Thomas
<<Non ci credo che mi hai abbandonato venerdì!>> si lamentò per la quarta volta Matthew, quel giorno.
Aveva passato tutta la sera a provarci con ogni ragazza che gli capitava a tiro e in quel momento aveva anche il coraggio di farmi la predica per essermene andato via. Come se avesse potuto notare la mia assenza preso com'era dai due di picche che gli riservava ciascuna ragazza. Non ero proprio in vena.
<<Ma di che cosa ti lamenti se mi facevi un cenno ogni tanto potevo ritenermi fortunato?!>> sbottai dopo un po' non sopportando più le sue continue accuse.
Da quella mattina ero quasi completamente assente, oltre che irritabile. Dopo la pseudo discussione che avevo avuto con Elizabeth avevo i nervi a fior di pelle. Diceva di non volere che qualcuno potesse "associarla" a me. Chi credeva di essere?! Quella a cui tutti sparlavano dietro e che veniva definita una sfigata, era lei non io.
<<Stavo cacciando>> si giustificò destandomi dai miei pensieri.
<<Ma almeno ti sei fatto qualcuna?>>.
<<Ci sto lavorando...>> rispose vago con un sorriso compiaciuto dipinto sul volto.Matthew era davvero un ragazzo particolare. Non riuscivo mai a capire che cosa gli passasse per la testa. Non che ci conoscessimo da tempo ma, proprio non riuscivo ad inquadrarlo. Aveva circa cinque personalità diverse e stargli dietro era presso che impossibile.
<<E chi sarebbe la preda?>> chiesi divertito.
<<Vedrai>> si limitò a dire facendomi l'occhiolino, per poi cambiare completamente discorso. <<Allora, che fine hai fatto venerdì?>>.<<Ero stanco...>>.
<<Non era tardi>> ribatté prontamente.
<<Si ma ho passato una settimana infernale e ho dormito poco>> risposi frettolosamente. Ed in effetti era vero ma, non me ne sarei andato così presto se non fosse stato per Elizabeth.
<<Sarà ma...>>.Il suono della campanella. Era diventato il mio preferito.
Senza lasciarlo continuare mi congedai in fretta e mi diressi quasi correndo verso la mia aula, con la scusa che non potessi arrivare tardi. Immaginai Matthew a fissarmi perplesso la schiena mentre mi allontanavo ma, non provò ad insistere od a seguirmi e la passai liscia. Ero certo che la rossa non sarebbe stata felice di far sapere in giro ciò che le era successo e, da quel che sembrava, non lo sarebbe stata neppure di far sapere in giro che l'avessi anche solo accompagnata a casa.
Non sapevo perché avessi reagito così, dopo quello che mi aveva detto in classe poco prima ma non volevo rischiare di farla infuriare anche se la tentazione di vendicarmi era davvero tanta. Non si era neppure preoccupata di scusarsi. Si era comportata da stronza senza pensare che con le sue parole potesse offendermi.
Non che mi avesse ferito. Ci voleva ben altro. Mi sentivo solo preso in giro ed umiliato. Non pensavo che ciò che mi avevano raccontato di lei, potesse essere vero. Ero un tal cretino...
Mi ero fatto umiliare da una ragazzina isterica e non le avevo ancora presentato il conto. E all'improvviso, l'idea di rivelare a tutti di venerdì sera diventò quasi fattibile. Così si sarebbe visto chi era quello che non voleva farsi associare a chi. Si meritava proprio una bella lezione la signorina.
Passai tutta la mattina a riflettere e dopo le lezioni ci ripensai. Non era una buona idea. Certo, mi aveva trattato come un fazzoletto usato e come se non fossi alla sua altezza ma, non si meritava un'umiliazione del genere. Alla fin fine non lo aveva urlato a tutti ma l'aveva detto solo a me. Era l'opinione che aveva di me e, pur quanto mi desse fastidio, avrei dovuto accettarlo.
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Vivere a Colori
Teen FictionElizabeth e Thomas si sono scontrati per caso in un giorno qualunque per corridoi dell'Old River High School e da quel momento tra loro sono state solo scintille. Lei sapeva di aver bisogno di un po' di caos nella sua vita ma mai si sarebbe aspettat...