Capitolo 3

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La sveglia suonò alle 7:30 ma Raquel non aveva proprio voglia di alzarsi dal letto. Ieri sera era rimasta sveglia fino a tardi in camera di Alex a guardare la TV e a parlare.

Di nuovo quel rumore fastidioso. 7:35. Alexander entrò in camera e svegliò la sorella prima che entrambi avrebbero fatto tardi.

Raquel schizzò in piedi e, accorgendosi del ritardo, corse in bagno a lavarsi.

Indossò velocemente la divisa e scese in cucina per rubare una merendina al volo per fare colazione.

Riempì la bottiglietta d'acqua, si fece un panino per pranzo e, proprio mentre stava uscendo dalla cucina, Alex le disse di iniziare ad entrare in macchina.

Non era mai successo che non si svegliasse in tempo per la scuola. Di solito si svegliava puntuale e faceva tutto con calma. Questa mattina invece di tutta fretta la fece arrivare già stanca.

Quando arrivarono a scuola c'erano ancora studenti fuori al cortile. Mancavano dieci minuti al suono della campanella.

Lei, come ogni mattina, andò nella sua classe di registrazione e si sedette al suo solito banco leggendo un libro.

«Buongiorno Oliveira come stai?» le chiese la professoressa Modeste.

«Buongiorno» disse lei timidamente. In Brasile i professori non si interessavano così degli alunni e lei si sentiva un po' a disagio a parlare con loro.

«Sto bene grazie. Lei come sta?»

«Bene Raquel» le sorrise la professoressa.

«Che libro stai leggendo oggi?» la Modeste era una professoressa di inglese e a volte dava consigli a Raquel su qualche buon libro da leggere. Avevano un buon rapporto loro due.

«Shadowhunters, città di vetro»

«Oh si io li ho letti tutti» disse la prof entusiasta.

A volte sembrava una ragazza in preda a una crisi ormonale quando si parla di libri.

«Sono bellissimi. Mi raccomando leggili fino all'ultimo eh» le fece l'occhiolino.

Raquel fece una risatina per il comportamento della professoressa.

Quando gli alunni iniziarono ad entrare abbassò la testa sul suo libro e continuò a leggere non curandosi di loro.

Registrazione era la parte preferita di Raquel a scuola. In quei venti minuti poteva leggere senza curarsi del professore che la richiamasse perché non stava attenta alla lezione.

Lei se ne stava lì in silenzio seduta al suo banco con il libro davanti a lei. Seduto vicino a lei non c'era nessuno quindi non doveva preoccuparsi che qualcuno potesse disturbarla.

Alla fine di quei venti minuti mise il libro e l'astuccio nello zaino ed uscì dalla classe indirizzandosi all'aula di spagnolo.

Le lezioni di spagnolo e matematica passarono velocemente. La professoressa Williams interrogò oggi. Raquel pensava di scamparsela visto che mancavano solo dieci minuti alla fine della lezione ma proprio all'ultimo la professoressa la chiamò alla lavagna.

Ovviamente Raquel era preparata come sempre, solo che non voleva andare lì in piedi davanti a tutti. Non si era mai sentita sicura nell'andare alla lavagna: l'idea di stare lì davanti a tutti, l'attenzione rivolta verso di lei, la strega della professoressa di matematica che le metteva pressione.

Così risolse le due espressioni in quattro e quattr'otto e se ne tornò al banco proprio un minuto prima che la campanella segnasse l'inizio della ricreazione.

Invisible~M.G.C  #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora