James: così, senza un motivo

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- "ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni"... Che cosa sono gli scorni? - mi chiese Sam.
- gli scorni sono... Le delusioni - gli dissi.
- capito... Ma... Non possiamo uscire adesso? - mi chiese supplichevole.
- Sammm... Mi avevi promesso che oggi non avresti fatto storie..-
-lo so... Va bene dai, continuiamo... "Di chi crede che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio"- si interruppe sentendo bussare.
Dalla porta della biblioteca entrò un servo.
- suo padre vuole vederla - disse pacato.
- va bene, grazie. Digli che lo raggiungerò il prima possibile -
Che cosa avrà mai voluto mio padre da me? Non si era mai fatto  sentire, era sempre stato assente nella mia vita e di punto in bianco aveva mandato un servo a dirmi che mi voleva parlare. La cosa era sospetta.
- mi ha esplicitamente impartito di accompagnarla  - ci disse.
- capisco... Sam che fai, vieni con me? - non c'era modo di evitare o posticipare il discorso di mio padre, tanto valeva essere in compagnia di Sam.
- certo! - mi disse gentilmente Sam.
Così, seguimmo il servo fino alla sala dove mio padre accoglieva gli ospiti.
L'uomo che ci aveva chiamato aprì la porta e ci lasciò entrare nella sala.
- Sam. Caro Sam. Non mi aspettavo la tua visita ma sei pur sempre il benvenuto - la cordialità nella voce di mio padre mi lasciò un attimo sorpreso.
Lui, seduto sul suo trono. Il suo sguardo glaciale ci scrutò dall'alto della sala.
- ebbene, oggi James verranno seminati gli ultimi ettari di terreno e mi farebbe piacere che tu iniziassi ad interessarti all'impresa di famiglia - la voce cavernosa di mio padre per quanto mi stesse invitando a fare ciò che diceva, era risoluta. Quello che mi stava dicendo e lo avevo imparato nel corso degli anni, non era un invito ma un comando.
- va bene padre - dissi infine. Non avevo scelta.
- Sam, tu puoi andare con il mio James e vedere un po di cose nuove. So che sei un ragazzo intelligente e questa opportunità non devi perderla -.
- Sam, non sei obblig... - gli dissi ma lui mi interruppe.
- certo, ne sarei lieto - disse lui fingendosi interessato.
Mezz'ora dopo eravamo già sulla carrozza, in direzione delle basi della montagna.

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- pronto? - mi disse Sam, guardandomi negli occhi.
Annuii prima di aprire la porta e scendere. L'aria pungente mi punse la pelle. C'era una leggera nebbia che continuava fino all'orizzonte.
Intanto Sam scese dalla carrozza e mi si accostò.
- James... - ripeté il mio nome un paio di volte, in un crescendo di paura e sgomento.
- guarda questi campi, sono immensi! È impossibile credere che il raccolto serva a sfamare soltanto la popolazione di Holder... - rimasi sgomento. C'erano campi immensi che si andavano a stendere in tutte le direzioni, lasciando all'orizzonte niente altro che stese di terra arata.
Il suo respiro era aumentato e mi gettò nel panico.
- Sam, calmati! - non riuscivo a ragionare lucidamente e il comportamento di Sam al momento non mi aiutava.
Sam mi si avvicinò e mi prese il polso.
- no James! Non capisci? Tuo padre voleva che venissimo a vedere tutto questo! C'è qualcun'altro la fuori oltre a noi! - non capivo.
Stavamo là, tra la nebbia e la nuda terra, sopra di noi, i rami di una quercia.
Lo baciai. Così, senza un motivo. Io lo amavo e non riuscivo più a vivere senza Sam. I suoi occhi, la sua personalità, le sue labbra... Ero dipendente da tutto questo.
Era questo l'amore? Un senso di vuoto che soltanto una persona sapeva saziare.
Le mie labbra sulle sue. Sentii le sue labbra umide, il battito del suo cuore sotto la mano che gli avevo appoggiato al petto. Ogni cellula del mio corpo era impazzita. Il cuore batteva a mille. La mia testa era leggermente inclinata verso il basso verso il suo volto. Mi staccai per riprendere fiato e poi spostati le mie mani sui suoi fianchi assaporando ogni singola curva. Sentii il suo fiato sul collo mentre allungai le mie mani dietro la sua schiena, tirandolo su, annullando le differenze di altezza.
Le sue gambe si strinsero attorno al mio bacino mentre le nostre labbra si unirono ancora, come parte di un'unica entità.

Finalmente il primo bacio! Eppure le parole di Sam lasciano perplessi. Oltre ai cittadini di Holder, esistono davvero altre persone sopravvissute alla grande guerra?
E queste, come si legano ai cittadini della città delle stelle? Mi raccomando, commentate il capitolo!

Abbracciami e Non Dire NienteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora