Michael era fuori dalla porta dell'ufficio della Rondine.
Guardò l'orologio.
Era lì da quindici minuti buoni ad aspettare.
Cercò di portare la sua testa verso qualche pensiero che non fosse una paranoia.
Perché l'avevano chiamato?
La prima cosa che gli veniva in mente era una bella lettera di licenziamento nelle sue mani.
Pensò ai motivi e, a dire il vero, ce n'erano tanti.
Tutto quello che aveva portato a termine erano delle guide su argomenti inutili e scritte malissimo.
Non trovava ispirazione, non gli importava niente di come usciva il risultato.
I posti che aveva visto non erano altro che un elemento aggiunto allo sbattimento per avere mille euro ogni due mesi.
Se andava bene.
Sapeva che non poteva andare avanti così.
Quel lavoro gli piaceva, non gli puaceva come lo stava facendo.Ma sapeva anche che non era solo colpa sua, certo che se lo avessero mandato due mesi a Barcellona sarebbe andata mille volte meglio.
Ma con i testi che tirava fuori, non sarebbe mai successo.
Quindi rimaneva quella lettera. E quel momento che continuava a ripetersi nella sua testa.
Lo aveva sognato troppe volte.
Lui licenziato.
Sua madre che piangeva.
La famiglia che lo guardava. Tutti delusi.
E un altro trasferimento.
Perdere tutto.
I biglietti dell'aereo nelle classi messe peggio di una discarica.
La paura di stare sui pullman senza biglietto.
Una casa troppo piccola in non si sa quale Stato.
E ricominciare di nuovo.Non ce l'avrebbe fatta ancora.
E tutto quello dipendeva da quella porta che aveva davanti.Vide la maniglia piegarsi.
La faccia di Guglielmo che sbucava fuori dalla porta.-Ehi, entra.-
Michael cercò di sistemarsi un attimo la camicia ed entrò timidamente nell'ufficio della Rondine.
-Salve- la salutò.
Sapeva di essere conciato malissimo, ma non era di certo colpa sua.
-Salve, Penniman, giusto?-
-Sì-
-Si sieda, prego.-
Michael eseguì, appoggiandosi alla poltrona in pelle davanti alla cattedra della Rondine.
Ci fu qualche secondo di silenzio.
E il ragazzo si accorse che stava tremando.-Allora, vuole sapere perché l'abbiamo chiamata qui?-
Michael la guardò.
-Sì-
Era pronto per la botta che l'avrebbe ucciso.
-Crediamo che lei sia la persona più adatta a svolgere uno dei compiti più importanti che abbiamo avuto negli ultimi anni.-
Il ricciolo fece fatica ad alzare lo sguardo.
-Cioè?- chiese.
-Una guida all'amore. Dovrà affrontare un viaggio per l'Italia, una settimana o meno in qualsiasi posto lei voglia. Può fare tutte le interviste che vuole, l'importante è che quello che verrà fuori sarà romanticismo.
Una cosa scritta col cuore.-La Rondine non aveva intenzione di girarci intorno per molto.
Ed era passata dritta al punto.Michael sbarrò gli occhi.
Era certo che fosse uno scherzo, una specie di sogno.
Qualcosa per illuderlo e poi sparargli la pallottola finale.
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Life In Love Motion | Mikandy
Fanfiction"Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone."