Prologo

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No one sees me
I fade away,
Lost inside a memory of someone's life
It wasn't mine.

Avete presente quando tu vedi tutto ma il mondo non vede te? Ecco. Era proprio così che si sentiva Raquel Oliveira: invisibile, proprio come quella canzone che la band del Norwest Christian High School ha scritto e di cui lei si era innamorata talmente tanto che non poteva fare a meno di ascoltare.

La sua vita non è cambiata molto da quando, il 15 luglio 2015, ossia un anno e mezzo fa, si è trasferita a Sydney, in Australia.

In Brasile non si poteva dire che avesse una vita molto sociale, non aveva amici e non aveva mai sperimentato quella cosa che tutti chiamavano 'amore', anche se una piccola cotta ce l'aveva al Norwest Christian High School, solo che era troppo occupata a leggere e a pensare che il mondo l'odiasse per accorgersene.

Si, a leggere. In molti pensano che sia una cosa stupida, senza significato, "a che serve leggere cose che non sono vere? Cose che nella realtà non accadono?" si sentiva continuamente dire dalla cugina e lei la risposta ce l'aveva pronta: "esatto, cose che non sono vere e che nella realtà non accadono. Ecco perché leggo, per immaginare di vivere una vita perfetta, una vita in cui non sono invisibile."

I libri erano i suoi migliori amici. Voi riderete: "libri i suoi migliori amici?" e vi chiederete, "come può essere migliore amica di libri che non parlano, non ti guardano, non ti ascoltano?" In realtà i libri ti parlano, ti guardano e ti ascoltano. Ti raccontano storie bellissime, sono sempre lì in attesa che tu li prenda e inizi a leggere. Sono lì quando hai bisogno di sfogarti, un po' come la musica.

E lei, rannicchiata nel suo solito angolo al Norwest Christian High School, leggeva, leggeva e ancora leggeva. Non se ne stancava mai, era come una droga: leggi una riga e non ce la fai e fermarti così leggi anche l'altra e in un batter d'occhio sei già alla fine e inizi a rimpiangere per aver letto così in fretta, così di continuo che ora la storia di cui ti sei innamorata è finita.

Ma lei ne aveva a palate di libri. E ne portava uno ovunque, anche a fare la spesa.

Rannicchiata nel suo angolo si prendeva una piccola pausa dalla sua lettura e osservava gli studenti intorno a lei scherzare, ridere, parlare. Le piaceva immaginare le loro vite e pensava: "sarebbe bello avere amici, ridere con loro, uscire. Sapere che per qualcuno esisti." E poi tornava a leggere per sovrastare quella tristezza che sentiva.

E in effetti lei per qualcuno esisteva, solo che quel qualcuno non aveva il coraggio di avvicinarsi a lei, si limitava a guardarla da lontano, ad osservarla tutta concentrata mentre leggeva uno dei suoi soliti libri, si perdeva in lei. Poi uno dei suoi amici lo faceva tornare in sé.

Loro non erano al corrente di ciò che Michael provava per Raquel. Non lo immaginavano nemmeno. Per loro lei era invisibile, come per tutti gli altri.

E Michael non capiva: perché una ragazza così bella, brava, intelligente non era calcolata da nessuno? Perché tutti facevano finta che non esistesse? Troppi perché e poche risposte, poche azioni. Avrebbe potuto avvicinarsi a lei, dirle un 'ciao', sedersi lì vicino e lei gli avrebbe prestato un po' di attenzione e avrebbero iniziato a parlare e magari sarebbero anche diventati amici.

E invece lui se ne stava a guardarla da lontano e lei se ne stava con lo sguardo basso sul libro mentre le note della sua canzone preferita le rimbombavano nelle orecchie ad un volume abbastanza alto da sovrastare la felicità dei suoi compagni.

Al suono della campanella che segnava l'inizio dell'ultima ora di lezione, infilò velocemente il suo libro e cellulare nello zaino e corse in classe sperando che la ragazza seduta vicino a lei non pensasse di nuovo di fare conversazione. Non era per cattiveria, solo che la ragazza, Aleisha, parla un po' troppo e per una ragazza come Raquel, questo porta ad essere ancora più chiusa con la persona.

Ma infondo Aleisha le sembrava una brava ragazza ed era anche la fidanzata dell'amico di Michael, Luke. E, ad essere sinceri, questo la spaventava un po' perché, se mai sarebbe diventata amica di Aleisha, cosa che per lei sembrava impossibile, sarebbe anche stata con i quattro ragazzi.

-Hey ciao- la ragazza vicino a lei sorrise. Bene, le sue preghiere non erano state ascoltate.

-Ciao- rispose con un filo di voce.

-Come stai?- continuò la ragazza che, anche vedendo la 'svogliatezza' di Raquel non si arrese.

-Bene- poi ci pensò un attimo e arrivò alla conclusione che sarebbe carino chiederle come stava lei.

-Io magnificamente. Sai cos'è successo ieri? La band della scuola è andata a suonare in un piccolo bar qui vicino e al proprietario sono piaciuti tantissimo quindi gli permetterà di fare altri show lì. E saranno anche pagati, non è bellissimo? Ah e poi hanno escogitato un nome per la band: 5 seconds of summer. Penso che sia figo non trovi? Però un po' di fantasia potevano averla- ridacchiò Aleisha -potevano chiamarsi "the calm band" sai, le iniziali dei loro nomi messe insieme. È figo come le loro iniziali formano la parola 'calm'-

"Ok, questo è decisamente troppo per me" pensò Raquel in quel momento. Troppo discorso, troppe domande a cui non aveva dato il tempo di rispondere."Però è una bella cosa come una piccola band di una scuola sia andata a suonare in un bar così che più persone potranno conoscerli".

Di nuovo la campanella la salvò dalla lezione......e da Aleisha. -Ci vediamo domani- salutò quest'ultima facendo un cenno con la mano per rafforzare la sua affermazione.

-A domani-

Da una parte Raquel era felice che Aleisha avesse iniziato a parlarle: sapeva che almeno per qualcuno esisteva. E quella promessa poi "ci vediamo domani" la faceva sentire felice, perché se gliel'aveva detto significava che domani avrebbe voluto rivederla.

Arrivata a casa andò dritta in camera dicendo un lieve "ciao" al fratello, seduto sul divano a giocare a "quei stupidi giochi", come li chiamava lei.

"Perché non può semplicemente leggere un libro invece che fare chiasso con quei cosi?" Pensava. E gliel'aveva anche detto ma lui l'aveva liquidata con un "vai a leggere bimba, non puoi capire".

Che poi, cosa non poteva capire? Come quei giochi gli atrofizzavano il cervello?

E quindi, seduta sul davanzale della sua finestra con la musica nelle orecchie e il libro in mano si estraniava di nuovo nel suo mondo.

Invisible~M.G.C  #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora