james: amo un ragazzo capoccione

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Spinsi la porta con forza ed entrai per primo. Feci un respiro profondo, sentendo il vecchio e familiare odore di stantio proprio e unico di quella sala. Ero tentato di girarmi per vedere se Sam nel frattempo se ne era sgattagliolato via, in fin dei conti la spietata fama del signore e della signora Wood erano ben note in tutte le terre conosciute.
Infatti, avevo visto più di una volta qualche contadinello povero prostrato a terra, davanti ai troni dove siedevano i miei genitori, ridotto in lacrime mentre pregava singhiozzante delle medicine per la moglie malata o cibo per i suoi figli affamati. Io mi ero sempre ripromesso che non sarei diventato come i miei genitori  perché mi erano sempre sembrati troppo crudeli e senza cuore e sapevo che non sarei riuscito a comportarmi così neanche volendo.
Ma loro mi dicevano che facevano questo per la sopravvivenza della nostra famiglia, per me... dicendomi sempre "scegli te o scegli loro". Quella frase l'avevo sentita molte volte nella mia vita e non soltanto dai miei genitori, ma anche dai cittadini della città delle stelle, un detto che per quanto egoistico e spietato che fosse, aveva del vero. Quella frase oramai era ben piantata nella mente dei cittadini di Holder, tanto quanto le rocce millenarie su cui la città basava le fondamenta.
Si dice infatti che questo detto sia vecchio quanto le rocce che compongono la cinta muraria della città e che insieme a quelle parole abbiano costituito le difese di ogni abitante dalla gente al di fuori e dentro le mura.
Si dice addirittura che questo detto sia nato da uno dei capostipiti della casata di inverno. Non mi era difficile credervi, e quegli stessi contadini che vedevo alzarsi sconvolti, con le mani vuote e l'ultima delle loro speranze morente in volto, ne erano la conferma.
Alzando lo sguardo dal pavimento in  marmo che aveva conosciuto il sapore di diverse lacrime sofferenti, verso le due figure che troneggiavano dall'alto nella sala, mi abbassai in un inchino da giullare e con tono allegro dissi - salve padre e madre! - conscio che se fossi stato qualcun'altro, non avrei avuto ancora così a lungo salda la testa al collo.
Il vocione profondo e cavernoso di mio padre mi rispose - hai forse dimenticato la buona educazione? - con un tono carico di rammarico per aver avuto un figlio tanto stupido.
Era incredibile quanto quella voce ormai così familiare riuscisse ancora a suscitarmi terrore.
- Avete ragione! Questo ragazzo qui seduto su una carrozzina è il mio amico Sam, venuto direttamente da Holder per trascorrere qui una piacevole vacanza -. Sapevo che con la sua asserzione, mio padre si era riferito al fatto che non avessi né bussato, né salutato, ma quell'uomo non meritava neanche di essere chiamato padre, figuriamoci la mia educazione.
Intanto Sam aveva prodotto un piccolo gracidio che io presi per un "salve".
Era completamente affossato nella sedia a rotelle e si leggeva in faccia quanto si sentisse assoggettato dinnanzi a quelle due figure influenti e carismatiche.
Tornando a guardare i miei genitori compresi meglio perché Sam stava così. Aveva gli occhi celesti glaciali di mio padre puntati contro, occhi imperscrutabili e freddi.
-Allora sei tu l'amico di cui tanto ci ha parlato James nelle sue ultime lettere - disse mio padre rivolto a Sam.
Dovevo aiutarlo, non potevo continuare a vederlo così prono e sofferente -Volevo tenerci a fargli fare bella figura con voi. Io e lu... - ma poi il vocione basso e rimbombante di mio padre mi interruppe, facendomi percorrere un brivido gelido in tutto il corpo, facendomi sobbalzare impercettibilmente - mi sembrava di star parlando con il tuo amico - disse, calcando sulla parola amico, come a voler sottolineare che ancora non si era ancora presentanto.
La situazione stava andando a rotoli e sembrava non ci fosse via d'uscita.
- Pss.. Sam, Sam! Di qualcosa! - bisbigliai al mio amico.
Come riscosso sentendo la mia voce,
Sam si riprese e disse - Scusi se non mi sono ancora presentato, sono Sam Rover, mio padre e mia madre sono dei mercanti di pane della città -.
Con una Voce così ferma e decisa che mi chiesi da dove venisse tutta quella sicurezza.
- Ah si? Mai sentiti nominare, eppure è la nostra casata ad avere il monopolio nella produzione di farine per la città. Avremo modo di conoscerli... Sam? -. Pronunciò quel nome dopo una breve pausa in cui si capiva come avesse gia dimenticato il nome del poveretto che si trovava davanti e di come ricordandosene, lo aveva pronunciato quasi fosse un nome insulso e indegno.
Nei giorni trascorsi insieme, Sam mi aveva parlato un po' di sé. Per quanto amasse poco il suo passato mi aveva detto di essere orfano e che le notti sognava una donna che credeva essere sua madre. Chi avremmo presentato ai miei genitori per dar credito a tutte le bugie che Sam stava lanciando in continuo? La situazione era oramai più che degenerata e irrecuperabile, così sperai soltanto che i miei si sarebbero dimenticati prima o poi di quella proposta fatta a Sam.
- purtroppo sono in viaggio adesso e non avranno modo di fare le vostre conoscenze così facilmente perché temo che non torneranno poi così presto- disse Sam senza perdersi d'animo.
Vai cosi Sam! Era la prima volta che vedevo qualcuno fronteggiare così le frecciatine dei miei genitori.
Mi venne spontaneo un sorriso che cercai di trattenere per non dar a vedere nulla a mio padre.
Sam... Ed lui il ragazzo deciso e capoccione che amavo così tanto e anche in questa occasione non si era smentito.
Lessi negli occhi di mio padre il suo sguardo a quella risposta. Era lo sguardo di un gatto che aveva tra gli artigli un topolino con cui aveva giocato ma che non lo aveva e non lo avrebbe soddisfatto. Così disse cambiando totalmente discorso -Sei il ben accetto nella nostra umile casa, presto sarà ora di pranzo, andate pure nelle vostre stanze a prepararvi - con tono risoluto e seccato.
Così uscimmo dalla sala entrambi con andatura lenta, ma con un sorriso che trapelava da tutti i pori e la voglia di correre, di correre il più lontano possibile da lì.

Tutto liscio come l'olio, o quasi... Allora che ne dite? Pensate davvero che il padre di James sia così lascivo e non si vendicherà del trattamento ricevuto dal nostro insulso contadino? Fatemi sapere mi raccomando!

Abbracciami e Non Dire NienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora