XIII

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In quei due mesi, non solo Zero e il suo gruppo cercavano di studiare il piano per il furto, bensì, anche le migliori strategie per poter confondere al meglio le guardie e gli ospiti della serata di inaugurazione.
'Quindi, dovremmo sostuituire la vera Gioconda con un falso?' Stavano cercando di ricapitolare Zero il piano di Dyce. Il ragazzo annuì convinto, spostando lo sguardo su tutti gli altri componenti della banda, soffermandosi poi su Lucy.
'Stai scherzando vero? Che razza di piano è?!' Sbraitò Zero buttando per terra le carte di Dyce.
<Ma potrebbe funzionare> ribatté inginocchiandosi a raccogliere i fogli.
<No che non potrebbe gunzionare Dyce> concluse Lucy sedendosi sul divanetto della sala. Non aveva aperto bocca dall'inizio della loro riunione.
<Non potevi startene zitta?!>
<Andiamo Dyce. Dovresti avere una copia perfetta per rimpiazzare un quadro del genere> iniziò la ragazza, <in più, se mettessi una fotocopia con qualsiasi tipo di carta particolare, si vedrebbe la differenza. Magari la luce rifletterà sul quadro, o cose di questo tipo>
'Lucy ha ragione Dyce. Dobbiamo trovare qualcos'altro'
<Io avrei qualche idea> si intromise Lucy.

...

Lauren in quei giorni non andò a lezione. Doveva finire di studiarsi gli orari, i nomi delle guardie e altri dati poco importanti, ma che per Lucifer lo furono, in più, aveva davvero poca voglia di vedere le ragazze.
È incredibile come ci siamo baciate e poi non ci siamo più viste. Non capisco come mai.
Fu in quel momento che il campanello di casa sua suonò. Lauren alzò lo sguardo dalle scartoffie e ringraziò chiunque fosse per aver premuto quel bottoncino della porta.
Si alzò con calma andando ad aprire, vedendosi difronte Peterson.
"O Gesù. Ma che vuoi ancora?!" Roteò gli occhi spalancando la porta e tornando in salotto, gettandosi sul divano.
L'uomo sorrise appena, chiudendosi la porta alle spalle.
<Che accoglienza> raggiunse la ragazza guardandosi attorno.
<Come sta andando?> chiese prendendo dei fogli in mano.
"Come pensi possa andare? Sono giorni che non vengo a lezione perché sto studiando come una matta tutte queste informazioni cosi inutili perché tu lo vuoi."
<Già ti chiedo scusa> notò quanto Lauren fosse affaticata. Sicuramente dormiva poco, massimo 5 ore per poter studiare tutto quello che doveva e lo capiva dalla tensione corporale e alle evidenti occhiaie.
Notò poi il tranbusto per terra. Lattine di bibite, ma anche di birra, scatole di cibo e altro ancora.
"Ti chiedo scusa? Non hai nient'altro da dire?" Lauren si massaggiò un attimo le tempie.
"Sono qui da una settimana. Sai, speravo di poter andare al college un giorno. Magari avere un lavoro normale, vivere normalmente, invece che all'ombra" si mise ad urlare.
"Tu sai chi sono Peterson. Sai come sono cresciuta, come ho vissuto e quant'altro. Per me è un sogno poter andare al college.
Speravi di doverle prendere soltanto quel maledetto file e tutto sarebbe finito.. invece guarda tu: un agente dell'FBI che mi rompe le scatole dicendo di dover lavorare per loro, tradendo chi mi ha accolta" stava ormai urlando da troppo tempo e la gola iniziava a bruciarle.
<Okay, Lauren.. calmati> ma non ci riusciva.
"E non solo devo lavorare per poi, ma non mi darete un compenso e se non lo facessi mi arrestereste per avermi smascherata"
<Lauren, adesso basta, va bene così>
"Devo rubare un file, i miei compagni neanche sanno che lavoro per voi. Mi hanno cacciata dal gruppo e presto verranno a cercare Camila per prendere quello stramaledetto file che hanno nascosto nel telefono a sua insaputa."
In quel momento la porta si aprì lentamente facendo apparire il volto di Camila e le sue amiche, ma nel disordine che stava accadendo, ne Lauren e nemmeno Peterson su accorsero di loro.
<Lauren hai bevuto> alzò la voce Lucifer, ma la ragazza sembrò non ascoltarlo.
"E guarda caso, Angelo caduto dei miei stivali, sono innamorata di Camila" concluse urlando.
Nessuno osò muoversi, Peterson rimase immobile alla sua ultima affermazione, guardandola senza sapere cosa poter fare.
Lauren prese fiato, scansandosi e andando verso l'uscita di casa.
Barcollò, si sentiva davvero esausta, aveva dormito pochissimo in quei giorni, e sentiva il corpo avvampare dal caldo.
Subito non fece mente locale, ma quando mise a fuoco le figura davanti a lei, sbarrò gli occhi e un conato di vomito la pervase.
-Tu..- Camila non riuscì a parlare e cercando di avvicinarsi a Lauren allungò piano una mano.
"Non avvicinarti" disse secca Lauren, ma avendo difficoltà a stare in piedi, perse l'equilibrio cadendo in ginocchio.
-Lauren!- Camila corse verso la ragazza lasciandola appoggiare sulla sua spalla. La spostò con il volto davanti a lei, mettendole una mano sulla fronte.
-Mio dio Lauren, sei bollente- le ragazze si avvicinarono all'amica, aiutandola a portare la ragazza in camera.
Lucifer cercò di sistemare i fogli dati a Lauren, in modo che non potessero scoprire niente.
Portarono la ragazza in camera e la posarono sul letto, comprendola.
-Ragazze qualcuno mi puo' portare dell'acqua fredda ed un panno?-
<Ci penso io> disse Ally. Così facendo uscì dalla stanza in cerca dell'occorrente necessario.
<In sala c'era Peterson avete notato?> chiese Normani.
<Sì, io vado a chiedere cosa volesse> rispose poi Dinah.
<Vengo con te> concluse Mani.
<Rimani tu qua Camila?>
-Mh? Sì, certo, tranquille-
Dinah mise una mano sulla spalla di Camila.
<La risolverete Chancho, lo so>
Detto questo, se ne andarono in salotto.
Una volta sole, Camila ritornò a guardare la ragazza sdraiata sul letto.
Aveva la fronte imperlata di sudore, un leggero pallore sul viso e le labbra dischiuse.
-Tu stavi scherzando prima.. vero.. Lauren?- poggiò dolcemente una mano sulla sua guancia e piano, passò il pollice sulle labbra di occhi verdi.
Si avvicinò terribilmente tanto, da sentire il suo respiro caldo sulla pelle.
-No..- continuò, sentendo il nodo in gola e gli occhi pizzicare.
-Tu eri davvero sincera..- lasciò cadere alcune lacrime e poco dopo chiuse gli occhi, posando delicatamente le labbra su quelle di Lauren.

The T.E.D. || CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora