«Mio caro Nowaki,
perdono. Perdono. Mille volte perdono.
Mi dispiace tanto. Mi dispiace se per causa mia dovessi litigare con Hiro-san. Mi dispiace per non averti detto nulla prima.
Se stai leggendo questa mia lettera è perché hai già visto che sui documenti ho indicato te come padre naturale dei miei bambini e hai tutto il diritto di sapere perché. Ci proverò in questa lettera perché, quando la leggerai, forse sarà già troppo tardi per me.
Ricordo come fosse ieri il giorno che litigammo. Ti confesso che per me fu un vero shock. Adesso, a distanza di tempo, posso dirti che mi comportai da egoista. Tu mi sei sempre stato vicino, mi hai sempre sostenuto e aiutato. E io come ti ricompensavo? Gridandoti contro il mio disprezzo per quella felicità che finalmente la vita ti regalava. È vero, io ti ho sempre amato più di chiunque altro. È vero che, ad un certo punto, i miei sentimenti per te sono diventati diversi dall'amore per un fratello, indipendentemente dal legame di sangue. Ma non avevo il diritto di ferirti a quel modo. Ero gelosa. Ero arrabbiata. Ero ferita e ho voluto farti sentire come mi sentivo io. Ho rovinato la tua felicità per quell'amore finalmente ricambiato.
A quell'epoca ero solo una adolescente immatura e, reagendo in quel modo, non solo avevo perso ogni speranza di avere ricambiato il mio amore per te, ma ti ho anche perso come fratello. Ora me ne pento. Se avessi taciuto... Ma se non avessi taciuto, forse soffriresti di più adesso.
Posso dirti che, dopo quel giorno, sono cambiata. Sono cresciuta. Ho sempre cercato con tutte le mie forze di migliorare me stessa per te. Seguendo il tuo esempio, mi sono impegnata nel lavoro e sono riuscita ad ottenere una buona posizione. Era il minimo che potessi fare per renderti anche soltanto un pochino orgoglioso di me. Ho anche trovato qualcuno con cui pensavo di poter trascorrere il resto della mia vita. Non ti dirò il suo nome. Sappi soltanto che ti assomigliava tanto sotto molti punti di vista, non solo nell'aspetto fisico, ma anche nel carattere. Era una persona seria, un gran lavoratore, gentile e onesto.
Purtroppo, stavamo insieme soltanto da due anni quando mi resi conto che ingannavo me stessa. Pensando di poterlo amare, ingannavo lui e me. In realtà, non ho mai smesso di paragonarlo a te. Ci ho provato con tutta me stessa, credimi, ma è stato come chiedere alle onde del mare di smettere di invadere la spiaggia. Era un pensiero che tornava sempre, qualunque cosa lui dicesse o facesse. Così, alla fine, ci siamo separati. Non ne fu sorpreso. Sapeva perfettamente, anche se non gliel'ho mai detto, che nel mio cuore è sempre stato secondo a qualcun altro. Lui non ha mai saputo della gravidanza. Scoprii di essere incinta tre settimane dopo esserci separati, quando feci un controllo in ospedale per alcuni sintomi.
Fu il giorno che ci incontrammo di nuovo. Sono convinta che fu il destino a volerlo.
Quel giorno, accaddero tre cose. Incontrai te dopo tanto tempo. Scoprii che sarei diventata madre. Scoprii che stavo per morire.
Tu sai che mia madre morì di malattia poco dopo la mia nascita. Ebbene, io sono affetta dalla stessa incurabile malattia. Sapevo da tempo di essere malata, ma quel giorno mi dissero che la gravidanza avrebbe peggiorato notevolmente la mia condizione. Solo recentemente è stato scoperto un farmaco, ancora in via di sperimentazione. Se volevo avere una speranza di vita avrei dovuto rinunciare a diventare madre, uccidendo la creatura che aveva iniziato a crescere dentro di me.
Ero sconvolta. Non sapevo cosa fare.
Nella mia mente mi stavo chiedendo cosa avrei potuto fare quando ti vidi. Sembravi la risposta che stavo cercando. Quando ti parlai e scoprii che eri un medico pediatra, mi sembrasti la soluzione migliore per tutti. Fu quel pensiero che mi diede la forza di avvicinarti.
Penserai chesono pazza. Forse lo sono davvero. Forse sono solo una madre disperata. L'unica cosa che pensavo, a quel punto, era di offrire la miglior vita possibile al mio bambino non ancora nato.
Passai i successivi due mesi a pedinare te e Hiro-san. Mi sentivo una stalker. Vi ho seguiti mentre facevate la spesa, ho ascoltato le vostre conversazioni quando pranzavate al ristorante per famiglie, vi pedinavo perfino lungo la strada per tornare a casa.
All'inizio non capivo come potessi essere innamorato di lui, ma ora posso dire di conoscere Hiro-san bene quasi quanto te e sono felice che sia entrato a far parte della tua vita. In ogni caso, ogni volta che vi osservavo, si rafforzava la mia convinzione di aver scelto le persone migliori cui affidare i miei bambini. Già, perché nel frattempo avevo scoperto che si trattava di due gemellini. Non temere per loro. Ho fatto tutte le indagini a disposizione della moderna medicina e, grazie al cielo, nessuno dei due ha ereditato i miei geni malati.
I giornipassavano e avevo avuto tanto tempo per pensare alla cosa migliore da farsi, così decisi di cominciare a muovermi per via legale. Avevo un lavoro ben retribuito e avevo messo da parte parecchi risparmi. Mi servirono per adempiere a tutte le pratiche burocratiche. Dovetti mentire, affermando che eri il padre naturale dei miei figli per poterti nominare loro tutore legale, dal momento che tra noi non intercorrono legami di sangue e non siamo stati sposati, altrimenti non avrei potuto nominare qualcuno con cui non avevo alcun legame riconosciuto.
Non ho voluto dirti nulla prima perché ti conosco bene. So come avresti reagito. Avresti cercato in tutti i modi una soluzione per salvarmi. Non ti saresti rassegnato all'inevitabile. Io, ormai, l'ho accettato e ho smesso di combattere.
In queste ultime settimane, sono stata ricoverata nello stesso ospedale in cui lavori tu. Ho fatto del mio meglio. Ho lottato per vivere fino alla fine della gravidanza e ora, mentre ti scrivo, guardando i miei due preziosi figli, sono contenta di averlo fatto. Ma sono stanca. Sento che il mio corpo sta cedendo. L'unica cosa che posso fare ancora per loro è accompagnarli da te e mettere il loro futuro nelle tue mani prima di addormentarmi.
Sai, sono serena. So che tu vorrai loro un mondo di bene e li crescerai nella maniera migliore. Un giorno, quando ti chiederanno di me, saprai raccontare loro la storia come facesti per una bambina che non capiva perché il suo papà non sarebbe più tornato a casa dal lavoro.
Grazie per tutto e ricorda la tua sorellina che ti ha sempre voluto tanto bene.
Addio, fratellone Nowaki
Hanako
Quando aveva preso in mano la busta, l'aveva aperta con foga, quasi con rabbia. Non perché fosse ansioso di leggere cosa Hanako aveva voluto scrivergli, ma solo per capire perché.
Perché tutto quello?
Man mano che scorreva le righe, però, sentì il gelo invadergli il petto. Era finito in un incubo. Impallidì.
Nel leggere le ultime parole, le mani avevano preso a tremargli in maniera incontrollabile. Le lettere apparivano offuscate ai suoi occhi a causa delle lacrime che lentamente gli scendevano lungo le guance.
I fogli caddero a terra.
Si sentì soffocare all'improvviso.
Doveva uscire.
Scattò in piedi e si precipitò sul terrazzino, aggrappandosi alla ringhiera come ad un salvagente, incurante del freddo che gli mordeva il corpo.
Nowaki non sentiva altro che le proprie lacrime, bollenti, scorrergli a fiumi sul viso.
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Junjou in Trouble
FanfictionAmanti dello yaoi d'Italia! Alzi la mano chi non conosce il manga (e relativo anime!) "Junjou Romantica" di Shungiku Nakamura! Ecco, questa è una fanfiction che ho scritto prendendo in prestito i personaggi che ho amato di più di questa storia, ai q...