Capitolo 20

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Misaki era perplesso. Ormai ne era certo, Usagi-san si stava comportando in modo molto strano.

Poco dopo il rientro a casa di Kamijo-sensei e di Nowaki-san aveva cominciato a dare velati segnali di impazienza. Mentre lui serviva ai due uomini un piatto del curry che aveva preparato, Usami se ne era rimasto appoggiato allo stipite della porta a fissarlo, cosa che lo aveva messo alquanto a disagio.

La sensazione si era accentuata quando aveva mostrato al dottore il congelatore, dove aveva ordinatamente riposto le porzioni pronte. Mentre l'altro gli faceva i complimenti per la sua abilità e lo ringraziava per la gentilezza nei confronti suoi e di Hiro-san, come lo chiamava lui, Usami si era lasciato sfuggire perfino uno sbuffo spazientito. Misaki era arrossito per l'imbarazzo, ma fortunatamente Nowaki-san non l'aveva sentito. O, più probabilmente, aveva fatto finta di non sentire. In fondo, quell'uomo viveva da anni con Kamijo-sensei e, se il professore a casa si comportava nello stesso modo che all'università, doveva essere diventato un esperto nell'arte di portare pazienza e fingere di non sentire, oltre ad avere l'animo più tollerante dell'universo.

Non che Kamijo-sensei fosse cattivo, aveva pensato Misaki. Come professore, era sicuramente preparato e sapeva spiegare molto chiaramente anche i concetti più difficili. Ma proprio non riusciva a figurarselo comportarsi in una maniera differente tra le mura domestiche.

Usami era parso sollevato al momento di congedarsi e aveva perfino risposto con cortesia a Nowaki-san quando l'altro aveva sollevato di nuovo l'argomento di rimborsare lui e Miyagi-sensei delle spese sostenute, ma la sua irrequietezza era ulteriormente peggiorata mentre lui e Shinobu-kun si erano attardati a parlare ancora qualche minuto nell'atrio del condominio.

Ripensando a Shinobu, Misaki si lasciò scappare un sorriso. Dopo il primo impatto, l'altro ragazzo aveva iniziato a stargli veramente simpatico e prevedeva che si sarebbero visti ancora spesso in futuro. Infatti aveva promesso di dargli quelle famose lezioni di inglese in cambio delle sue in cucina e oltretutto, quando Misaki si era offerto di badare ai bambini ogni volta che Kamijo-sensei e Nowaki-san ne avessero avuto bisogno, si era proposto di fargli compagnia.

In quel momento, mentre guidava verso casa, Usagi-san era stranamente taciturno e appariva assorto in chissà quali pensieri.

Misaki aveva cercato di riempire il silenzio chiacchierando senza posa di qualunque cosa gli passasse per la mente e aveva finito per tornare a parlare dei due bimbi e di quello che lui e Shinobu avevano fatto mentre Usami e Miyagi-sensei erano stati fuori. Raccontò di come l'altro ragazzo si era detto interessato a ricevere lezioni di cucina, ma evitò accuratamente qualsiasi accenno allo scambio che avevano avuto in merito alla manifestazione dei propri sentimenti.

Quello era qualcosa sulla quale Misaki aveva ancora bisogno di riflettere per conto suo.

Il ragazzo trasse un sospiro di sollievo quando Akihiko imboccò finalmente la rampa in discesa che portava al parcheggio al di sotto del condominio dove abitavano. Cominciava ad essere a corto di parole e, se il tragitto fosse stato appena più lungo, non avrebbe saputo più cosa dire.

Alla fine, Usami spense il motore e appoggiò la testa all'indietro sul sedile di pelle, chiudendo per un momento gli occhi.

«C'è qualcosa che non va, Usagi-san?» gli chiese.

Gli sembrava quasi un deja-vù, una replica della conversazione che avevano avuto nella cucina di Kamijo-sensei.

Usami gli rivolse un'occhiata strana, al punto che Misaki si sentì di nuovo in agitazione.

«Sai, Misaki, grazie a quel tuo bacio di stasera credo di aver sviluppato un feticcio per le tue labbra. Mi stanno veramente tentando e ho una voglia tremenda di divorarle. Quindi, se non vuoi che ti prenda in macchina, qui e ora, ti consiglio di scappare subito in casa prima che io perda seriamente il controllo.»

Junjou in TroubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora