XIX

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Si erano svegliati presto quella mattina, per poter accompagnare il padre di Camila all'aeroporto.
Dinah era alla guida e vicino a lei, Ally che parlavano animatamente.
Dietro invece, c'erano solo Camila e suo padre. Normani non ebbe tempo per venire fino in aeroporto per via di un esame alle porte che avrebbe dovuto recuperare il giorno seguente, così saluto Alejandro a casa, dicendo che si sarebbero rivisti entro due settimane a Natale.
Camila continuava a pensare a quello che le disse suo padre la sera prima. Conquistata? Davvero? Certo, il rapporto tra lei e Lauren era davvero intimo, ma non pensava che si sarebbe potuta davvero innamorare di lei, dopotutto cosa sapeva di lei? Poco e niente, lo stesso valeva anche per Lauren.
<Mija?> venne riscossa dai suoi pensieri.
-Scusami papa, dicevi?-
<Tutto okay?> lo sguardo preoccupato e premuroso le riscaldò il cuore. Era fortunata ad avere una famiglia così. Tutti profondamente legati ai valori di essa e anche le sue amiche.
-Sì-
<Stavi pensando a qualcosa?>
-Veramente a quello che mi hai detto ieri sera- sorrise imbarazzata, anche se alla fine ne uscì un sorriso forzato e forse anche un po' inquietante.
<Magari anche il cambiamento di città ti ha cambiata Mija, non significa per forza che qualcuno debba averti conquistata, ieri ho fatto solo una supposizione>
Pensò a Lauren. Una supposizione? Forse anche veritiera se ogni volta che pensava a lei, la storiella delle farfalle nello stomaco diventava realtà. In quel momento però le tornò in mente il giorno prima, in cui Lauren scappò senza voler conoscere il padre. Magari non si sentiva pronta o semplicemente non voleva che giudicassero male lei o Camila. Motivi ce n'erano tanti, ma qualcosa non la convinceva. Quando nominò suo padre, sembrò come se per Lauren il tempo si fosse fermato. Ma come detto, poteva essere il nervosismo o perche impreparato a tutto questo.
-Sì papa, forse hai ragione-
Una volta all'aeroporto, accompagnarono Alejandro fino al check-in e lì lo salutarono.
<Ragazze ci vediamo a Natale e poi passerò un po' di tempo a Miami se mi vorrete tra le scatole> disse sorridendo, abbracciando Ally.
<Ci farebbe picere riaverti da noi Alejandro>  
Arrivò il turno di Camila che abbracciò dandole un bacio sulla fronte.
<Allora a Natale?> chiese il padre.
-A Natale papa- gli diede un bacio e poi lo salutò fino a quando non scomparve tra la folla di quell'immenso aeroporto.
Quando uscirono, decisero di fare una tappa al centro commerciale per iniziare a comprare i regali di Natale.

. . .

Lauren sentì il campanello suonare, pensando che fosse Lucifer per l'ennesima volta, a portarle altre scartoffie da dover studiare per il piano.
Aprì la porta e davanti si trovò un Dyce completamente trasandato. Le occhiaie più marcate del solito fecero spaventare Lauren, che sussultò non appena lo vide.
"Ma ti sei visto? Cristo, sembri un barbone maniaco" sbuffò poi fece spazio per farlo entrare.
<Sei gentile come al solito> scherzò, entrando e togliendosi lo zaino, per poi andare verso il salotto e sedersi.
"Non osare. Puzzi come una fogna. Vai a farti una doccia prima"
Dyce la guardò come si sentisse preso in giro.
<Andiamo, stai scherzando? Non ho indumento di ricambio. Vuoi che mi rimetta gli stessi vestiti?>
"No. Ho dei vestiti di mio fratello, ora muoviti, o renderai casa mia una discarica"
Lo spinse su per le scale, tappandosi il naso. Dyce si sorprese per come Lauren parlò di suo fratello con così tanta naturalezza. Solitamente non ne parlava volentieri con nessuno, ma non la biasimava. Con un passato come il suo era più che normale non volerne parlare.
<Va bene, vado vado> gli diede un asciugamano e dei vestiti.
"E non scendere in salotto o in cucina fino a quando non sarai completamente coperto da maglietta e pantaloni. Sono stata abbastanza chiata?" Il ragazzo annuì e scomparve in bagno.
Si passò una mano sulla fronte, raggiungendo lo zaino portatosi dietro dal ragazzo. Non poteva ancora fidarsi di lui, lo sapeva eccome, iniziò a frugare nello zaino.
Trovò solo cianfrusaglie e poi il suo portatile. Non ci mise molto ad infiltrarsi nel suo profilo, scovando dati nuovi. Poi ne vide uno riguardante il miseo e l'evento che a breve avrebbe avuto inizio. Venne tentata dal guardare cosa avesse preparato Dyce ma venne interrotta dal campanello della porta.
Sbuffò sonoramente, poi si alzò rassegnata e andò ad aprire. Se si fosse trovata Peterson davanti sarebbe stata la volta buona per prenderlo a pugni come se fosse un sacco da box. Aprì malamente la porta.
"Mani!" Di certo si sarebbe aspettata tutti tranne che Normani e questo non poté che rallegrarle la giornata. L'abbracciò forte invitandola ad entrare.
<Hai ospiti?> chiese indicando lo zaino. Lauren pensò che la ragazza fosse davvero un'acuta osservatrice.
"Oh, sì, mio cugino è venuto a trovarmi per un paio di giorni. Prego Mani, vieni accomodati" le indicò il salotto, dove si sedette.
"Posso offrirti da bere?" Normani accettò volentieri, chiese per un tè.
"Qual buon vento ti porta qui? Pensavo foste a casa con il padre di Camila"
Camila. Sentì una morsa allo stomaco. Ricordò ieri, ogni tocco, bacio, carezza, tutto era impresso nella sua mente.
Prese un bel respiro per tornare lucida.
<Le ragazze hanno accompagnato Alejandro all'aeroporto, io invece sono rimasta qui. Domani devo recuperare un esame. Mi sono presa una pausa perché volevo chiederti una cosa>
Lauren finì di preparare il tè, portandolo in salotto.
"Dimmi tutto"
<Ecco, so che sembra una richiesta un po' ridicola, ma non ti picerebbe venire con noi a Chicago per Natale?>
Occhi verdi rimase spiazzata dalla richiesta. Perché mai avrebbe dovuto chiederglielo. Certo, non sarebbe stata una cattiva idea e comunque lei adorava Mani, le voleva un bene immenso e rifiutare sarebbe stato scortese.
"Ecco... Mani, non mi sembra il caso.. voglio dire, voi siete in famiglia, io sarei l'intrusa e poi... beh sì insomma.." non seppe come andare avanti. Chicago sarebbe significato solo guai e altri guai oltre a quelli che già stava passando.
<Ti prego Lau! Non vorrai mica stare da sola a Natale vero?>
"Cos-? Sola?"
Normani la guardò seria.
<Lau puoi fregare le altre ma non me. Anche se ci conosciamo da appena tre mesi tu non ci hai mai parlato della tua famiglia. Anzi, non li hai mai nominati veramente. Ora, non voglio che tu mi racconti della tua vita privata okay? Ma vorrei davvero che venissi con noi>
Non poteva farci proprio niente. Dovette ammettere ancora una volta che quella ragazza era davvero brava nell'osservare e ascoltare tutto quello che la circondava, ricordandoselo poi alla perfezione.
Sospirò, come avrebbe fatto con Alejandro? Sapeva che prima o poi l'avrebbe visto.
Tentò di aprir bocca, ma Normani la fermò.
<Puoi dormire a casa mia e starai con noi per tutte le vacanze> la pregò con lo sguardo. Desiderava con tutto il cuore che Lauren andasse con loro.
"Va bene Mani" sussurrò occhi verdi chiudendo gli occhi.
<Graze, grazie, grazie!> Normani si alzò per andarla ad abbracciare, buttandosi letteralmente sulla ragazza.
"Okay Mani, però così mi strozzi"
<Mi ha davvero dato un regalo di Natale stupendo> rimasero altri dieci minuti a parlare fino a quando Normani non dovette tornare a casa a studiare.
<Allora a domani>
"Sì, a domani"
Lauren chiuse la porta, posando la fronte su di essa.
<Ti sei messa nella merda Jauregui> Sentì Dyce dietro di lei, con tono serio.
"Ti prego non ricordarmelo"
<Coraggio, vieni, devo farti vedere un bel paio di cose>

The T.E.D. || CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora