Samantha: fuga dalla realtà

334 34 11
                                    

Dolore. Le fitte allo stomaco mi perseguitavano facendomi piegare a tratti come fossero coltellate allo stomaco.
Odiavo il ciclo, odiavo me stessa e la vita ingiusta.
Mi odiavo perché ero femmina e perché mi ero illusa che il nostro amore avrebbe superato qualsiasi problema.
- stupida, stupida! Come ho potuto pensare che James avrebbe accettato il fatto che sono una ragazza e avrebbe continuato ad amarmi?! -.
James era gay e io lo sapevo. La colpa era mia, avrei dovuto dirglielo subito eppure... Davanti alla prima persona che aveva dimostrato affetto e amore per me non sono riuscito a dirglielo, sono stata egoista e non ho pensato ai suoi sentimenti.
Io non meritavo il suo amore.
Ci eravamo baciati e ci eravamo detti di amarci e allora? Credeva di parlare con Sam e non con la vera me, Samantha.
Fin da piccola avevo imparato che le bambine orfane nella città delle stelle vivevano poco perché nessuno dava lavoro ad una ragazza perché non aveva ricevuto adeguata istruzione e non era predisposta come un ragazzo ai lavori manuali.
Così, imparai a comportarmi come un ragazzo, ad avere i gusti dei ragazzi e tutti quei comportamenti tipici maschili.
Fingevo, ma con l'andare degli anni divenne tutto più naturale.
Elemosinavo per strada i soldi e il cibo come tutti gli altri bambini piccoli e mensilmente mi tagliavo i capelli corti. Quando si diventava troppo grandi e diventava più diffice ricevere carità, si doveva andare in cerca di lavoro se non si voleva morire di fame, realtà molto vicina a tutta la gente di strada.
Io fui fortunata, trovai lavoro dai Rose.
Loro mi diedero lavoro e un tetto dove dormire.
Non ci volle molto però prima che venissero a conoscenza del mio segreto.
La signora Rose convinse il coniuge a tenermi e a lavorare ancora per loro.
Di nascosto dal marito, una o due sere a settimana mi dava qualche insegnamento su come nascondere meglio il mio segreto e sul mondo femminile.
All'incirca avevo undici anni quando la signora Rose scoprì il mio segreto.
Mi parlò anche del ciclo, di come mi sarei dovuta comportare a riguardo e della pubertà, descrivendomi come il mio corpo sarebbe cambiato.
Circa due anni dopo ancora non mi era cominciato il ciclo e i tanto attesi cambiamenti non erano arrivati così la signora Rose si assentò dalla fattoria un paio di giorni sostenendo che doveva andare a trovare sua sorella in città perché le era morto il suocero e avrebbe pregato accanto a lei.
In realtà andò da un suo caro amico nonché medico che viveva nei pressi della città.
Tornata dal viaggio mi raccontò ciò che il medico le aveva detto.
Probabilmente soffrivo di uno scompenso alimentare che aveva inciso decisivamente su tutta la mia fase di sviluppo.
Lo sviluppo del seno e altre caratteristiche femminili erano state tutte compromesse dalla mia cattiva alimentazione.
In fin dei conti per me non presentava un grande male, era meglio che tutti credesso che fossi un maschio in questa società patriarcale.
Adesso che ci pensavo, non avevo detto nulla ai signori Rose... Avranno sicuramente dato per scontata la mia morte.
Mi dispiaceva un po per la signora Rose, lei anche se non lo voleva dare a vedere mi amava come una figlia. Anche il signor Rose sarebbe stato dispiaciuto della mia morte, ma molto più probabilmente perché si sarebbe dovuto mettere alla ricerca di una persona che mi sostituisse.
Una volta avevo chiesto alla signora Rose  perché non avesse un figlio, lei mi aveva guardato negli occhi per qualche secondo e poi mi aveva sorriso.
Una decina di minuti dopo però la avevo sentita singhiozzare dietro le spesse mura della sua camera.
Il giorno che quel toro mi ruppe una gamba, tutto cambiò.
Quando mi risvegliai dopo lo svenimento in strada, mi ritrovai davanti un ragazzo bellissimo, James.
Mi innamorai, ci innamorammo.
La vita agiata presso la casata Wood, la buona alimentazione e la vita sana col passare delle settimane compensò i miei squilibri.
Presto o tardi mi sarebbe tornato il ciclo ma volevo continuare a vivere in questa favola senza volermi mai svegliare e adesso ne stavamo pagando entrambi i conti e questo non era giusto.
Rimasi in camera mia tutto il giorno, osservando dal letto il mondo di fuori, sentendomi persa senza il legame che mi aveva stretto fino ad adesso con James.
Non sapevo se sarei riuscita a recuperare la nostra amicizia soltanto, il suo sorriso e la nostra vecchia vita di sempre.

La nostra vecchia vita di sempre... Sam non ha detto il suo segreto per paura, paura di ciò che sarebbe accaduto e più si andava avanti e più forte era il legame che la univa a James e più difficile era dirglielo. lei adesso aveva una casa, tra pasti caldi al giorno e una persona che la amava. Voi cosa pensate, ha sbagliato a non dire nulla a James?

Abbracciami e Non Dire NienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora