‘’Jason esci dal bagno.’’
‘’Un minuto solo, Sarah’’
‘’Muoviti.’’
Okay, calma e sangue freddo: mancano solo venti minuti al suono della campanella ed io sono fuori da questo bagno, aspettando che mio fratello esca, non so ancora cosa mettere e aiutooooo!
Mia madre è psicoterapeuta, quindi di conseguenza i suoi figli dovrebbero essere maledettamente equilibrati, ma non è così. Un esempio lampante, più che me stessa, è proprio mio fratello. Otto anni e già parla di sesso. A proposito: " Jasoooooooon esci da quel bagno che faccio tardi a scuola!’’, urlo di nuovo.
Esce dal bagno in mutande, tutto questo tempo e non ha fatto nemmeno in tempo a vestirsi.
‘’Fila in camera IMMEDIATAMENTE e vestiti, che fai tardi a scuola.’’
‘’Okay’’- dice lui con aria imbarazzata.
E ora che il bagno è tutto mio, vado a prepararmi.
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Eccomi arrivata avanti scuola, dove incontro tutti i miei compagni di classe, Sophie ha un’aria malinconica e depressa, come al solito. Mary invece, stranamente sembra felice, Christian è ancora in carcere, Mark è innamorato perso di Sophie, Lucy è sempre combinata come una di strada, ma sempre maledettamente affascinante, David è intento a spacciare con ragazzi del dodicesimo grado e Giusy sta mangiando un lecca – lecca.
Sento una voce sottile ma intensa parlarmi proprio nell’orecchio destro. Mi sento cingere i fianchi e baciare dolcemente il collo.
‘’Sei stupenda stamattina, Sarah.’’
‘’ Tu lo sei sempre, Lucy’’ - rispondo. Ed è vero.
Lucy è una ragazza alta sul metro e sessanta, ha delle curve stupende e lunghi capelli neri. La cosa che più mi fa impazzire di lei è in assoluto il suo amabile, ma allo stesso tempo freddo, comportamento. Ha un piercing sul naso e un tatuaggio che raffigura una rosa proprio sulla pancia. Ama vestirsi di nero e contrastare tale colore con un rossetto rosso fuoco, che lascia il segno a ogni suo bacio. Possiamo dire che Lucy è in assoluto la ragazza più ribelle della classe e a Sophie questa cosa dà terribilmente fastidio; probabilmente vorrebbe essere lei quella attraente, quella desiderata, quella che ha gran potere da entrambi i sessi, ma credetemi, Lucy in questo batte tutte.
Se stiamo insieme? No, purtroppo, ma ci corteggiamo a vicenda e soprattutto ci provochiamo a vicenda. Sono anni che sbavo per lei e solo quest’anno abbiamo avuto il coraggio di farci entrambe avanti l’un l’altra.
Arriviamo in classe, la prima lezione è quella di Francese. Mentre Madame O’ Malley spiega la lezione, ripenso a quelle parole: ‘’sei stupenda stamattina, Sarah’’, mi risuonano nella mente fino a farmi scappare un sorriso. Ripercorro con la mente la prima volta che l’ho vista, alla prima volta che ho realizzato quanto potesse piacermi. Eravamo al settimo grado, primo giorno di scuola e Lucy ha sempre avuto il vizio di distinguersi dalla massa, sia per il suo comportamento e sia per il suo modo di vestire. Non sono mai stata fidanzata in tutta la mia vita, ma quando la vidi, capì che era lei quella che volevo al mio fianco. Lucy ed io non ci siamo considerate per nulla sia gli anni della Middle School e sia nei primi due anni della High School. Ora, che siamo in undicesima, ci provochiamo entrambe, forse mi ha notata dopo tutti questi anni, forse la attraggo o forse vuole solo portarmi a letto e poi scaricarmi. Ancora oggi, nonostante siano passati un po’ di anni, continuo a pensare che sia lei la ragazza con cui voglio passare il resto della mia vita. Finita la lezione di Francese, mi dirigo verso l’uscita per la pausa a fumarmi una bella sigaretta. Lucy mi segue: ‘’Hey, ti va se stasera vengo a trovarti a casa tua?’’ mi chiede. Io le rispondo che la mia casa per lei è sempre aperta, sono talmente felice, finalmente mi considera davvero. In mente mi frullano mille pensieri: cosa verrà a fare? Forse vuole solo parlarmi, o forse ha intenzione di dirmi che dobbiamo smettere di provocarci, che dobbiamo smettere di comportarci così, perché tra me e lei non ha funzionato ancora e mai potrà funzionare? Mentre penso, mi scosta i capelli con una mano, mi dà un altro bacio sul collo e sparisce, senza dire una parola. Mi dirigo verso la seconda lezione, che è Inglese, Giusy mi guarda e sottovoce mi dice che proprio stampato sul collo c’è un timbro a forma di labbra. Sbianco e vado in bagno. L’ingenuità di Giusy le ha fatto credere che sia stato un timbro ad avermi marchiato il collo. Una volta che il rossetto si è tolto, vado in classe, saluto la prof e rivolgo un sorriso a Lucy, che … non mi ricambia.
La prof comincia a leggere il passo in cui Shakespeare narra la scena del balcone, personalmente credo sia una delle assolute scene più belle del più grande letterario Inglese.
‘’Oh Romeo Romeo, perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre, rifiuta il tuo nome, o se non vuoi, giura che mi ami e non sarò più una Capuleti. Solo il tuo nome è mio nemico: tu sei tu. Che vuol dire ‘’Montecchi’’? Non è una mano, né un piede, né un braccio, né un viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome. Che cos’è un nome? Quella che chiamiamo ‘’rosa’’ anche con un altro nome avrebbe il suo profumo. Rinuncia al tuo nome, Romeo, e per quel nome che non è parte di te, prendi me stessa.’’
Prendi me Lucy, prendi me, ti prego. Stasera dimmi che mi vuoi, che mi desideri.
Ho capito di essere lesbica il primo anno della middle school, l’ho capito proprio grazie a Lucy. Nel corso del tempo sono stata molto attratta da altre ragazze ma Lucy è sempre stata speciale. Non ho mai avuto la minima voglia di sperimentare con un ragazzo perché il solo pensiero mi fa rivoltare lo stomaco. Con i ragazzi ho solo una gran bella amicizia, tanto è vero che spesso preferisco parlare con loro quando ho un problema piuttosto che con le ragazze. Li trovo più comprensivi e con meno malizia e falsità, soprattutto hanno una grande facilità a dire le cose come stanno, senza grossi problemi e con la massima spontaneità. Hanno il vizio di mostrarti il bene che provano per te in un altro modo.
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È sera, sono agitatissima e non so cosa mettere. LUCY VIENE A CASA MIA. Nella mia mente prego che Jason non disturbi e non rovini questo momento, bello o brutto che sia.
Decido di vestirmi comoda, perché sono a casa mia e non a una festa da ballo. Opto per una tuta larga grigia, un paio di scarpette comode e ovviamente un goccio di profumo. Ho fatto lo shampoo prima, i miei capelli rossi sono belli ondulati e in ordine, gli occhi verdi stanno a pennello con le lentiggini e penso di non truccarmi, ma di risaltare il colore degli occhi solo con un po’ di mascara. Sono semplice, sì, ma sono bellissima! Suona la porta e apro. La trovo di fronte a me in tutto il suo splendore, in tutti suoi abiti neri e il suo solito rossetto rosso, il cosiddetto ‘’timbro’’. Catene per collane e stivali pieni di borchie.
Invito Lucy a entrare e la presento alla mamma.
‘’Mamma, lei è Lucy, una mia compagna di classe. Oggi è venuta a trovarmi per discutere di un lavoro che la prof di Inglese ci ha assegnato. Andiamo in camera e non vogliamo essere disturbate assolutamente.’’
La mamma acconsente e le sorride. Dopo, raccomanda a Jason di non disturbarci dal momento che dobbiamo studiare.
Entrate in camera comincia a baciarmi focosamente, ma la fermo e le chiedo la ragione del suo auto - invitarsi a casa mia.
‘’Ancora non l’hai capito Sarah? Sono venuta qua per questo. Stasera sei così sexy.’’
Riprende a baciarmi. ‘’Ma cosa dici Lucy, sexy con una tuta?’’, le sussurro in un orecchio. So di esserlo, ma ho voglia di complimenti.
Mi alza la maglietta e comincia a baciarmi ovunque, io per risposta le tolgo le catene e poi la maglietta, e faccio altrettanto. Mi prende sulle spalle e ci sdraiamo sul letto. Ho caldo, ma ho anche i brividi ovunque e un’ottima sensazione scorrermi lungo tutto il corpo. Ci svestiamo completamente e cominciamo: il suo tocco è così delicato, mi lascia baci ovunque, baci che lasciano il segno dato che, come al solito, ha messo il rossetto. Quando tutto sembra andare bene, ecco che la porta si apre.
‘’ Tesori, vi ho portato un succo e dei biscotti.’’ e la sua voce scende sempre di più. Mamma fa cadere il vassoio a terra e scende di corsa giù.
‘’Lucy, anche se è stato breve, è stato bellissimo. Ti prego però di andare.’’ - le dico.
Ci baciamo un’ultima volta e la faccio scendere dalla finestra di camera mia. Stavo per "ringraziare’’ mamma per aver interrotto il momento, quando scendo giù e la vedo piangere, intenta a tagliare le carote.
‘’Cosa mi hai fatto Sarah. Cosa mi hai fatto manco lo immagini. Venirlo a sapere in questo modo, non potevi dirmelo tu?’’, nel frattempo si asciuga i lacrimoni.
‘’Mamma, non avevi capito nulla? Scusa ma non ci credo.’’ dico completamente tranquilla.
Mi dirigo verso la stanza, quando sento mamma seguirmi. Sono dentro, ormai, e lei è fuori.
‘’Come hai potuto pensare minimamente che per un genitore sia facile accettare una figlia così.’’, mi dice sempre in lacrime.
Le sbatto la porta in faccia e mi metto a dormire.
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Il Male Dentro
Teen FictionOtto ragazzi, otto storie da raccontare. Nella magica e bella Chicago, la città dei grattacieli, Mary, Christian, Sophie, Mark, Sarah, Lucy, David e Giusy, vi raccontano storie ed emozioni tipiche dell'adolescenza. Insieme si riuniscono e sfuggono a...