Thomas
<<Liz, alzati>> ripetei per la terza volta ridendo.
<<No>> disse ancora mettendo la testa sotto il cuscino. Era davvero testarda ma, in fondo la capivo. Anch'io avrei voluto non alzarmi quella mattina, lasciarla sola tutta l'estate non era una prospettiva che mi faceva impazzire.
<<Amore, se non ti alzi perdo l'aereo>> le feci notare.
<<Quindi faccio bene a rimanere qui>> esclamò convinta affondando maggiormente il volto nel cuscino.
Mi faceva tanta tenerezza.
Dopo gli esami, andati a buon fine per entrambi, i miei nonni avevano insistito perché andassi almeno a vedere l'università di Seattle e, dopo varie litigate, avevo accettato. Più per evitare un esaurimento che per reale interesse. Avrei tanto voluto che Liz venisse con me ma, purtroppo, i suoi non si fidavano a farla venire con me da sola e potevo capirli.
Sapevo che due mesi separati ci avrebbero distrutti ma, non volevo più sentire le lamentele della mia famiglia, così mi ero deciso a partire anche senza di lei. Liz intanto sarebbe andata a sistemare le sue cose nell'appartamento che suo padre le aveva preso a Los Angeles. Insomma, non avremmo avuto molto tempo per sentire l'uno la mancanza dell'altra, solo che era comunque difficile.
<<Fragolina, se non vieni dovrò andare da solo>> dissi dolcemente sedendomi sul materasso e facendole tenere carezze sulla schiena.
Liz si voltò, ancora sdraiata, e mi fissò intensamente. Ad un tratto però vidi la sua espressione impassibile trasformarsi in timide lacrime che presero a rigarle il volto e allora capii perché si nascondeva sotto il cuscino. Non voleva che la vedessi piangere.
<<Hey, fragolina...>> sorrisi dolcemente, <<dai vieni qui>> la invitai tra le mie braccia. Invito che accettò subito e, tempo due secondi, la stringevo tra le mie braccia. Il suo profumo era la seconda cosa che mi sarebbe mancata più di tutto.
<<Andrà tutto bene. Non farò neppure in tempo a mancarti che già sarò di nuovo con te>> le accarezzai dolcemente la schiena e i capelli.
<<E se a Seattle trovi una ragazza alta, bionda e più bella di me? Io che cosa faccio?>> cominciò con le sue solite paranoie. <<O peggio, se l'università di Seattle ti piacesse di più di quella di Los Angeles e non tornassi più da me?>>.
<<Impossibile. Da quando ti conosco non riesco neppure a guardare un'altra ragazza e, inoltre, l'università di Seattle non può piacermi di più per un semplice motivo: a Los Angeles ci sei tu>> sorrisi tra me e me mentre tracciato piccoli disegni sulla sua schiena inspirando a fondo il suo profumo. Non volevo dimenticarmi di niente che la riguardasse: dal modo in cui sorrideva a tutte le sue strane manie. Io l'amavo proprio perché era così.
<<Me lo prometti?>> chiese con una vocina da bimba.
<<Certo, fragolina, e tu mi prometti che non guarderai nessun bel californiano quando andrai lì per il trasloco?>> chiesi stringendola un po' di più a me.
Fece per pensarci su, scherzosamente ovviamente, ma io mi staccai comunque dall'abbraccio per guardarla negli occhi.
<<Mi prendi in giro vero?!>> esclamai divertito.
<<Senti, se mi trovo davanti un dio greco non è che posso proprio far finta di niente>> disse ovvia facendomi una carezza sul viso.
<<Quindi se mi trovo davanti una modella di Victoria's Secret posso sbavarle dietro senza ritegno?>> la provocai alzando le sopracciglia con sguardo di sfida.
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Vivere a Colori
Teen FictionElizabeth e Thomas si sono scontrati per caso in un giorno qualunque per corridoi dell'Old River High School e da quel momento tra loro sono state solo scintille. Lei sapeva di aver bisogno di un po' di caos nella sua vita ma mai si sarebbe aspettat...