James: Sam non è mai esistito

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Perché, perché? Che motivo aveva avuto Sam per nascondermi un segreto come quello. Sam... Se questo era veramente il suo nome.
Non mi ha mai amato, altrimenti come avrebbe pensato anche solo per un secondo di comportarsi come ha fatto?
Certo, che sciocco... Da quando mi aveva conosciuto non aveva fatto altro che sfruttare i miei sentimenti per lei.
Io per lei in realtà non significativo altro che del cibo assicurato sotto i denti e un tetto sotto cui ripararsi.
Sciocco. Sciocco che sono stato! Mi ero fatto accecare dall'amore.
Eppure... Non era giusto! Vita ingiusta, che prima da e un attimo prima che tu possa assaggiare ti nega.
Per quanto meschina fosse stata quella ragazza, i miei sentimenti nei suoi confronti erano stati veri ed eccomi qua, adesso, a dover raccogliere il mio cuore ridotto a pezzi.
Avevo scelto di essere fragile per Sam e forte accanto a lui e questo era il prezzo della mia fiducia.
Era passato un giorno da quando avevo scoperto la dolorosa verità. Oramai non avevo più lacrime da piangere e un anima da corrodere nel dolore.
Mi sentivo... In realtà non mi sentivo e basta.
Ero come in stato vegetativo. Il mondo continuava ad andare avanti senza di me e io non opponevo resistenza a tutto ciò.
Io, io che avevo creduto che l'unico senso di vita dell'uomo fosse amare...
In realtà accanto a Sam avevo capito una cosa, l'uomo non avrebbe senso di esistere se non amasse eppure non ama per vivere ma vive per amare.
Una soglia impercettibile separa i due concetti e soltanto una persona che aveva veramente amato sapeva saggiarne la differenza.
Sarei potuto riprendermi da tutto questo? Passavano minuti interi tra la formulazione di un pensiero ed un altro e soltanto il disegno delle ombre che si accentuava sulle pareti della camera mi ricordava dello scorrere del tempo.
Sentivo i miei occhi persi e un buco in me. Non sentivo la fame e sapevo che non era quella la causa della sensazione del mio vuoto.
Io avevo trovato un motivo di vita, avevo promesso che non avrei più fatto soffrire Sam e adesso che le cose erano cambiate, che Sam era cambiato, non mi sentivo più di tenere fede al mio patto.
Avevo giurato di difendere Sam e non quella infima ragazza che si trovava probabilmente a dormire adesso sul soffice letto del mio amato.
Mi era difficile credere che tutto questo fosse realmente accaduto, che Sam non fosse davvero Sam e che non avessi ancora cacciato quella mera divoratrice di umanità dalla mia casa.
Lo avrei fatto, presto.  Ma prima volevo chiedergli il perché, il perché di tutto questo anche se sembrava delinearsi abbastanza evidente.
Non ero dispiaciuto per essere stato sfruttato, a Holder centinaia si persone venivano manipolate tutti i giorni, ero dispiaciuto perché quello che provavo per Sam era un qualcosa di vero, un sentimento profondo e fragile.
Passò un'altra notte mentre i miei occhi, che a tratti si rianimavano soltanto la durata di un battito di ciglia, fissavano il soffitto.
Era tutto così triste e buio attorno a me, come il mio cuore, e la notte sembrava abbracciarmi in un gesto fraterno.
Sentivo il freddo entrare dentro di me, come un velo di nebbia strusciare fin dentro le mie ossa ed io né chiudevo né aprivo le porte al suo incontro.
Ad un certo punto trovai piacevole la desolazione, soprattutto quando le prima luci del mattino iniziarono a svegliare il mondo assopito.
Il freddo e il buio stavano scomparendo e trovarono riparo nelle crepe del mio cuore, svuotate da tutto ciò che in me era stato buono.
Ora, ero io, io soltanto, anche le braccia della notte mi stavano salutando e ero solo a far fronte al calore del mondo.
Avevo amato quel calore, sentii il vago ricordo del piacere che provavo a svegliarmi la mattina alla prime luci dell'alba, eppure avevo imparato a mie spese che ci si poteva anche scottare quando si desidera troppo.
Avevo desiderato l'amore, un sentimento così puro non era umano e come Icaro anche io avevo tentato di toccare il sole ed ero caduto sprofondando nelle gelide acque del mare.
Era il momento. L'unica idea che aveva movimentato i miei pensieri era stata una, a breve mi sarei alzato e dopo aver fatto la domanda che serbavo in cuore con tanto rancora a, a Sam... No , lei non era Sam, Sam non era mai esistito, perché non riesco ad accettarlo! Gli farò la mia domanda e poi la caccerò via come una cagna quale che è.
Mi alzai così, le membra intorpidite dal freddo e dal lungo stato di stasi.
Percorsi lentamente la strada che mi separava dalla stanza di... Sentivo il cuore sussultare. Quell strada percosa più e più volte col cuore colmo di felicità, quella porta, ogni cosa mi ricordava Sam, il mio amato Sam! Eppure non era che una chimera il mio amore.
Assaporai l'attimo prima di aprire la porta. Presto avrei vendicato il mio amore, mio ultimo desiderio in questo mondo che non aveva più nulla da offrirmi. Era un atto crudele, lo sapevo, ma non mi importava.
Aprii la porta con decisione ed entrai. La stanza era in ordine, il mio cuore ebbe un sussulto.
Il letto era rifatto e per terra non c'erano tracce di sangue, sembrava come se non ci avesse mai vissuto nessuno qui dentro.
Mi avvicinai al centro della stanza e il mio occhio fu rapito da un dettaglio bianco.
Sopra le lenzuola invernali del letto c'era un foglio piegato, una lettera.
Ebbi paura. Non volevo credere che Sam non fosse mai esistito e volevo fare quelle dannate domande a quella ragazza e percepii qualcosa di diverso uscire a gran voce dal mio cuore. Era una voce, una voce, la voce del mio amore.
Non volevo che quella ragazza se ne andasse perché era tutto ciò che mi rimaneva di Sam, ecco cosa mi disse.
Caddi a terra, le mie ginocchia sbatterono sul freddo pavimento senza che dalla mia bocca ne uscisse un solo alito d'aria.
Quella ragazza era andata via mentre io me ne stavo mani in mano sul letto a soffrire?
Cadde una lacrima dalla mia guancia e andò a bagnare il  pavimento della stanza. Io non volevo, non volevo! Mi alzai di scatto e corsi a leggere la lettera.
"Caro James,
Adesso la cosa più giusta è che ognuno dei due abbia tempo per riflettere in modo da non ferire l'altro con parole dettate dalla rabbia che offusca i nostri cuori.
Tornerò, tornerò da te se tu mi vorrai, altrimenti cacciami, fai della mia vita quello che vuoi perché se mi rifiuterài non avrà più senso.
Scusa, scusa per tutto questo, scusa per il dolore che ti ho causato,scusa se ti amo..."
Rimasi in ginocchio con le gambe e le braccia divaricate, adagiate come membra morte per terra, osservando quella sghemba calligrafia a cui nel tempo mi ero affezionato, mentre le lacrime iniziarono a inondare il mio viso.
Non tentai di fermarle, non feci nulla, rimasi lì, solo e con il cuore confuso.
I miei occhi prima di offuscarsi notarono una chiazza secca lasciata da una lacrima caduta tempo prima sul bordo inferiore del foglio, lasciata come firma e segno dei sentimenti di Sam per me.

Eccoci alla fine di un altro duro capitolo.
James è confuso e non sa bene cosa vuole, il lieto fine che già si delineava è ormai andato in frantumi. Dove credete che sia scappata Samantha? Crede che abbia fatto bene ad andarsene o che lo abbia fatto per scappare ancora una volta dalla realtà? Commentate e sperate con tutto voi stessi un domani migliore per i due giovani amanti...

Abbracciami e Non Dire NienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora