XXVI

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Camila sentì la stanchezza arrivare d'un colpo quella sera. Non solo arrivarono ad un'ora tarda perché girarono quasi tutta Chicago prima di ritrovare Lauren, ma anche perché tutta quella preoccupazione, rabbia e delusione accumulati quando occhi verdi scomparse le crearono talmente tanta adrenalina da svuotarle il serbatoio una volta vista Lauren sana e salva. Quella sera si addormentò appena vide la grande sotto di lei rilassarsi, riprendendo colore e riposando. Era davvero stanca anche lei e si svegliò appena il mattino dopo ad un'ora tarda, in un'altra posizione e tra le braccia della ragazza grande. Entrambe su un fianco, Camila era appoggiata al suo petto, avvolta dalle braccia protettive di Lauren.
Si spostò quel tanto per non disturbarla e controllare come stesse, notando con piacere che il solito colore rosato delle sue guance era ritornato più vivo di prima. I muscoli rilassati del volto di Lauren formavano i lineamenti dolci quasi di una bambina. Il respiro era ritornato regolare e anche la sua temperatura corporea. Sorrise felice sentendo le lacrime pizzicarle le ciglia. Chiuse gli occhi sorridendo. Aveva avuto una paura tremenda di poterla perdere e senza Lauren cosa avrebbe fatto? Forse era troppo presto per rispondere a quella domanda, oppure no. La conosceva da poco, forse troppo poco per dire se l'amava o meno, ma quella sera Camila ebbe una paura cieca di poter perdere una parte di lei. Il lato più vivo di sé stessa. No, non le piaceva soltanto. Quello che le disse la sera prima di crollare in un sonno profondo fecero capire alla ragazza quello che davvero provava per lei.
Nemmeno nelle sue precedenti relazioni si era mai sentita così viva, amata e felice. Non sapeva cosa potesse provare Lauren per lei, forse un dubbio ce l'aveva, ma non le importava. Ora era lì, salva e tra le sue braccia.
Solo quando finì di pensare a quelle cose sentì il suo corpo andare in fiamme per il troppo caldo formatosi sotto le coperte. D'altronde non solo avevano tante coperte su quel materasso, ma era anche vicino al caminetto di casa e oltre alle coperte avevano aggiunto anche delle borse dell'acqua calda ai piedi delle ragazze.
Si spostò ancora un attimo cercando di non disturbare il riposo di occhi verdi, togliendosi da sotto le coperte e rimettendole a posto. Si mise seduta con lo sguardo rivolto verso il camino guardando la cenere ormai rimasta dal legno bruciato prima. Pensò al disastro causato il giorno prima. Aveva rovinato il Natale, una festa davvero importante per la famiglia di Camila. Si mise una mano sulla tempia appena imperlata di sudore, sbuffando sonoramente, sentendosi in colpa per quello che successe. Appoggiò i gomiti sulle gambe, infilandosi le mani tra i capelli preoccupata. Aveva rovinato la festa alla sua famiglia, a sua mamma, a suo papà, a Sofi. Pensò anche a Lauren. Neanche lei doveva aver mai festeggiato una festa così in famiglia. Forse sì, ma chissà da quanto non succedeva. Effettivamente Camila non sapeva niente di Lauren. Non sapeva nulla sul suo passato. Chiuse gli occhi e prese un bel respiro per mandare giù le lacrime quando sentì una mano calda e delicata posarsi sulla schiena della cubana. Si girò di scatto vedendo Lauren ancora mezza addormentata ma con un sorriso stanco sul volto. Camila si rimise a letto, di nuovo sotto le coperte sempre sopra Lauren. Le accarezzò dolcemente le guance con i polpastrelli dei pollici, ricambiando quel sorriso piuttosto tirato.
-Ehi- la voce roca e stanca dal risveglio uscì appena percettibile dalla sua bocca. Vide pian piano gli occhi di Lauren aprirsi e scoprire un verde più scuro del solito. Si preoccupò alla vista, corrugando le sopracciglia.
"Ehi" notò quanto Lauren fosse ancora stremata e che non si fosse ripresa del tutto. D'altronde stare più di due ore al freddo con una sola felpa non doveva essere di certo il massimo la sera del 24 dicembre. Le diede un bacio fugace per poi ritornare a guardarla negli occhi.
-Come ti senti?- chiese sempre sussurrando, non volendo che qualcuno sentisse la loro conversazione.
"Come se mi avessero messo in un congelatore e lasciata lì ad ibernare" Camila rise alla battuta appoggiando il volto sul petto di Lauren.
-Mi hai fatto prendere un infarto- Lauren in quel momento riuscì a muovere le mani a suo piacimento, così si mise ad accarezzare i capelli della piccola e giocare con le sue ciocche.
"Lo so. Scusami piccola, non avrei dovuto fare un gesto tanto avventato"
Camila si tirò su con gli occhi umidi.
-Oh puoi giurarci Jauregui! Mi spieghi che ti è saltato in mente?!- il tono appena più alto ma sempre moderato tremava leggermente. Le si formò un nodo in gola e le lacrime ritornarono su più minacciose di prima. Lauren se ne accorse, allungò le mani asciungandole dolcemente gli occhi e avvicinandole il volto. Camila si irrigidì non volendo in quel momento un bacio ma bensì delle spiegazioni. Si impuntò con le mani ma occhi verdi fu più forte e le diede un bacio dolce ma voglioso allo stesso tempo. Una volta staccatasi dalle sue labbra la guardò ancora negli occhi, notando gli occhi bagnati. La invitò ad appoggiarsi ancora sul suo petto, aspettando che si calmasse. Camila venne cullata dal battito calmo di Lauren.
"Ero in un pub veramente. Ero al caldo e al sicuro. Poi però mi ha chiamata Normani dicendo che fossi uscita a cercarmi" fece una pausa muovendo la mano sul braccio della piccola avanti e indietro.
"Quando guardai fuori la bufera era così forte che talmente tanti pensieri iniziarono ad affollarmi la testa, da farmela pulsare" cercò di ritornare al giorno prima, a quei pensieri che l'avevano travolta come un tornado. Guardò il soffitto color crema, soffermandosi alcune volte sul lampadario appeso. Era davvero bello, moderno ma con le sue decorazioni di un certo stile antico. Non era per niente male e abbelliva la casa a modo suo. Prese un bel respiro poi ritornò alla sua spiegazione.
"Non ci pensai due volte ad uscire e venire da te. Ero così preoccupata Camila, da non ragionare. Non riuscivo più a ragionare, era come se il mio autocontrollo fosse svanito in uno schiocco di dita. Quando ho preso l'iniziativa di uscire, anche se in felpa, il barman alla teca più volte mi ha detto di rimanere lì fino a quando non si sarebbero calmate le acque"
-Perché non gli hai dato ascolto?- la domanda improvvisa colpì Lauren come uno schiaffo. Strinse la il braccio della grande cercando di non mettersi a sbraitare in casa la mattina di Natale.
"Perché avevo paura di perdere la mia unica ragione di vita" il tono serio e atono fecero quasi paura a Camila che sbarrò gli occhi intimorita da quegli sbalzi si umore di Lauren che spesso la colpivano.
-Quale ragione?- sapeva la risposta, ma voleva sentirselo dire, voleva che quella parola uscisse dalla bocca di Lauren e colpisse le orecchie di Camila.
Lauren si fermò un attimo se gliel'avesse chiesto veramente, ma a quanto pare non poteva fare a meno di abbassare la testa ai suoi comportamenti così sicuri e strafottenti da parte della piccola.
"Tu" bastò quella parola per far sciogliere quella durezza che poco prima aveva preso il controllo nel corpo di Camila. Il suo corpo tremò leggermente a quel suono che voleva farsi dire. Alzò lo sguardo verso Lauren che anche lei aveva iniziato ad avere gli occhi umidi.
Cercò di perdersi in quel verde, il colore che da quando conosceva dominava in quell'oceano di sentimenti e confusione che si nascondevano dietro alle iridi della ragazza. Ma quel verde smeraldo era ancora nascosto dal verde scuro che aveva visto non appena Lauren aprì gli occhi. Che le era successo? Stava male emotivamente? No, probabilmente Lauren non avrebbe mai potuto farsi prendere in preda dai sentimenti in quel momento. Ieri sicuramente lo aveva fatto, ma ora che erano lì, insieme, una ad affrontare l'altra, il suo controllo e la sua calma dominavano assoluti.
Forse stava male fisicamente. Più volte era stata male così o forse anche di più, ma non aveva mai notato quel particolare cambiamento di colore dei suoi occhi. Preoccupata ma anche ancora un po' arrabbiata nei suoi confronti sostenne lo sguardo.
-Sei..- il nodo in gola le fece morire le parole in bocca. Chiuse gli occhi, mandando giù più volte, per poi dare sfogo ad un altro pianto liberatorio. La guardò piangendo tutto quello che ancora aveva, pensando di averlo fatto già la sera precedente.
-Sei... un'emerita idiota lo sai?- un singhiozzo le scappo violento dalla bocca,    invadendo il resto del corpo. Il tremolio ormai aveva impossessato il suo corpo, ma non ci fece caso, continuando quello che avesse da dire.
-Hai soltanto la minima idea di come mi sia sentita quando non hai provato a rientrare in casa? Quando ho visto la tua giacca in casa? E tu che scorrazzavi in mezzo ad una bufera di neve, avvenimento non raro in questa città in questo periodo dell'anno, con una sola felpa addosso?! Neanche un paio di guanti, un berretto, una sciarpa. Niente di niente, come se fosse primavera!- fece una pausa lasciando scivolare altre lacrime in modo da poter continuare il suo sfogo.
Lauren la lasciò fare, lasciò che si liberasse anche a parole. D'altronde aveva ragione ad essere così arrabbiata e delusa. Non fece altro se non guardarla e ascoltarla. Le mise una mano sulla guancia, sostenendola, l'altra appoggiata al suo fianco.
-Quando ho chiamato alle ragazze e tu non eri da nessuna parte, il peggiore dei casi ormai era diventato un chiodo fisso nella mia mente.. "è morta congelata".. continuavi a ripetermelo dentro di me, tanto che non riuscivo nemmeno a sentire quello che mi dicevano gli altri- tirò su con il naso, facendo più pause per calmarsi.
-Mio padre poi, non ti dico che scenata mi ha fatto... non vuole accettare il fatto che ami te, non gli importa se una ragazza o un ragazzo. Lui non vuole che io provi qualcosa per te-
Lauren la interruppe un attimo sentendo la frase.
"Cos'hai detto?"
-Non vuole che io--
"No no, prima Camila. Cos'hai detto?!" Chiese come se fosse successo qualcosa di grave. Il battito calmo ora aveva iniziato ad accelerare e il caldo farsi sempre più forte.
-Non vuole che io ti..-
"Sì, ripetilo" disse più dolcemente occhi verdi, asciugando per l'ennesima volta le lacrime che rigavano quel delizioso volto contorto dalla tristezza.
-Ti amo- la guardò seria Camila. Lasciò che fu il suo cuore a parlare. Anche se il giorno prima non aveva risposto così alla stessa frase di Lauren, ormai entrambe avevano capito di amarsi.
Ma sentirselo dire, cavolo, sentire quelle due parole dette con convinzione dalla persona amata era un altro paio di maniche. Brividi si formarono sul corpo di Lauren, iniziò a fremere e si gustò per un attimo quella dolce voce pronunciare delle parole altrettanto meravigliose. Chiuse gli occhi rendendolo più profondo.
-Sì, ti amo Lauren e non ho paura di ammetterlo. Per tutta la confusione che è successa, non mi importa niente. Io ti amo. Ti amo come non ho mai amato nessun altro, come se solo adesso capissi veramente cosa significhi amare. So che è presto per noi due dirselo, ci conosciamo da tre mesi a malapena, ma ho intenzione di conoscerti in tutte le tue sfaccettature Lauren Jauregui. Che siano belle o brutte. Lo faremo nel litigio e nelle semplici conversazioni che avremo ogni giorno. Per quanto riguarda a quello che ha detto mio padre, ci devi una spiegazione, soprattutto a me e a lui- finì poi con un tono un po' più basso e triste.
Lauren si alzò sui gomiti, appoggiando la fronte su quella di Camila e chiudendo gli occhi. Lasciò che solo i loro respiri dominassero nel silenzio di quella mattina invernale, dolce e turbolenta allo stesso tempo.
"Lo stesso vale per me Camila Cabello. Non riuscirò a raccontarti tutto però, almeno, non adesso" le mise un dito sulle labbra, zittendola.
-Ogni cosa a suo tempo. Quando sarai pronta e ti fiderai veramente di me, okay?-
"Okay" Camila aprì gli occhi, sorridendo. Notò sul labbro di Lauren un piccolo taglietto. Le mise il pollice sopra, notando una reazione di dolore da parte della grande.
-Chi è stato?- chiese.
"Tuo padre. Ha fatto pugilato per caso? No perché ha centrato veramente bene" sorrise alla battuta.
-No- rispose divertita la cubana.
Si coccolarono per un po' parlando di come avrebbero affrontato la situazione con il padre di Camila.
-Ah, Lauren-
"Dimmi Camz" Camila si alzò, sentendo per la prima volta quel nomignolo.
-Buon Natale- le sorrise dandole un bacio a stampo.
"Buon Natale a te"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 13, 2017 ⏰

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