XVIII

940 98 1
                                    

-Mio padre?- Chiese Camila curiosa. Non avrebbe mai potuto indovinare il motivo per il quale suo padre fosse venuto a Miami a trovarla, forse voleva soltanto farle una sorpresa o semplicemente andare a trovare sua figlia. Rimase ancora un po' a rimuginare.
<Quindi? Hai intenzione di stare lì nuda oppure ti vesti e vieni giù a salutare tuo padre che non vedi da tre mesi e mezzo?>
Infatti non si vedevano da così tanto tempo. Per via dello studio si sentivano tramite messaggi o telefonate, giusto il tempo per sapere come stessero e scambiare qualche parola. Solo in quel momento sentì la mancanza dei suoi genitori e suo padre era lì in casa sua. Da settembre, quando lei e le ragazze erano arrivate qua, fino a metà dicembre proprio non vedeva i suoi, e ora che si avvicinava pure il Natale, avrebbero dovuto iniziare ad organizzare per le feste.
-Dammi due minuti- Dinah annuì e si chiuse la porta alle spalle, tornando giù in salotto.
La mora si girò verso Lauren, che nel frattempo si era sdraiata, con le coperte messe alla rinfusa sul suo corpo. Intravide appena la forma del suo seno sinistro, scoperto. Deglutì sonoramente poi le rivolse la parola.
-Scusami- sussurrò avvicinandosi, accarezzandole la guancia. Incatenò i suoi occhi a quelli verde smeraldo di Lauren, così chiari e profondi.
Sorrise, ricordando quello che successe poco prima.
"Non preoccuparti piccola" si appoggiò sui gomiti, scoprendo infine entrambi i seni, lasciando Camila a bocca aperta. Il suo sguardo cadde subito in basso, ammirando le forme del suo corpo. Aveva sicuramente qualche accenno di muscoli sugli addominali. Si leccò le labbra poi riprese a guardare la ragazza.
-Avrei così tanto voluto stare con te- le diede un bacio a fior di labbra.
"Non proeccuparti, vai da tuo padre, io intanto tornerò a casa, magari ci vediamo più tardi. Che ne pensi?"
-Mi sembra un'ottima idea- abbracciò la ragazza, poi si alzò cercando qualche indumento decente da indossare. Lauren si concentrò sul corpo della piccola, osservando ogni particolare. La pelle morbida e delicata al tatto, le forme giuste ed estremamente desiderabile.
Mentre Camila rovistò nel cassetto per tirar fuori l'intimo, sentì qualcosa di caldo sulla schiena, mentre due braccia l'avvolgevano. La morbidezza del seno di Lauren sulla schiena la fecero impazzire a tal punto da sentire un piacere nel basso ventre.
-Lauren- sussurrò chiudendo gli occhi e portando la testa indietro, lasciando spazio alla ragazza affinché potesse baciarle il collo.
"Scusami, ma non ti resisto" disse tra un bacio e l'altro. Qualche ansimo uscì dalla bocca della mora, fino a quando decisa, non la staccò dolcemente girandosi.
-Devo andare ora. Mio padre mi aspetta- le prese il volto tra le mani, baciandola.
Occhi verdi annuì poi prese i suoi vestiti e anche lei decise di vestirsi.
-Anzi, Lauren non hai voglia di conoscero?- Le si gelò il sangue nelle vene al solo sentirlo. Certo, non aveva paura a poterlo conoscere, anche se Camila l'avesse presentata come amica, l'unico problema ad insorgere era che Lauren era una ladra, Alejandro era una guardia del museo di Chicago ed entrambi si erano già incontrati in circostanze piuttosto critiche.
In più mi ha datto una bella mazzata sull'addome.
"Non penso di farcela oggi Camz. Magari un'altra volta, che ne dici?" Camila annuì, non voleva insistere e rispettava la decisione della ragazza, così le diede un bacio sulla guancia, ma prima di scendere in salotto si fermò a guardarla.
-Ti conviene uscire dalla finestra. A mio padre piace fare il terzo grado- le fece l'occhiolino per poi chiudersi la porta alle spalle. Il terzo grado? Di certo non si smentiva. Una guardia, ci mancava soltanto che suo padre potesse essere un investigatore.
Scosse la testa cercando di non pensarci più, per poi scendere attentamente dalla finestra senza fare rumore, dirigendosi verso casa.
Nel frattempo Camila era scesa in salotto, dove vide suo padre e le altre ragazze. Abbracciò Alejandro, sorridendogli e dicendogli quanto gli fosse mancato. Era un po' invecchiato, le rughe erano più marcate ed iniziò ad avere qualche capello bianco.
-Papà, che sorpresa sono così felice di vederti- l'abbracciò ancora.
<Ciao Mija. Hai visto? Sono qui perché ho delle notizie per te>
Camila lo invitò a sedersi per farsi raccontare tutto e perché quelle notizie lo portassero lì.
<Preparo del tè intanto> si propose Dinah andando in cucina a mettere l'acqua a bollire.
<Ragazze prego prego, rimanete anche voi, abbiamo organizzato in grande le feste quest'anno> si misero tutti quanti comodi sul divano per sentire cosa avesse da dire l'uomo.
<Bene, prima di tutto, Mija non so se ti è giunta voce della collaborazione con il museo di Miami e il Louvre di Parigi>
-Sì, sembra che vigiliano lavorare ad un progetto e per far notare la loro collaborazione hanno deciso di mandare qui la Gioconda per un po'- le ragazze ascoltarono interessate ma anche incuriosite. Di certo doveva essere qualcosa di grande se il Louvre avesse accettato una richiesta così dal museo di Miami.
<Esattamente e indovina un po'? Tuo papà è stato assunto come guardia al museo per il periodo della mostra> un sorriso sincero si formò sul suo volto. Adorava il suo lavoro, certo non era tra i più importanti e faticosi, ma comunque Alejandro si impegnava ogni giorno per fare bene le sue mansioni.
-Papà ma è fantastico!- Camila si avvicinò ad abbracciarlo e fargli ancora i complimenti.
-Quindi ci vedremo ancora più spesso- l'uomo annuì.
<Ma non è tutto. Ragazze, quest'anno vorremmo che tutte le nostre famiglie passassero la vigilia di Natale insieme> le ragazze si guardarono sorridendo. Era da tanto tempo che non succedeva, ricordarono l'ultima volta quando successe e fu parecchio tempo prima. La mora era piccola, avrebbe dovuto avere all'incirca dodici anni.
<Questo mi piace Alejandro, la trovo la miglior idea per le vacanze di Natale> disse Dinah portando un vassoio con delle tazze di tè.
<E finalmente potremmo stare di nuovo tutti insieme. Mi è mancato se devo essere sincera> Normani prese un sorso dalla tazza felice.
-Ma papà, ci sei solo tu?-
<Sì, Mija. Sono qui per ricevere informazioni e la divisa riguardo il museo, domani mattina presto ho il volo per Chicago. Ritornerò fra tre settimane> rimasero ancora lì tutto il pomeriggio a parlare, raccontandosi tutto quello che successe in quei mesi, che incontrarono una nuova ragazza di nome Lauren e che un loro professore aveva un nome alquanto strano.
Verso sera decisero di uscire a mangiare tutti insieme, e scoprirono che Alejandro era arrivato in mattinata, guardandosi poi Miami e decidere di andare da loro.
Ospitarono il padre di Camila per quella notte, facendolo dormire in salotto, dove il divano poteva essere un divano letto.
Prima di darsi la buonanotte, Alejandro rimase ancora a chiaccherare un po' con sua figlia.
<Ti vedo più sorridente di prima Mija>
Davvero era così? Forse anche il cambiare città, conoscere gente nuova, poter andare a vivere insieme alle proprie amiche senza la sorveglianza dei genitori poteva averle alleggerite.
<Hai conosciuto qualcuno che ti ha conquistata?> chiese tra il curioso e il divertito. Conquistata? E se fosse più solare e felice per via di Lauren? La conosceva da poco certo, eppure diventarono così intime in un tempo così breve. Ricordò i baci, le carezze scambiate e poi, quello che successe un paio d'ore prima. Potevano ancora definirsi amiche? C'era qualcosa oltre all'amicizia tra di loro? Sicuramente c'era, ma non sapeva cosa. Lo verrò a sapere sicuramente presto.
-Non saprei dirti papà- rispose timida.
<Non importa piccola. Ora però sarà meglio che vada a dormire se non voglio perdere il volo> diede un bacio sulla fronte della figlia, augurandole la buonanotte.
-Buonanotte papà- spense la luce e si avviò in camera sua.
Si coricò sul letto, girandosi di lato, nel punto in cui Lauren era lì ore prima. Chiuse gli occhi, giurando di percepire il profumo sul cuscino. Inspirò a fondo l'aroma, continuando a pensarla e chiedendosi cosa veramente potesse esserci tra lei e quella ragazza per lei ancora piena di misteri, si addormentò sempre con Lauren nella mente.

The T.E.D. || CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora