Hope.

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-Andreas!- urlò Mika al telefono quando sentì che qualcuno aveva risposto.

Stava chiamando Andreas dalle undici, ininterrottamente.

Erano quasi le cinque del mattino.

-Ciao.- gli rispose la voce più assonnata dell'universo.

-Stai bene?-

-Tra dieci minuti sono a casa.- tagliò corto Andy.

Era vero.
Erano partiti quasi subito, Marinelli aveva troppa paura.

-Eh? Cioè, cosa?-

-Fammi arrivare, ti prego. Parliamo dopo, sto guidando.-

Mika si rassegnò a chiedere spiegazioni più tardi, se era vero che Andreas stava guidando, non voleva rischiare di provocare casini.

Del resto lo stava chiamando da sei ore solo per sapere se stesse bene.
E aveva avuto la sua risposta.

-Okay, ciao.- lo salutò chiudendo la chiamata e lasciandosi andare al divano.

Non aveva chiuso occhio, aveva sentito che c'erano state delle scosse mentre girava a caso i canali della televisione.
E aveva subito pensato ad Andreas.

Erano normali quelle scosse per l'Italia, lo sapeva.

Le notizie avevano detto che non c'erano stati crolli, ma Michael sapeva che c'era qualcosa che forse era peggio.

La paura.

Quando qualcosa succede, per quanto possa essere grave, è successo.
E dentro si sente solo quella grandissima voglia di fare qualcosa.

Se non succede nulla, ma sai che può succedere da un momento all'altro, sei finito.
Paralizzato.

E per paura Mika era rimasto lí.
Le notizie in muto e il telefono davanti agli occhi.

Andreas. Andreas. Andreas.

Un'infinità di volte.

Il biondo non rispondeva, Mika voleva solo sapere se stesse bene.

Se almeno la paura non gli stesse mangiando lo stomaco, non doveva succedere.

E adesso, dopo sei ore con gli occhi sbarrati a comporre sempre lo stesso numero, riuscì a tornare a respirare.

Spense la televisione.
Le notizie erano finite già da cinque ore, ma lui l'aveva lasciata accesa comunque.
Non si poteva mai sapere.

Anche se sperava di aver già saputo tutto.

Rimase qualche minuto a fissare lo schermo nero davanti a lui, nel semibuio della casa.

Questa volta non ne ebbe paura.
Ogni tanto passava qualche macchina che rompeva quel silenzio assordante.

E Michael sperava di sentirla fermare.
Correre alla finestra, aprire le persiane, vedere se fosse veramente lui.

E poter abbracciare Andy.

Successe dopo circa ventidue macchine.
Mika le aveva contate.

Saltò direttamente la parte delle persiane, aprí la porta e corse giù, rimanendo all'ingresso.

Vide il biondo arrivare davanti al cancello.

Il ricciolo glielo aprí, Andy alzò lo sguardo e dopo mezzo secondo si trovò stretto tra due braccia.

Strinse Mika ancora più forte.

Era bello essere a casa.

-Hai paura?- chiese Mika, sciogliendo l'abbraccio.

Life In Love Motion | MikandyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora