Capitolo 2

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«Mi dispiace, mi rendo conto che sto abusando del suo tempo» mormorò Nowaki, uscendo dalla stanza del suo piccolo paziente. Rivolse uno sguardo di scuse all'infermiera di mezza età che lo stava accompagnando, reggendo tra le braccia la cartellina sulla quale annotava le sue disposizioni e gli aggiornamenti delle terapie.

«Oh, non si preoccupi, Kusama-sensei. Per me è un vero piacere assisterla. Perdoni la mia franchezza, mi permetto di dire queste cose perché ormai ho l'età per poter essere sua madre. Lei è sempre così gentile. I genitori parlano tutti benissimo di lei e soprattutto i bambini l'adorano. È bello vedere che, nonostante si trovino in ospedale, siano così contenti.»

Nowaki era impegnato nel consueto giro visite del tardo pomeriggio. Alcuni suoi colleghi medici sbrigavano quella formalità in breve tempo, limitandosi a prendere nota delle eventuali variazioni nelle condizioni di salute dei piccoli pazienti e a prescrivere medicine, rivolgendo giusto qualche parola di circostanza ai preoccupati genitori.

Lui, invece, ci metteva sempre almeno il quadruplo del tempo. Era sempre disposto a farsi coinvolgere dai giochi dei bambini, approfittando di quell'innocente sotterfugio per controllare i loro progressi nella convalescenza, e non si tirava indietro quando i genitori gli ponevano mille ansiose domande. Durante la mattina c'erano sempre troppe cose da fare per poterselo permettere, ma verso il tardo pomeriggio le attività di routine diminuivano. Lui adorava il giro visite pomeridiano proprio per quel motivo e i bambini non facevano mistero di divertirsi in sua compagnia. Non c'era gioco a cui non partecipasse, da quelli da tavolo al nascondino per i corridoi, ma si poteva essere sicuri che, di qualunque divertimento si trattasse, Nowaki ne usciva sempre perdente nei confronti dei suoi sfidanti in miniatura.

Rivolse un sorriso di ringraziamento all'infermiera. Sapeva che erano sempre molto impegnate, ma nessuna di loro si era mai lamentata per tutto il tempo che faceva loro perdere. Anzi, a volte aveva perfino avuto il sospetto di piacergli veramente. Poteva capire che le più giovani fossero affascinate dal suo aspetto, anche se si era sempre ben guardato dall'incoraggiarle in tal senso, ma fino a quel pomeriggio non aveva capito esattamente cosa aveva fatto per guadagnarsi il rispetto anche delle più anziane. Le infermiere di pediatria erano note in tutta la clinica ospedaliera per essere dei veri mastini, ma lui era riuscito ugualmente a conquistarle nell'unico modo possibile, ovvero attraverso il suo sincero interessamento ai bambini, e non soltanto per la loro salute.

«Chi vuole visitare adesso, Kusama-sensei?» chiese l'infermiera, finendo di annotare qualcosa sulla cartellina.

«La piccola Tomoko, stamattina, mi è sembrata vivace come al solito, anche se vedo che aveva un po' di febbre. L'intervento di appendicectomia di ieri è andato bene, ma potrebbero insorgere complicazioni» rispose, scorrendo con lo sguardo la tabella dove erano stati annotati i parametri vitali dei piccoli pazienti.

«Certamente» annuì l'infermiera. «Inoltre, le colleghe mi hanno riferito che a pranzo non ha mangiato molto.»

Era abitudine di Nowaki tenere il telefono cellulare acceso, anche se in modalità silenziosa, nella tasca del camice. Era capitato che qualche volta scambiasse un furtivo messaggio con Hiroki, giusto per chiedergli com'era andata la sua giornata all'università quando sapeva che era arrivato a casa, oppure per chiedergli cosa preferiva mangiare per cena. Un messaggio simile gli era già arrivato circa un'ora prima, quindi fu colto di sorpresa quando il cellulare iniziò a vibrare insistentemente per una chiamata. Hiroki si limitava sempre e solo ad un telegrafico messaggio. Cosa poteva mai essere successo perché lo chiamasse al lavoro?

Estrasse il cellulare dalla tasca e controllò il numero. Era proprio Hiroki.

Doveva aver assunto un'espressione preoccupata perché l'infermiera lo scrutò per un lungo momento. «C'è qualcosa che non va, Kusama-sensei?»

Junjou in TroubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora