XV

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'È passato un mese ragazzi, ne abbiamo ancora uno solo per perfezionare il nostro piano. Dovrà filare tutto liscio come l'olio' Zero e i componenti della sua banda lavoravano da un mese intero al piano proposto da Lucy.
<Useremo il sistema di areazione per introdurci nel museo, dopodiché, Dyce, disattiverà il sistema d'allarme e farà saltare la corrente,> continuò Lucy, ricapitolando in parole povere il piano, <e da quell'attimo avremo soltanto cinque minuti per prendere il quadro, far ripartire la corrente ed uscire dall'edificio senza lasciare nessuna traccia>
<È un piano troppo ridicolo, tipico dei film> sbottò Dyce, giocando con un coltellino svizzero. Si sistemò per bene sulla sedia e guardò tutti i presenti nella stanza.
<Andiamo, non penserete davvero che possa funzionare vero? Lucy tu guardi troppe serie TV> fece una risata nervosa, notando che tutti un pensiero a quel piano l'avessero fatto.
'Eppure potrebbe funzionare Dyce. È vero, forse è un po' troppo da film, ma potrebbe davvero essere un successo mettere in atto un piano così semplice' concluse Zero rimuginando su quanto studiato finora.
<State scherzando vero? Avete idea di quante guardie siano state assunte per questo evento? Non ci saranno soltanto uomini dentro l'edificio, ma anche fuori da esso e a controllare l'area da un raggio di un chilometro, spero voi sappiate cosa rischiamo con il piano appena discusso> esclamò Il ragazzo. Ed aveva anche ragione. Certo, erano dei ladri, ma la loro priorità in quel momento era T.E.D. uno dei file, se non forse il più pericoloso tra tutti per la Terra.
<Proprio per questo useremo le fogne, per poi entrare direttamente dall'impianto, il quale è posto esattamente qua dietro l'edificio> disse Lucy indicando un angolo del museo nascosto.
<Qui sicuramente non metteranno guardie e potremo entrare senza che qualcuno ci veda> concluse poi soddisfatta la ragazza.
Dyce guardò tutti, uno alla volta, pensando avessero messo su qualche commedia divertente per prenderlo in giro.
<State scherzando vero? Voi proprio non avete la più pallida idea di cosa state dicendo> si alzò di scatto dalla sedia, facendola cadere per terra. Lucy sussultò per lo spavento.
<No, che non lo sapete. Non sapete proprio quante guardie ci siano, armate fino ai denti. E poi, avete rotto le scatole fino all'inverosimile per il file e ora di punto in bianco vi siete messi in quella zucca vuota di rubare quel quadro. Voi siete pazzi> concluse una volta rilassandosi dopo essersi sfogato. Non guardò nessuno dei suoi colleghi, si girò, prendendo la sedia, mettendola a posto e buttarsi a peso morto su di essa. Incrociò le braccia e sospirò.
'Dyce' Zero lo richiamò tranquillamente. Il ragazzo alzò lo sguardo verso la figura misteriosa. Era sempre stato un dilemma per lui quella persona. Non sarebbe mai riuscito a capirlo veramente.
'Questa sarà una pausa da T.E.D. te lo garantisco. E comunque abbiamo deciso che chiunque oserà ostacolarci, verrà ucciso' Dyce sgranò gli occhi esterrefatto dall'ultima frase pronunciata.
<C-cosa?> balbettò confuso e preoccupato.
'Hai capito bene'
<Ma.. Zero... noi non uccidiamo mai nessuno. Non l'abbiamo mai fatto, come puoi pensare di fare un atto così?> la paura si sentì attraverso la voce, la quale tremava, insicura.
'Ho già reclutato dei cecchini. Si posizioneranno ad una distanza di un centinaio di metri dal museo. Chiunque ostacolerà la missione di recupero di Lucy verrà ucciso' poi fece il segno della pistola puntato alla tempia, facendo deglutire sonoramente il ragazzo.
Dyce non poteva crederci. La persona che tanto ammirava, che avrebbe voluto tanto essere come lui, si era trasformato infine in un mostro senza scrupoli.
<Io mi tiro indietro> non disse altro. Non voleva dire nient'altro. Non avevano mai ucciso durante le loro missioni, era la prima regola fondamentale per Zero e si stupì ancora di più sapendo che fosse stato lui il primo ad averla infranta.
Si alzò profondamente deluso e amareggiato e si avviò verso la porta.
<Dove pensi di andare?> sbraitò Lucy infuriata.
'Lascialo Lucy. Se uscirà dalla porta, allora perderà anche l'occasione di ritornare da noi' concluse.
Ormai non importava più niente, uscì dalla porta, incamminandosi verso camera sua. Raccolse quelle poche cose di valore, le mise in una scatola e uscì per sempre da quel rifugio che per molti anni fu la sua casa.
Raggiunse la sua auto nero opaco e salì.
Strinse le mani al volante con tutta la forza che aveva in corpo.
<Ti prenderò quel file prima che tu possa soltanto pensare ad un piano per accaparrarlo, Zero..> fece una pausa, lasciando pesare quelle parole.
<...e manderò a monte il tuo stupido piano della Gioconda. Ci puoi giurare> e detto questo mise in moto per andare chissà dove in città.

...

<Normani, coraggio, Lauren è già fuori ad aspettarci. Si puo' sapere quanto ti ci vuole per metterti un po' di trucco?!> quella sera dovevano andare in discoteta, e Normani come suo solito, fece aspettare le ragazze.
Dinah si era già innervosita e cominciò a girare a zonzo per la casa, sbuffando.
Il rumore dei tacchi sulle scale, fece capire alle ragazze che Normani ormai era pronta. Non erano troppo eleganti, ma quel poco per esserlo e allo stesso tempo anche comode per poter ballare senza che i vestiti ingombrassero i loro movimenti.
<Sia lodato il buon Signore, ce l'ha fatta> esclamò Ally ormai stanca dell'attesa.
<Quanto siete esagerate> disse, prendendo il giubbotto e uscendo senza guardare le ragazze, facendo finta di essere offesa.
<Vi muovete o vado a divertirmi soltanto io con Lauren?> disse ridendo e guardando poi Camila maliziosamente.
La ragazza sentì le guance andarle a fuoco e giurò di avercele rosse come un peperone, di sottofondo sentì le sue amiche ridacchiare.
-Non siete per niente divertenti- urlò verso le amiche, che ormai erano uscite da casa, salirono in macchina, mentre Camila l'ultima rimasta, si assicurò di chiudere la chiave.
Corse poi per non far aspettare ulteriormente, ma per la fretta inciampò nel terreno.
Lauren si sporse in avanti per sostenerla, le sorrise, mostrando un sorriso sensuale e dolce allo stesso tempo.
"Vedo che ti piace cadere e farti prendere al volo" sorrise divertita.
Il colorito sul suo viso rimase invariato, anzi, forse crebbe per il commento e il sorriso di Lauren.
Si perse un attimo ad osservare la ragazza, guardando i suoi occhi color smeraldo, risaltati da un velo di trucco.
-Scusami- disse poi, dopo essersi ripresa. Lauren continuò a sorridere, senza dire niente e Camila non riuscì a capire perché.
Non seppe perché, ma infine sorrise anche lei, e proprio in quel momento, occhi verdi si sporse per darle un bacio dolce.
Si staccarono subito dopo, guardandosi ancora una volta.
-Andiamo o adesso daranno la colpa a me perché in ritardo- entrambe salironi in macchina e partirono per la discoteca.
Una volta arrivate, la musica troppo alta, si sentiva fino a fuori, i buttafuori, posti davanti alla porta, controllavano l'età dei ragazzi in fila.
Si misero anche loro in coda e nel giro di dieci minuti riuscirono ad entrare.
Andarono a prendere da bere e una volta finito, pian piano si misero a ballare.
Sentirono l'effetto dell'alcol accaldare i loro corpi, la musica e le urla erano le uniche cose che si sentivano.
Passarono le ore e Camila, avvertì le ragazze di voler uscire a prendere una boccata d'aria.
Una volta fuori, si appoggiò al muro, riempiendosi i polmoni di aria più respirabile.
-Accidenti che caldo soffocante la dentro- sussurrò la ragazza, chiudendo gli occhi.
<Decisamente soffocante> disse una voce maschile, poco più in là.
Camila si girò di scatto, osservando la figura davanti a lei.
Era un ragazzo alto, giovane, non doveva avere più di venticinque anni, i capelli arruffati e neri. Indossava una giacca in pelle, ma quello che catturò di più l'attenzione di Camila, fu il tatuaggio sul suo collo. L'ho già visto. Ma non ricordo dove.
Il ragazzo si girò, aspirò dal filtro della sua sigaretta e buttò fuori il fumo.
<Come ti va bellissima?> disse sorridendo. Ma non era un sorriso premuroso, anzi, uno di cui Camila ebbe sempre avuto paura. La puzza d'alcol, gli occhi lucidi. Non era ubriaco, ma aveva quel tanto per riuscire a rimanere lucido.
-Ci conosciamo?- azzardò Camila, cercando di non essere spaventata.
<Non penso, ma hai un bel visino> si avvicinò terribilmente a Camila, prendendole il viso tra le mani.
Il battito del suo cuore prese ad accelerare, la paura si fece sempre più grande.
-Lasciami...- disse con un filo di voce.
<Un così bel bocconcino non me lo farei..> si bloccò subito, guardando più attentamente la ragazza.
<O santa pupazza.. io ti con-> non finì la frase che venne atterrato da qualcuno. Sentì del peso crearsi sull'addome e una volta riaperti gli occhi vide una ragazza con il pugno alzato.
<Okay okay, non lo farò più> si arrese mettendosi le mani davanti al volto.
"Dyce?" Una voce familiare si fece largo nella sua mente.
<Lauren?> la ragazza l'aiutò ad alzarsi, poi andò verso Camila.
"Stai bene piccola?" Chiese in tono preoccupato, accarezzandole la guancia. La mora si strinse a Lauren, chiudendo gli occhi ancora spaventata dall'accaduto.
"Ssh, tranquilla. Ora è tutto okay" l'abbracciò a sua volta dandole un bacio sulla nuca. Poi si girò verso il ragazzo.
"Che diamine vuoi?" Sputò acida.
<Aspetta.. ma tu.. ma lei..> indicò le ragazze confuso.
"Arriva al dunque" sbuffò ancora concentrata a tranquillizzare Camila.
<Okay me lo dirai più avanti. Ora devo parlarti> disse serio.
"Non ho più niente a che fare con voi" rispose innervosita. Detto questo, prese per mano Camila ed iniziò ad avviarsi verso l'entrata.
<Lauren, ho lasciato la banda. Ho bisogno che tu mi aiuti a mettere i bastoni tra le ruote a Zero. Non solo per il file, ma anche per un attentato al museo della città>

The T.E.D. || CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora