Capitolo 24

425 38 1
                                    

Nowaki era rimasto sulla soglia del soggiorno per almeno cinque minuti a guardare Hiroki senza che lui se ne accorgesse, impegnato com'era. Il tonfo che aveva sentito poco prima era dovuto ad alcuni libri che erano caduti per terra, ma Hiro-san, in piedi su una sedia e impegnato a frugare sugli scaffali più alti, non si era fermato a raccoglierli.

Così Nowaki si decise ad avvicinarsi silenziosamente alle sue spalle, avvolgendogli le braccia attorno alla vita. L'altro sussultò, colto di sorpresa, e si aggrappò allo scaffale per non perdere l'equilibrio, nonostante le braccia che lo sostenevano.

«Nowaki!» lo apostrofò. «Mi hai fatto spaventare! Vuoi farmi cadere?»

«No, se io ti tengo» gli rispose in tono mite. «Scusami, Hiro-san, ma tu eri così assorto... Cosa stai cercando?»

«Dei libri...» Hiroki si sciolse dall'abbraccio e riprese a spostare i volumi sullo scaffale. «Se non ricordo male, li avevo messi proprio qui.»

«Sono per il tuo lavoro? Ti posso aiutare?»

«No, grazie. Faccio da solo. Tu, piuttosto, perchè non sei a letto? È ancora presto e ieri eri stanco morto.»

«Ho riposato abbastanza.» Nowaki si chinò a raccogliere i libri caduti a terra e li porse a Hiroki con un sorriso. «Mi dispiace di averti lasciato da solo a occuparti dei bambini anche stamattina.»

«Preparare due biberon non è poi una fatica così grande.» La risposta di Hiroki fu pronunciata nel suo solito tono un po'scostante, ma il fatto che prese i libri dalle sue mani senza guardarlo fece capire a Nowaki che era abbastanza imbarazzato da arrossire. «Ah! Ecco dov'era finito!»

Il giovane medico guardò il volume che il compagno sfilò dallo scaffale. Sulla copertina c'era il disegno a colori di un ragazzo colto nell'atto di uscire da una pesca. Non ebbe bisogno di leggere il titolo per riconoscere la storia.

«Momotarou» mormorò, prima che se ne rendesse conto.

Hiroki gli lanciò un'occhiata. «Conosci questa favola?»

«È la preferita di Kusama-sama. Ce la leggeva spesso quando eravamo piccoli. E poi, Hiro-san, lavoro in un reparto pediatrico. Favole e storie sono all'ordine del giorno.»

Solo allora Nowaki notò gli altri libri appoggiati sul tavolino. Tra i titoli, mescolate alle tradizionali favole giapponesi, scorse le celebri fiabe dei fratelli Grimm, un volume di Hans Christian Andersen, uno di Charles Perrault, le opere di Esopo e di Fedro.

«Non avevo capito che nel vostro libro sulla letteratura Miyagi-sensei intendesse dedicare dei capitoli anche alle favole per bambini. È una nuova idea?»

«No. Ecco... in realtà il libro non c'entra. È un altro tipo di ricerca.»

Di nuovo, Hiro-san evitò il suo sguardo e Nowaki sospirò mentre l'altro smontava dalla sedia.

«Hiro-san, non dovresti accettare troppi lavori. Sei già così tanto impegnato con l'insegnamento all'Università e il progetto con Miyagi-sensei... Ti stancherai troppo.»

«Senti chi parla! Chi è quello che fa turni da schiavo all'ospedale?»

«Mi dispiace, Hiro-san. Sono ancora uno specializzando, anche se ormai manca soltanto qualche mese.»

«Lo so.»

Hiroki abbassò lo sguardo al libro che ancora stringeva tra le mani e non disse altro, al punto che Nowaki temette di aver detto qualcosa di sbagliato.

Junjou in TroubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora