2. Christian

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Questa mattina mi sono svegliato, ed ero solo in casa. Come di routine sono andato in bagno a fare i miei bisognini, e sulla tazza del water trovo un bigliettino … "la mamma è andata via per un po’. Torno presto. Tanti baci biscottino mio, ti ho lasciato dei soldi nel mio cassetto, dovrebbero bastarti. Intanto cercati un lavoretto per arrotondare.’’ Non smetterà mai di stupirmi.
In realtà i miei son delle gran teste di cazzo: mio padre dopo essersi separato da mamma aspettava già un figlio da un’altra, esattamente dieci anni più piccola, la mia mamma non è mai stata normale. Per lei noi figli siamo … non lo so cosa siamo per lei, ma di certo non abbastanza da permettersi di prendersi cura di noi, e non solo adesso che siamo adolescenti, ma anche da piccoli. Mio fratello, deceduto circa dieci mesi fa, nonostante avesse ben due anni in più è stato il mio papà. Era un tipo decisamente tosto e non amava farsi mettere i piedi in testa.
È morto a causa della droga; tutti sappiamo che alla fine ti dà alla testa, per anni è bella e cara, la tua migliore amica, quella che c’è quando non c’è nessuno, quella che ti fa concentrare, quella che ti fa compagnia, quella che ti fa stare bene, quella che ti fa girare la testa e che ti fa amare il mondo intero. Magari è tagliata male, magari è arrivata la tua ora e basta, e quando è arrivata la tua ora, la droga può solo ridurti il dolore e farti sembrare tutto più leggero, ma la tua ora è arrivata. E così dopo essersi gustato per bene la sua migliore amica, si è buttato sotto un pullman. Veloce e indolore. È morto sul colpo. Quando l’hanno trascinato in ospedale, era ormai troppo tardi, così i medici ne hanno solo dichiarato il decesso. Ho sofferto talmente tanto che per giorni sono stato chiuso in casa senza neppure andare a scuola. Stavo in casa tutto il giorno, mangiavo di rado e mi chiudevo in stanza. I miei amici mi portavano dell’Ecstasy quasi tutti i giorni, e quella per un po’ fu la mia medicina. Avevo iniziato ad assumerne più del solito, per ogni minima cosa. Dovevo studiare? Pillolina. Dovevo fare una passeggiata? Pillolina. Avevo fame? Pillolina, birra e una bella pizza.
In quel periodo, ho iniziato a fare sesso con la mia prof di psicologia: Angela.
Angela è tutto quello che uno studente vorrebbe da un insegnante: bella, gentile, comprensiva, brava a spiegare, brava in tutto. Inoltre, è tremendamente sexy! Il nostro professore di storia, sono mesi che tenta di portarsela a letto, ma non c’è ancora riuscito e non ci riuscirà! Nel cuore di Angela ci sono solo io. Sono un ottimo studente e adoro la sua materia. La adoro talmente tanto che non ho bisogno di aprire i libri … li ho già tutti in testa. Il lato positivo di andare a letto con l’insegnante di psicologia, è che non hai bisogno di studiare ciò che insegna, la A la prendi a prescindere.
Qualche mese fa, ci ha dato una relazione da svolgere. Da buon cretino, un nostro compagno di classe, David, ha parlato della NOSTRA relazione segreta approfittando del fatto di leggere avanti a tutti. Inutile dire gli sghignazzi di tutta la classe e l’imbarazzo di Angela, che ha reagito sedendosi sulla cattedra e piangendo. Io ero soddisfatto.
Tutti sanno di noi, ma ci vogliono talmente bene che non l'hanno riferito ancora alla nostra preside. Noi la chiamiamo ‘Hitler’. Se dovesse scoprire che Angela ed io ce la intendiamo, a lei tocca il licenziamento e a me taglia le palle.
Tornando a me e ai miei soldi, credo che stasera darò una bella festa e inviterò tutti, anche Angela.
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Sono le 23:30 e non c’è ancora nessuno. La festa era in programma per le 23:00.
Alle 23:45 arrivano tutti e inizia lo sballo. Mary, Sophie, Mark, Lucy, Sarah, David, Angela e tanta altra gente che manco conosco. Amici di amici, di cui non so neppure l’esistenza. Mi sono riservato il meglio per me, delle pilloline speciali che potrò ingerire solo io, perché 1) costano troppo e non ho voglia di far gioire gli altri di questa maniera con i MIEI soldi, e 2) sono potentissime, non vorrei che qualcuno si sentisse male per colpa mia. Prendo la pillola e scendo giù. C’è tanta di quella gente già sballata e ragazze in piena tempesta ormonale; sembrano gatte in calore piuttosto che sedicenni. Una ragazza, di cui ho sconosciuta l’identità, sta rimettendo a dirotto. Non faccio in tempo a darle una mano che sento le sirene della Polizia. ‘’La vecchia vicina è infastidita da tutto questo rumore’’, penso. Ho ragione. I vicini hanno chiamato le forze dell’ordine e tutti scappano dall’uscita laterale e dalle finestre. Sfondano la porta ed entrano, non ci mettono molto a capire che sono al piano di sopra. Mi mostrano la roba, mi chiedono se fosse di mia proprietà, a malincuore rispondo di sì.
Mi fanno un mucchio di domande e mi dicono che ho solo sedici anni, mi dicono che dovrei pensare a studiare e a fare party con pizza e pasticcini. Fa uno sproloquio sui giovani di oggi, che pensano solo al sesso e alla droga, che abbiamo perso i valori e che la religione per noi conta talmente poco che non diamo più retta a ciò che piace e ciò che non piace a Gesù.
‘’A queste cretinate non ci crede più nessuno. Se volete sbattermi dentro per la droga, fate bene, fate solo il vostro lavoro. Ma cazzo, non tirate in ballo Gesù, non sono altro che cazzate.’’ - dico con voce ferma ma controllata.
‘’Il carcere potresti anche scansartelo sei minorenne. Dobbiamo metterci in contatto con i tuoi genitori. Trovati un buon avvocato, passerai qualche giorno qui e poi farà in modo che tu esca e vada a casa dei tuoi ai domiciliari.’’ - mi dice un agente.
Gli spiego la situazione e mi dicono che saranno loro a chiamare uno dei due.
Mi portano in una cella e cerco di dormire, ma il mio pensiero va solo ad Angela. L’ho delusa!

Il Male DentroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora