Capitolo 17

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Mi faccio spazio tra la folla di persone che ballano, saltano e cantano. A forza di spintoni riesco a raggiungere Aleisha davanti al palco. Anche lei, come le altre persone, per lo più ragazze, sta dimenandosi scuotendo i fianchi e la testa a ritmo di musica mentre canta a squarciagola. Appena mi vede mi fa un sorrisone a trentadue denti e mi stringe in un abbraccio. Devo ammettere che i suoi abbracci sono unici: ti fanno sentire tutto il bene che ti vuole. Prende la mia mano e la porta in aria scuotendola insieme alla sua, inizia a saltellare e, lasciando da parte la vergogna e la paura, anche le mia gambe iniziano ad alzarsi quel poco da terra in piccoli saltelli. Osservo quei quattro ragazzi sul palco che si divertono strimpellando le loro chitarre producendo una musica meravigliosa. Una musica alla quale, dopo tre mesi che ci conosciamo, sono diventata abituata; una musica che mi ha da subito incantata con il suo testo; una musica che mi ha dato compagnia nei momenti tristi e in quelli felici. Per una sera lascio che le mie emozioni escano fuori e che le mie insicurezze restino dentro, ben rinchiuse nel mio corpo, non dandogli via d'uscita. Le mie labbra iniziano a muoversi e a cantare insieme ai miei amici; la mia testa si scuote lasciando che i miei capelli, lasciati sciolti come sempre, svolazzino tutt' intorno; il mio braccio, legato a quello della mia amica, fa avanti e indietro e si alza in piccoli pugni che sferzano l'aria; i miei piedi si alzano dal pavimento coperto da mattonelle marroni per poi ricadere pochi secondi dopo.

-Ci sono più persone di quelle che nessuno si sarebbe mai immaginato- mi urla la ragazza bionda affianco a me per sovrastare la musica alta.

Mi guardo bene intorno e in effetti scopro che ha ragione. Ci saranno più di cento persone stasera nel locale "Eat&Sing". È il pub dove i ragazzi di solito si esibiscono. È famoso appunto perché mentre mangi puoi ascoltare musica live. È l'unico nei dintorni ma, nonostante ciò, non molta gente lo frequenta, se non nei primi giorni dopo l'inaugurazione.

Un sorriso nasce spontaneo sulle mie labbra nel vedere il pub che tempo fa aveva solo una decina, o anche meno, di persone che ballavano sulla musica dei 5 seconds of Summer e vederlo adesso, pieno di persone che non solo ballano sulla loro musica, ma che cantano insieme a loro rendendo il tutto più magico.

Mi rigiro verso il palco e noto che Luke sta guardando la sua ragazza mentre canta, -but now, who knewThat she's in the crowd of my show, nothing to lose, she's standing right in the front row- la sua voce riempie il locale e il suo sguardo si posa su Aleisha facendole l'occhiolino mentre canta l'ultima parte; un sorriso ancora più largo si apre sul suo volto quando quest'ultima gli grida un "ti amo".

"Ti amo"....due semplici parole con un significato gigantesco, una cosa che si sente dire da chiunque ma, alla fine, chi è che ama davvero? Io non ho mai detto quelle due paroline a nessuno; non so cosa si prova nel dirle o nel sentirsele dire, ma immagino che avere qualcuno che ti dica "ti amo" sia una bella cosa. Avere qualcuno che ti stia accanto, sempre. Qualcuno che quando dice ti amo lo intende per davvero. Già...Non l'ho mai vissuto ma sarebbe bello. Sai...Sapere che quel qualcuno ti abbia notata quando invece tu pensavi che il mondo non ti vedesse. Ma alla fine il tuo mondo non sarà proprio colui che ti dirà quelle due semplici parole, cinque lettere che ti cambieranno la vita? Che ti faranno sentire amata?

E Luke e Aleisha si amano per davvero. Lo si capisce dal modo in cui si guardano, dal modo in cui sono fedeli l'uno con l'altra. Ma anche dal modo in cui si rispettano. Perché l'amore alla fine non è anche questo? Il rispetto? Se non c'è rispetto non c'è amore.  Se una persona ti ama ti rispetta, ti fa sentire speciale, viva.
Sul telegiornale se ne sentono tanti di quei mariti che menano alle proprie mogli.... È questo l'amore? Senza rispetto? No, non penso sia così.
Povere donne malmenate o uccise dai propri mariti/fidanzati. Questo non è amore. Questa è crudeltà e mancanza di rispetto. "Le donne non vanno toccate neanche con un fiore", ecco quello che diceva sempre mia nonna.

Invisible~M.G.C  #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora