare a meno di roteare gli occhi e rimanere nauseato da tanta curiosità. Credo che Josh ed Ennis siano parecchio amici per il semplice fatto che conosce o abbia sentito parlare di Alma.
- No - sbotto un po' maleducatamente. Un'occhiata arrabbiata ed il tipo capisce che la deve smettere con le domande impiccione. Solleva entrambe le mani aperte in segno di scusa.
- Jack smettila! Posso andare a prendere i...-
La richiesta del biondo viene fermata subito da un segno di sì con la testa e un sorriso di Josh. Eh sì! Devono essere proprio amici se si capiscono senza neppure parlarsi. Gelosia è ciò che provo. Ma lui sono certo non avrà mai Ennis come l'ho avuto e l'avrò io! Sembro una ragazzetta alla prima cotta, così geloso e diffidente nei confronti di potenziali rivali e beh...non si può dire che Josh non lo sia: alto, fisico da cowboy (come tutti i giovani del Wyoming), occhi verdi da cerbiatto e un sorriso da togliere il fiato.
- Dove mi stai portando? - chiedo, nascondendomi gli occhi con la mano per non essere accecato dagli ultimi bassi raggi solari.
- Vedrai. -
Se non lo amassi così tanto giuro che lo prenderei a botte quando rimane sul vago nelle risposte. Entriamo in una costruzione di legno che si regge in piedi per miracolo e con gioia vedo due splendidi cavalli mangiare tranquilli, nei rispettivi box semi aperti, il fieno della mangiatoia. Oh Ennis, hai capito subito ciò che il mio cuore desiderava da tanto: cavalcare assieme nella notte, spensierati e felici come dodici anni fa. Il fatto, poi, che porti ancora lo stesso giubbotto indossato in quell'estate a Brokeback rende la situazione ancora più surreale.
- Allora? Ti va? -
Vorrei rispondere con un bacio, così mi abbasso leggermente (dato che è poco più basso di me) e chiudo gli occhi, ma lui non pare condividere la mia idea. Mi ferma e si allontana. Da dentro il box mezzo distrutto dello stallone sauro sento la sua voce:
- Jack puoi anche parlare, non serve fare sempre...beh...ciò che fai. -
Queste parole mi trafiggono il cuore, ma d'altronde non posso aspettarmi troppa dolcezza dal rude Ennis. Per il mio bene decido di ignorare la sua frase e afferro una sella per preparare il morello. Il gusto amaro della gelosia provata poco fa per l'amicizia tra Josh ed Ennis, lascia posto ad un gusto ancora più fastidioso e terrificante: la sconfitta. Non che tra me e lui vi sia una guerra...o forse sì? Potrebbe anche essere. Sono certo, però, che una guerra c'è sicuramente ed è quella che combatto ogni giorno da dodici anni. Mi scontro contro me stesso e allora come potrei uscirne mai vittorioso? Ho riflettuto molto e credo che la mia missione non sia vincere questa guerra, ma capire quale tra "i due Jack nemici" mi rappresenta maggiormente e che sento di voler essere. Ah già! Secondo problema: devo ancora delineare bene i profili e le caratteristiche dei due Jack. Ogni volta che Ennis mi tratta in malo modo, non posso che sentirmi sconfitto, perché mi sembra che lui rifiuti entrambi. È come se dicesse: che tu sia un Jack o l'altro non m'importa; mi sono divertito e basta, ma per te non cambio la mia vita. Se solo si rendesse conto di quanti cambiamenti ho fatto per lui! Non pretendo e nemmeno mi sogno di chiedergli un cambiamento. Quest'ultimo lo deve volere lui! Non può partire da una mia richiesta. È lui che dovrà compiere una scelta; la mia l'ho presa nel momento stesso in cui ho deciso di farla finita con Laurene. Non ci diciamo nulla mentre vestiamo i rispettivi cavalli. Lo stallone che mi è capitato è alto, con zampe possenti ed un collo robusto. Delle mosche devono dargli fastidio, dato che appena può si strofina il muso sulla mia schiena.
- E stai fermo! - sbotto, ancora irritato per le parole del biondo.
- Trattalo bene, lui è il mio amore -
- Come vuoi Ennis. Ora taci e lasciami finire - brontolo mostrando un po' troppo la mia rabbia. Perché mi ferisce dopo che mi ha accarezzato con tanto amore? E poi come può dire che un cavallo è il suo amore quando a me non mi ha mai chiamato così? Certo neppure io l'ho mai fatto, ma solo per timore che scappasse. Altrimenti l'avrei chiamato ogni secondo amore. Vaffanculo Jack! Tu e le tue stupide romanticherie. Stringo forte il pomo della sella, infilo il piede destro nella larga staffa e con un balzo sono in groppa. Incito in morello a muoversi con uno schiocco della lingua e qualche colpo sui fianchi. Ennis è già fuori, senza giubbotto, come se si morisse di caldo. Non fa freddo, però neppure da stare solo in camicia! La voce del mio orgoglio si fa sentire e così, per non essere da meno, mi levo la giacca, la sistemo dietro la sella e con un trotto raccolto raggiungo il sauro e il suo cavaliere.
- Dove si va? - chiedo con entusiasmo.
- Stammi dietro, se ne sei capace - mi punzecchia lanciandomi un'occhiata furba. Poi sprona lo stallone che da un trotto appena accennato passa ad un galoppo allungato. Sorrido, lasciandogli qualche secondo di vantaggio e poi parto. Il sole ormai è tramontato del tutto e non ci resta che sperare che sorga la luna. La strada è praticamente deserta e nessuno, per fortuna, corre il rischio di essere investito da due pazzi che galoppano a redini sciolte. Sento una risata calda provenire da Ennis e poi sparisce tra dei cespugli sulla destra. Il morello si blocca nel vedere quell'incrocio di rami scuro:
- E muoviti asino! - gracchio facendo pressione sui fianchi. Lo stallone muove gli zoccoli posteriori sul posto in segno di disappunto, sbuffa col naso e allunga il collo. Vengo tirato in avanti, ma essendo esperto non cado. Attorno alle redini chiudo a pugno la mano destra, lasciandone un bel pezzo lasco; faccio un respiro profondo e con un colpo brusco colpisco il collo dell'animale con le redini. Il cavallo si contrae, scalcia e s'impenna un paio di volte, dopo di che si fa coraggio ed entra tra i rami. Sento un pezzo di legno incidermi la carne del braccio destro.
- Jack, dove sei? - la sua voce mi raggiunge con un tono un po' preoccupato.
- Ennis ma che razza di mulo mi hai dato! - lo rimprovero mentre esco dai cespugli e lo raggiungo, tenendo a bada il morello assai agitato.
- Vuoi scherzare! Lui è il migliore, sei tu che sei una frana con i cavalli -
- Ti ricordo che cavalco da quando ho sei anni e faccio pure i rodei, a differenza di te -
- Nei rodei monti tori, non cavalli. Quindi non c'entrano - ribatte e non mi resta che dargli ragione. Uno spicchio di luna compare illuminando il suo profilo.
- Perché mi hai portato qui? - do voce alla mia curiosità, tranquillizzando lo stallone grazie a lievi carezze e pacche sul collo.
- Guarda là Jack - dice allungando il braccio verso l'orizzonte.
Ciò che vedo mi toglie il fiato: montagne, ma non montagne qualsiasi! La catena montuosa a cui appartiene Brokeback! I raggi lunari rendono il paesaggio misterioso e maledettamente romantico ed illuminano l'immenso campo che si stende davanti a noi. Il piccolo spicchio di luna che riesce a mostrarsi da dietro l'enorme quantità di nuvole, non illumina alla perfezione le montagne, però percorre il loro profilo ed è ancora meglio: possiamo lavorare di fantasia, cosa di cui sono davvero bravo ed esperto.
- Ennis, credi che ci torneremo mai? -
- Questo non lo so Jack, ma... — si ferma e mi guarda - Io spero di sì. -
A stento trattengo la voglia di scendere per baciarlo e fare l'amore con lui, qui in questo posto idilliaco. Il morello e il sauro intanto si sono avvicinati, strofinando i loro musi e sbuffando. Mi sento rassicurato dalla sua affermazione: sapevo che Brokeback non poteva mancare solo a me. Ammiriamo la luna per attimi che spero non terminino più, poi Ennis alza leggermente le redini, schiocca la lingua e dice:
- Prendimi! -
L'attimo dopo è ad un galoppo sfrenato. Nel vedere il sauro galoppare beatamente, il mio cavallo pare svegliarsi e parte anche lui con la stessa foga e la stessa abilità. Lascio le redini e alzo le braccia al cielo. Il vento mi scompiglia i capelli, mi sussurra qualcosa alle orecchie in maniera impercettibile e avvolge tutto il mio corpo. È sensazionale ciò che sto provando e vorrei che il tempo si fermasse.
- Brokeback aspettaci! - urlo estasiato con gli occhi chiusi. Finalmente ho potuto dire a voce alta il mio più grande desiderio e cosa ancora più bella, l'ho potuto fare in presenza dell'uomo che mi ha fatto capire cosa significa amore vero.

Ritorno a Brokeback MountainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora