Elizabeth
La prima notte nel bel mezzo del nulla era passata, grazie al cielo vorrei aggiungere. Non ero mai stata una che ci metteva molto ad adattarsi. Ero sempre stata abbastanza accomodante, mi bastava dormire. Tuttavia, neanche quello ero riuscita a fare quella notte.
Ognuno aveva la sua tenda ma eravamo stati costretti a star vicino ai nostri compagni di squadra. Quindi, siccome Miriam e Carly avevano parlato fino a tarda notte, come molti nostri compagni di classe, io ero riuscita a dormire ben poco.
<<Pronto?>> bofonchiai con voce impastata la mattina seguente, uscendo dalla tenda. Dalla stanchezza non avevo neanche guardato chi fosse.
Vi erano pochi dei miei compagni già svegli ma, non mi sorprese. Chissà fino a che ora erano rimasti alzati gli altri.
<<Hey, piccola! Ancora addormentata?>> domandò la voce squillante del mio fidanzato.
<<M-Mark... C-ciao!>>. Chiunque mi sarei aspettata, persino mio padre ma, mai Mark. Ci eravamo sentiti poco nei giorni precedenti ma, comunque, prima di partire ci eravamo potuti salutare.
<<Come va la grande avventura?>> chiese burlandosi di me.
<<Lascia stare, vorrei essere nel mio letto al momento>> sbuffai assonnata, <<e il peggio deve ancora arrivare, oggi dovremo fare un'escursione ed io sono in gruppo con miss simpatia>> mi lamentai riferendosi a Carly.
<<Forza e coraggio, Beth!>>.
<<Tu la fai facile...>> sbuffai di rimando.
<<Prova a divertirti senza badare a lei>> mi consigliò gentile, <<e se proprio non ce la fai mi chiami e corro lì>>.Quel ragazzo era un angelo e, anche se sapevo che stesse scherzando, non avevo dubbi che in caso di bisogno sarebbe venuto di corsa.
<<Tengo buona l'offerta>> sorrisi leggermente sollevata.
Da lontano sentii la voce squillante del ranger Reed che dava con enfasi il buongiorno al campo finendo così per interromperci.
<<Ora devo andare, Mark>> dissi con un po' di malinconia.
<<Va bene, buona giornata, piccola>>.
<<Ti adoro, un bacio>>.Quando chiusi la chiamata e alzai lo sguardo dal telefono, notai Thomas appena fuori dalla sua tenda che mi fissava. Senza rendermene conto mi ritrovai a fissarlo a mia volta. Indossava dei pantaloni della tuta e una maglietta a maniche corte.
Aveva lo sguardo perso, come se si fosse incantato e non riuscisse a distogliere lo sguardo.
Quando, però, si accorse che a mia volta lo stessi fissando, scosse la testa e, dopo aver chiuso la tenda, si diresse verso i nostri compagni di classe. Così anche se di malavoglia, feci lo stesso.
<<Buongiorno, Betty!>> esclamò Lily, una mia compagna di classe.
<<Ciao>> feci un sorriso tirato in risposta. Odiavo che mi chiamassero Beth, ma sembrava che nessuno lo avesse ancora capito.Mi aspettava una giornata lunga ed estenuante, che partiva già con dei presupposti pessimi vista l'accoglienza dei membri del mio gruppo ed io non ero sicura di aver abbastanza energie per affrontarla.
**
<<Bene, ragazzi!>> esordì per la centesima volta in soli due giorni Smith, <<adesso con i vostri rispettivi gruppi comincerete le escursioni. Ad ogni squadra verrà assegnato un percorso diverso, però di uguale difficoltà>>.
Quindi avrei passato l'intera giornata insieme a delle persone che neanche mi rivolgevano la parola. Fantastico.
Thomas, infatti, nonostante avesse passato tutto il tempo a fissarmi, mettendomi anche a disagio, non mi aveva neanche degnata di una parola. Delle altre due, a parte il "buongiorno" di facciata, non mi meravigliavo neanche.
STAI LEGGENDO
Vivere a Colori
Teen FictionElizabeth e Thomas si sono scontrati per caso in un giorno qualunque per corridoi dell'Old River High School e da quel momento tra loro sono state solo scintille. Lei sapeva di aver bisogno di un po' di caos nella sua vita ma mai si sarebbe aspettat...