Capitolo 10

513 40 2
                                    

Quando la porta si era chiusa dietro Hiroki e Nowaki, Akihiko e Miyagi si erano scambiati uno sguardo sorpreso prima di stringersi entrambi nelle spalle. Entrambi conoscevano il carattere testardo e impulsivo di Hiroki, quindi non stettero a tormentarsi troppo sulla questione.

Quello che aveva stupito maggiormente Akihiko era stata la decisione del suo vecchio amico d'infanzia di tenere con sé non uno, ma ben due neonati, che non avevano nessun rapporto di parentela né con lui né con Nowaki e di cui aveva ignorato l'esistenza fino a quel pomeriggio.

Forse la risposta era contenuta in quella seconda lettera indirizzata proprio a Hiroki, così lo scrittore prese i fogli e li lesse attentamente mentre Shinobu iniziava a raccogliere i documenti ufficiali e li riponeva nella busta originale. Ora che, a quanto pareva, era stata presa una decisione definitiva sul futuro dei gemellini, non c'era altro da fare. Hanako aveva già provveduto a tutto.

Quando terminò di leggere, Akihiko dovette reprimere una risatina. Davvero quella donna era una sorpresa. Non solo sembrava aver studiato a fondo Hiroki, ma lo aveva talmente ben compreso da essere riuscita a far leva sui punti giusti per smuovere quel suo caratteraccio spigoloso, ma in fondo tanto buono.

«Cosa c'è da ridere, Akihiko-san?» gli chiese Miyagi.

L'altro uomo era appena uscito dalla stanza dei due padroni di casa dove era andato a controllare i neonati, socchiudendo la porta alle sue spalle, e l'aveva sorpreso proprio in quel momento.

In risposta, Akihiko gli tese entrambe le lettere.

«Leggi qui» gli disse. «Capirai tutto. Quella donna sì che è una buona giudice di caratteri se è riuscita a decifrare così bene anche Hiroki.»

In quel momento, il campanello suonò. Shinobu fece per alzarsi, ma lo scrittore gli fece cenno di lasciar perdere.

«Vado io. Deve essere Misaki.»

«Misaki? Hai fatto venire qui il tuo cucciolo?» gli chiese Miyagi, prendendolo bonariamente in giro.

«Tu non hai forse fatto lo stesso con il tuo?» ribatté Akihiko, facendo volutamente finta di non accorgersi del rossore che aveva inondato il viso di Shinobu a quelle parole.

Quando aprì la porta di casa, Akihiko si trovò davanti un Misaki affannato e con le guance rosse per il freddo. In mano reggeva tre buste per la spesa piene di cibo che avevano un'aria decisamente pesante.

Subito Akihiko gliene tolse due, reggendole entrambe con la mano sinistra mentre Misaki si affrettava a entrare e togliersi le scarpe.

«Hai fatto presto» commentò l'uomo.

«Ho fatto più in fretta che ho potuto, Usagi-san, sei stato tu a dirmelo. Dalla tua voce sembrava essere successo qualcosa di grave e mi sono preoccupato» rispose Misaki, sciogliendo il nodo della sciarpa. «Kamijo-sensei sta bene?»

«Adesso credo di sì. È stato un pomeriggio difficile per lui.»

«Beh, almeno spero che tu gli sia stato di aiuto. Non fai che mettermi nei guai, Usagi-san. Aikawa-san ha telefonato e si è arrabbiata un'altra volta con me perché non hai rispettato la data di consegna. Non sai che cosa ho dovuto fare per scusarmi al posto tuo. Comunque, quando le ho detto che avevi avuto un'emergenza si è rassegnata e ha posticipato la consegna a domani. Ma per una volta, Usagi-san, non potresti...»

La borsa della spesa gli sfuggì dalle dita e gli ortaggi che conteneva rotolarono ovunque quando Akihiko gli passò il braccio libero dietro la vita e se lo attirò contro, facendo aderire le labbra alla sue in un rapido bacio.

Junjou in TroubleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora